La concorrenza prodotta dalla globalizzazione e dal libero mercato introdotto da decenni n tra i Paesi aderenti all’Unione europea ha cambiato profondamente la commercializzazione dei prodotti, ponendo l’accento sulla sicurezza degli alimenti. A presidiare la nostra salute, provvede il Ministero della Salute con i suoi organi periferici (Assessorati alla Salute regionali e Asp), ma un aiuto po’ provenire da altri enti ugualmente coinvolti per ragioni di contesto, pur nel rispetto dei ruoli. Occorre, infatti, mettere in commercio prodotti ineccepibili dal punto di vista della qualità e della sicurezza per competere adeguatamente sul mercato. Altrettanto fondamentale è il controllo attento dei beni importati, i cui Paesi d’origine possono non avere le nostre regole, costituendo così involontariamente un veicolo per infezioni che possono insidiare la salute umana. Non si può dimenticare in questa situazione, il ruolo dannoso del contrabbando che spaccia prodotti non originali simili a quelli reali, truffando i consumatori e mettendo a rischio la loro salute con la loro cattiva conservazione. A coprire questi compiti provvede l’Agenzia delle Dogane, i cui laboratori possono realizzare tutti i controlli di qualità necessari sia per i beni in entrata sia per quelli in uscita. In Italia, sono presenti 15 laboratori, di cui due, Palermo e Catania, sono in Sicilia. Il laboratorio di Palermo si estende su 600 metri quadrati, 12 ambienti tecnici e 6 ambienti adibiti a studio, con 1 direttore, 5 chimici e 6 assistenti doganali, di cui 5 periti chimici. Questo laboratorio si occupa di prodotti alimentari e alcool, con 87 prove accreditate nei settori di competenza. Un settore particolarmente importante che l’Agenzia sta supportando è l’olio, le cui proprietà organolettiche, spesso, sono messe a rischio da prodotti contraffatti, ottenuti anche da materiali diversi come il petrolio. Infatti, da questo elemento non si ricava solo benzina, ma si può estrarre anche olio minerale che può essere spacciato per olio extravergine o vergine senza un accurato controllo di laboratorio che attraverso l’esame del carbonio ne scopre la falsità. Spesso, però, sono i cambiamenti nelle norme, in particolare europee, che causano errori nella produzione da parte di coltivatori poco informati. Per questo, si va diffondendo l’abitudine di questi ultimi a far controllare prima i prodotti così da verificare la correttezza dei procedimenti messi in atto. I laboratori, del resto, sono in grado di discriminare l’olio dalle olive originali da quello che ha un’altra origine. Ciò è fondamentale per la protezione dei prodotti Dop e Doc, che sono tali perché l’U.e riconosce le proprietà organolettiche della zona d’origine che hanno contribuito a rendere unico il prodotto stesso. Questa collaborazione, in prospettiva, consente alla pregiata produzione oleicola siciliana un più facile accesso ai mercati internazionali, che dispongono di tutte le garanzie necessarie per ammettere questa merce. In genere, il tempo medio per certificare la qualità dell’olio è di un giorno, ne occorrono due per verificarne la genuinità presso i laboratori delle Dogana, mentre ne occorrono 10 al massimo per valutare la merce di provenienza estera. In questo modo, non si creano ostacoli superflui nella commercializzazione della merce stessa, arrecando danni economici agli operatori. Attraverso un esame spettroscopico sono condotte analisi sui terreni, sulle foglie e sugli elementi intermedi come la pasta delle olive, la sansa che è il residuo solido delle procedure di spremitura dell’olio e l’acqua di vegetazione, che è l’acqua reflua derivante dalla lavorazione dell’olio di oliva. La potente strumentazione a disposizione di questi laboratori, abilitati per competenza territoriale al controllo degli alimenti, al caffè, oltre all’olio stesso, permette un esame approfondito e a costi bassi di non pochi nostri prodotti agricoli. Perciò, in prospettiva, l’esame di prodotti anche diversi dall’olio ci permette di standardizzare e di migliorare le qualità organolettiche e chimico-fisiche delle merci da esportazione. Così, si aumenta pure la possibilità di coltivare anche fuori stagione le varietà agricole, pur salvaguardando buona parte della loro qualità.
Francesco Sanfilippo
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