Questo mini-apparecchio è in grado di effettuare la Terapia sostitutiva extrarenale continua su bambini al di sotto dei 15 Kg, in modo sicuro ed efficace. Ad affermarlo, su The Lancet, è un gruppo di ricercatori guidato da Claudio Ronco del San Bortolo di Vicenza. La macchina è stata utilizzata per la dialisi in un neonato di 2,9 Kg in gravi condizioni renali.
Una macchina miniaturizzata, da oggi, potrà effettuare la dialisi, supportando neonati e bambini sotto ai 15 chili di peso con disfunzioni del rene. Questo risultato, in gran parte italiano, è stato ottenuto dall’Ospedale San Bortolo di Vicenza, dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e dall’Ospedale Pediatrico di Cincinnati negli Stati Uniti. La ricerca, finanziata da Amici del Rene di Vicenza, è pubblicata su The Lancet col titolo Continuous renal replacement therapy in neonates and small infants: development and first-in-human use of a miniaturised machine (CARPEDIEM). Il gruppo di Vicenza è guidato dal Dottor Claudio Ronco, primo autore del paper.
Questa macchina – il cui nome è ‘Carpediem’ (Cardio-Renal Pediatric Dialysis Emergency Machine – macchina di emergenza per dialisi cardio-renale pediatrica) – è in grado di svolgere, in modo sicuro ed efficace, la Terapia sostitutiva extrarenale continua (CRRT), sottolineano i ricercatori. Essa è costituita da componenti più piccoli di quelli usati tradizionalmente (pompe a rulli miniaturizzate), basso volume di carico del circuito (meno di 30 mL) ed accurato controllo di ultrafiltrazione (precisione di 1 g), secondo la lettura dello studio. “In prospettiva, abbiamo pianificato un progetto di 5 anni per concepire, ideare e creare il CARPEDIEM miniaturizzato, in particolare per i neonati e i bambini piccoli”, riferiscono i ricercatori nella pubblicazione su The Lancet. “Abbiamo creato il nuovo dispositivo ed effettuato una valutazione mediante test di laboratorio in vitro, abbiamo completato questo sviluppo con la soddisfazione dei requisiti regolatori ed ottenuto una licenza per uso umano. Una volta approvato, abbiamo usato la macchina per il trattamento di un neonato gravemente malato”. Dopo aver ottenuto la licenza di uso sull’uomo ed essere dunque stato approvato, l’apparecchio è stato applicato per la dialisi di un neonato di 2,9 kg in condizioni critiche, con shock emorragico, disfunzioni multiple del rene e sovraccarico di fluidi per oltre 400 ore. Hanno spiegato gli autori dello studio: “questo sovraccarico aveva fatto aumentare le concentrazioni di creatinina e bilirubina e l’acidosi severa è stata trattata in maniera sicura ed efficace. Nonostante la gravità della malattia, la funzione dell’organo è stata ripristinata; il neonato è sopravvissuto ed è stato dimesso dall’ospedale soltanto con una leggera insufficienza renale che non richiedeva terapia sostitutiva”. Rispetto ad una macchina tradizionale, la stessa che si usa per gli adulti, “l’apparecchio Carpediem potrebbe ridurre l’ambito di indicazioni per la dialisi peritoneale e ampliare quello per il CRRT, rendendone meno traumatico l’utilizzo. Inoltre, potrebbe espandere la sua applicazione come terapia di supporto, anche quando la terapia renale sostitutiva completa non è indicata”, concludono gli autori della ricerca.
Francesco Sanfilippo