Codivilla Putti
Codivilla Putti

A.N.I.O. e Codivilla Putti, da 14 anni insieme per i pazienti d’infezioni ossee

Cortina – Codivilla Putti
Viaggio della speranza o di ultima spiaggia?

Quest’articolo vi racconta una storia iniziata 15 anni fa, con un incidente stradale, come tanti ne accadono ogni giorno nelle nostre strade. Purtroppo, il racconto non parla di una vacanza, ma di una degenza, di due ragazzi palermitani che hanno avuto il coraggio di fare della loro sfortuna una battaglia sociale che oggi è storia. Ancora oggi, la storia non è che sia molto diversa in alcune strutture ospedaliere, ma l’attenzione è veramente tanta a prevenire che ciò accada, forse manca solamente il coraggio degli operatori di rifiatarsi ad operare quando il complesso operatorio non rispecchia standard di garanzia.

Non vi sono sconvolgenti statistiche che alimentano la diversità dal nord a sud, ma la differenza la fa solo la cultura sanitaria, che si può migliorare solamente con norme che facciano pagare il conto a chi non le osserva le regole, magari con le loro tasche personali. Oggi il conto lo paga solo il cittadino con la salute e le conseguenze, per il resto ci sono le assicurazioni, che si rifanno sul sistema, ovvero  sempre il cittadino con i contributi che ogni mese versa al sistema sanitario. Ma il viaggio a Cortina è quello della speranza o di ultima spiaggia, dopo il pellegrinare di questi due ragazzi, incontratisi in camera iperbarica con un’osteomielite molto grave per entrambi. È a Cortina che approdano, dopo aver girato gli illustri ospedali italiani ed esteri, che a quel tempo facevano trend, senza aver trovato altre risposte alla sentenza di amputazione che li aspettava ogni giorno, con il rischio di gangrena che continuava a farsi sempre più alto.
Colà, entrambi trovarono una risposta, furono salvati dal pavento di morte per setticemia e non furono amputati, ma gli furono salvati gli arti inferiori offesi dall’infezione, grazie alla bravura e all’esperienza che in quell’ospedale, nato come sanatorio tubercolare nel 1920, hanno fatto la letteratura in chirurgia ortopedica per le infezioni ossee.
Li nel 1999 è nata ANIO, voluta fortemente da Girolamo e Sante (per gli amici Enzo), che appena ricoverati gli fu comunicato che quell’ospedale presto avrebbe chiuso i battenti, perché costava troppo alla regione Veneto, che se l’era trovato sulle spalle dopo la cessione da parte della regione Emilia Romagna, che lo realizzò come spinoff del Rizzoli di Bologna.  ANIO – Associazione Nazionale per le Infezioni Ossee ed articolari, è nata li, nelle corsie del Codivilla Putti, e oggi è l’ente di volontariato che tutti conoscete.
La caparbietà, la voglia di riscattarsi, il voler aiutare gli altri, a non dover passare la stessa odissea che vide loro combattere ogni giorno, per tre lunghi anni di acuzia da osteomielite, da quest’esperienza che molti di voi conoscono, ha preso vita l’associazione. L’ospedale non chiuse, grazie a un braccio di ferro tra malati e regione, fino a mettersi assieme a lavorare per trovare la soluzione, che oggi vede quel centro ancora attivo e funzionante, anzi migliorato grazie a enormi scorzi della società privata, Giomi SPA che intervenne in aiuto insieme all’Inail per finanziare il progetto da 36 miliardi delle vecchie lire, redatto a più mani, dal lungo e importante lavoro che due malati che avevano tirato fuori, con  i consulenti ed esperti della regione e altri che sposarono la causa dell’associazione. Due ragazzi poco dotti in materia sanitaria, ma esperti della necessità di un malato di infezioni ossee e coscienti del deserto dei tartari che avevano attraversato con il solo aiuto di amici e delle famiglie, hanno studiato normative e leggi, regolamenti e quanto già a quel tempo muoveva la complessa macchina della sanità pubblica, per contribuire a redigere il progetto di sperimentazione pubblico-privato, che a quel tempo era quali un’ eresia.
Oggi, il Codivilla Putti di Cortina è un Hub dell’associazione ANIO e in questi lunghi e contrastati anni si è riusciti a far crescere la cultura della prevenzione nelle infezioni ossee, ma la cosa ancor più forte che solo la macchina sociale e del volontariato poteva fare è di coagulare le Eccellenze per lavorare tutti verso una sola direzione, il bene del malato. Non è di secondo piano anche il grande lavoro che svolgono le altre strutture come il Cor (Chirurgia Ortopedica Ricostruttiva) al Pini di Milano con cui si stanno portando avanti formidabili attività di ricerca, o il Mios a Santa Corona di Pietra Ligure, il Careggi di Firenze, il Cto di Torino e il Rizzoli di Bologna.
Questi Hub o meglio detti centri d’eccellenza sono le strutture dove i casi gravi che non riescono a trovare risposte nelle regioni con le normali ortopedie, danno una concreta risposta al malato di infezioni ossee ed articolari. Il lavoro nel creare una rosa di strutture che operano sullo stesso problema, anche se con specifiche peculiarità, si svolge ogni giorno, in un intenso e importante lavoro che è alimentato da una squadra mista, fatta dall’Associazione Anio e dalla Sanità pubblica.
Ultima evidenza di questi sposalizi, è la realtà neo nata a Palermo, dove si è voluto mirare alla prevenzione delle patologie ortopediche, con la realizzazione dell’unita di prevenzione delle disabilita posturali e fragilità ossee, in seno al progetto nazionale “Officine D’Ippocrate, che vede l’Anio al Cto di Villa Sofia di Palermo, dare il forte contributo alla Regione Siciliana (1740 pazienti al mese, accolti e gestiti per le loro patologie, da medici dell’Anio e della struttura Ospedaliera). Per raccontatevela tutta non basterebbe un libro, ma servirebbe scrivere un’intera collana, ma ANIO in questi 15 anni ha maturato un’ esperienza singola, gli specialisti che oggi collabora con l’associazione sono tantissimi e distribuiti da Palermo a Cortina, per tutto il territorio nazionale, facendo un grande lavoro, nel supportare questa fascia di malti, che purtroppo non diminuisce per vari motivi. Era doveroso farvi questo piccolo racconto per rispondere a molte mail che da direttore scientifico del Giornale che state leggendo, ho ricevuto in questi ultimi periodi, volendo fugare dubbi e dicerie che qualcuno per ignoranza sostiene.
Redazione

di Redazione

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