Con il termine pet therapy (in italiano zooterapia) s’intende, generalmente, una terapia basata sull’interazione tra l’uomo e l’animale. Si tratta di una terapia che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo. La pet therapy non è quindi una terapia a sé stante, ma una co-terapia che affianca una terapia tradizionale in corso. Lo scopo di queste co-terapie è di facilitare l’approccio medico e terapeutico delle varie figure mediche e riabilitative soprattutto nei casi in cui il paziente non dimostra collaborazione spontanea. La presenza di un animale permette in molti casi di consolidare un rapporto emotivo con il paziente e, tramite questo rapporto, stabilire sia un canale di comunicazione paziente-animale-medico, sia stimolare la partecipazione attiva del paziente. Fu lo psichiatra infantile, Boris Levinson, a enunciare per la prima volta, intorno al 1960, le sue teorie sui benefici della compagnia degli animali, che egli stesso applicò nella cura dei suoi pazienti.
Questi, infatti, constatò che prendersi cura di un animale può calmare l’ansia, può trasmettere calore affettivo e aiutare a superare lo stress e la depressione. In conseguenza degli studi portati avanti da Levinson, negli Stati Uniti, nel 1981, fu fondata la Delta Society, che si occupa di studiare gli effetti terapeutici legati alla compagnia degli animali. In Italia, invece, fatta eccezione per la regione Veneto, non esiste una netta definizione giuridica per quanto riguarda le procedure ed i requisiti minimi necessari per poter effettuare l’attività della pet therapy.
Ciò è dovuto al fatto che spetta alle singole regioni normare sulla materia. Questo ha portato al formarsi di un panorama eterogeneo di ambienti di lavoro auto gestito con metodologie operative spesso molto differenti da una realtà all’altra.
Oggi, la pet therapy, che solo recentemente ha ottenuto il giusto riconoscimento, trova ampia applicazione in svariati settori socio-assistenziali, tra i quali: ospedali, comunità di recupero, case di riposo. In Sicilia, e a Palermo in particolare, a differenza del nord Italia, dove ormai da anni operano diverse realtà associative specializzate nella pet therapy, solo da poco si sono affacciate a questa nuova realtà co-terapeutica associazioni ed enti che formano e praticano la pet therpay.
La P.a.u.g.e.s. S.O.S Palermo Onlus, un’associazione di volontariato aderente all’ANPAS Nazionale, è una di queste e già da due anni ha cominciato a formare personale secondo i protocolli adottati e praticati dalla Dog 4 Life di Meda, una delle principali e antesignane organizzazioni che si è interessata della pet therapy e che oggi vanta un’attività all’avanguardia in Italia presso l’Unità Spinale del Niguarda di Milano. Le attività che l’Associazione sta portando avanti, sono progettate da un’équipe “prescrittivo progettuale” (E.P.P.) e poi sono attivate da una équipe “operativa” (E.O.).
Questo protocollo permette di stabilire una procedura univoca (protocollo operativo) da seguire che tenga conto sia del benessere della persona sia dell’animale coinvolto e prevedono due procedure differenti e ben delineate.
La prima consiste in Attività Assistite con Animali (le A.A.A.), che sono interventi di tipo educativo-ricreativo e di supporto psico-relazionale, finalizzati al miglioramento della qualità di vita di varie categorie di utenti (bambini, soggetti portatori di handicap, pazienti ospedalizzati, pazienti psichiatrici, anziani, detenuti). Questi interventi sono realizzati mediante animali in possesso di adeguate caratteristiche. Non essendo attività con valenza di tipo terapeutico, non è necessaria una specifica prescrizione medica. Tuttavia è comunque opportuna l’indicazione da parte di un professionista del settore sanitario o educativo che abbia in carico il soggetto destinatario dell’intervento e vengono progettate dalla EPP ed effettuate dalla EO.
La seconda riguarda le Terapie Assistite con Animali (le T.A.A.), che prevedono interventi individualizzati sul paziente, utilizzati a supporto delle terapie tradizionali (e pertanto definite co-terapie), per la cura della patologia di cui egli è affetto e sono praticati mediante animali appositamente educati. Esse sono finalizzate al miglioramento di disturbi della sfera fisica, motoria, psichica, cognitiva o emotiva. Sono progettate sulla base delle indicazioni sanitarie e psico-relazionali fornite dal medico e/o dallo psicologo di riferimento del paziente e prevedono precisi obiettivi ed indicatori di efficacia. L’intervento riabilitativo è finalizzato verso il recupero di una competenza funzionale che, per ragioni patologiche, è andata perduta, e l’evocazione di una competenza che non è comparsa nel corso dello sviluppo. Altri due obiettivi della Pet Therapy sono la necessità di porre una barriera alla regressione funzionale, cercando di modificare la storia naturale delle malattie croniche e degenerative, riducendone i fattori di rischio e dominandone la progressione, e la possibilità di reperire formule facilitanti alternative.
L’équipe prescrittivo progettuale (E.P.P.) individua l’animale corretto per il singolo paziente in base alle preferente personali, alle capacità psico-fisiche, all’analisi delle eventuali fobie specifiche, alle allergie ed in base alla risposta emotiva nelle prime sedute. Si cerca, compatibilmente con la disponibilità dei cani fruibili, di definire l’abbinamento cane-paziente tenendo conto della taglia, dell’indole e del tipo di pelo del cane.
Dott. Tommaso Zerilli
P.A.U.G.E.S. S.O.S.
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