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L’Osteoporosi, quando la debolezza dell’osso diviene una debolezza per la società

L’Osteoporosi costituisce, oggi, una sfida per il nostro sistema sanitario, le cui risorse sono in costante e forte diminuzione. Di recente, si è tenuto a Palermo il quarto convegno sull’Osteoporosi, che è stato denominato “Osteoporosi e qualità di vita”. Il convegno ha affrontato alcuni temi sia da un punto di vista sanitario che legale riscuotendo un’attenzione particolare. Infatti, le fratture rappresentano una fonte costante per la nascita di contenziosi legali e negli ultimi anni la medicina difensiva ha prodotto notevoli costi per la sanità. L’attuale commissario straordinario degli Ospedali Riuniti “Villa Sofia-Cervello”, Ignazio Tozzo, ha esposto alcuni provvedimenti che rileggeranno il sistema assicurativo degli ospedali. Finora, il sistema assicurativo preferito dai precedenti Governi regionali ha richiesto la stipula di contratti ingenti, che hanno coperto solo il 25% dei sinistri, scartando l’altro 75%. A breve, questo sistema sarà rimpiazzato da uno, dove confluirà una quota delle risorse sanitarie regionali. A questo proposito, s’istituirà una commissione di conciliazione che esaminerà i presunti casi di malasanità, dando risposte immediate all’utenza.
Ciò consentirà di diminuire i contenziosi legali, si ridurranno così costi che pesano sullo stesso sistema sanitario.
Il progressivo invecchiamento della popolazione causerà una crisi del sistema se non si metteranno in atto soluzioni efficaci. L’osso, quando perde di densità, per l’età avanzata degli anziani, diviene fragile e causa, spesso, fratture. Il recupero di questi ultimi è lento e parziale per la stessa età avanzata dei pazienti che ne sono rimasti vittime. Per impedire ciò, si rende necessaria una prevenzione che parta dall’adolescenza, promuovendo un’alimentazione costante, adeguata e ricca di calcio.
Chi non ha accumulato riserve di calcio sufficienti presenti nei vegetali e negli animali, non avrà la possibilità di recuperare dopo i 25 anni, moltiplicando di anno in anno la possibilità di incorrere in fratture. A questo proposito, nel 2012, sono state censite 94 mila fratture, di cui il 46% riscontrate negli anziani superiori agli 85 anni. Per 30 mila di questi sono state necessarie altrettante protesi, mentre il costo di questi interventi è stato di un miliardo. Non a caso, il costo medio di una frattura senza complicanza è di 6082 euro, mentre con complicanza si arriva a 6920 euro. Inoltre, chi si frattura il femore, vede la sua attesa di vita ridursi di 5 anni, mentre la possibilità di morire dopo la seconda frattura è del 75% in più per gli uomini e il 55% per le donne.
Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

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