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Infermieri … quanto valgono …per paziente?

Credo che il valore di queste figure professionali sia molto alto e in alcuni casi lo si può stimare in una scala di riconoscenza al di sopra dei quello del medico. Se richiamiamo i nostri ricordi di quando ci troviamo in ospedale o da un medico, di sicuro abbiamo più che una parola da dire sulla figura dell’infermiere. Per chi è stato in ospedale qualche volta, non deve fare grandi sforzi per formulare qualche riflessione di apprezzamento o sdegno, ma quanto vale un buon infermiere? … Vale tanto e spesso è anche sotto stimato, con una netta differenza tra gli infermieri del Nord e quelli del Sud.

Anche da parte della Magistratura, che ha considerato troppo spesso nei suoi pronunciamenti l’infermiere come figura “ausiliaria” e subalterna al medico, riconoscendone in parte autonomia professionale. Proprio quest’ultimi molto spesso li identificano con il termine “personale paramedico”. Infatti, sempre “le funzioni di ausiliari del personale medico imputabili agli infermieri escludono che questi abbiano autonomia valutativa riguardo alla verifica della compatibilità del quadro clinico del paziente con l’intervento e le cure dei medici. Insomma, gli infermieri non rivestono la posizione di garanzia come prospettata nel capo di imputazione”.

Invece, per il malato l’infermiere è una figura di primo livello, è la persona che ha maggiore vicinanza con il paziente e la famiglia, spesso compensando tutta la vicinanza e il calore umano che il malato ha bisogno e che non riceve dal medico, anche per le performance che questi devono garantire nell’ordinarietà giornaliera. Perché tra Nord e Sud vi è una netta differenza del personale infermieristico? Questo non è un campanilismo che voglio enfatizzare, ma solo una consapevolezza che si evidenzia anche nelle strutture ospedaliere in cui ANIO partecipa attivamente, la formazione, che è l’ingrediente che è poco usato nella grande macchina produttiva della sanità.
Al Nord, il personale infermieristico è obbligato a formazione continua e specialistica, con schede di valutazione mirate da rischio clinico, e ulteriormente motivato da incentivi di resa lavorativa.
Al Sud, la formazione di questa fascia importantissima ha maggiore tolleranza e la scelta di formarsi o meno è affidata al libero arbitrio del soggetto, tranne quelle giornate imposte, che diventano gite fuoriporta non sempre fruttuose.
L’infermiere ha la responsabilità del paziente quanto e più del medico per non porre in secondo piano l’importanza del rapporto umano.
È l’infermiere che mette il malato nelle migliori condizioni psicologiche nel percorso riabilitativo e di guarigione. Grazie a tutti coloro che fanno bene il loro lavoro, a Nord o a Sud che siano, e lancio un forte monito a chi sottovaluta la sua importanza e il suo valore, vanificando l’operato del medico e deludendo le aspettative del malato.
Dott. Girolamo Calsabianca

di Dott. Girolamo Calsabianca

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