La prevenzione in ambito sanitario è un utile e potente strumento per contrastare l’espansione di malattie come il diabete e i tumori. Se ad una politica preventiva efficace corrisponde un afflusso massiccio del pubblico, allora si è sulla buona strada per arrivare anche ad una diminuzione dei costi. Non è facile organizzare una politica sanitaria basata sulla prevenzione, perché si richiede in questa situazione un coordinamento di molte branche diverse della medicina, del volontariato, delle Istituzioni e dei cittadini che non è facile da conseguire in tempi brevi. Mettere d’accordo tante teste non è mai facile né realizzabile nel breve periodo, ma può rivelarsi vincente nel lungo. Oggi, il nostro Paese è abituato a lavorare per compartimenti stagni, dove i singoli attori economici, sociali, politici e sanitari non coordinano se non con difficoltà azioni comuni dirette al conseguimento di obiettivi condivisi. Ciò disperde numerose risorse umane, materiali e finanziarie che si risolve in uno spreco che non possiamo più permetterci. Eppure, un esame approfondito della realtà, la condivisione di obiettivi comuni e il coordinamento delle risorse permetterebbero l’attuazione di una politica sanitaria preventiva in grado di produrre meno sprechi. Inoltre, diminuirebbero i costi sociali, umani e economici per una società già parecchio sofferente per molte spiacevoli contesti in cui si ritrova. Non è un risultato che si possa conseguire a breve, ma occorre cimentarsi in quest’opera costruttiva, anche nel proprio piccolo, poiché le alternative sono poche o nulle. Inoltre, il contesto globale in cui le trasmigrazioni dei popoli sono imponenti, consente anche lo spostamento di problematiche sanitarie da un Paese all’altro e, per esempio, le patologie croniche sono uguali per tutti. Per questo motivo, una politica di prevenzione efficace non può non tenere conto di queste problematiche la cui risoluzione non può essere lasciata ai singoli Paesi. La partecipazione sempre più numerosa della gente alle campagne di prevenzione sanitaria dimostra che c’è desiderio di conoscere e di informarsi su questi aspetti, perciò non si può che cambiare politica e iniziare a realizzare una politica sanitaria diversa dove gli attori interessati procedano secondo linee condivise e azioni comuni.
Dott. Girolamo Calsabianca
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