Gli errori nella terapia farmacologica rappresentano una delle principali cause in grado di scatenare eventi avversi nei pazienti ospedalizzati.
Si tratta di errori multifattoriali, addebitabili agli operatori sanitari che intervengono a vario livello lungo il processo di gestione del farmaco.
La prevenzione e la riduzione di rischi ed errori in terapia farmacologica costituiscono delle priorità assolute nell’ambito dell’assistenza sanitaria [Ministero della Salute, 2007].
Si rileva strategica, a tal fine, la definizione di adeguate procedure per la corretta gestione dei farmaci all’interno delle unità operative aziendali, anche in adeguamento agli standard definiti nell’ambito del Progetto Joint Commission International promosso dall’Assessorato alla Salute della regione siciliana.
Si tratta di una procedure finalizzate ad uniformare le modalità attraverso le quali il personale sanitario delle UU.OO. aziendali, nell’ambito delle differenti attività di competenza, si occupa dell’approvvigionamento, del controllo delle scadenze, del controllo quantitativo/qualitativo dei farmaci in dotazione. Rientrano nelle procedure anche la pulizia degli armadi e il controllo della loro accessibilità.
In ogni reparto è innanzi tutto necessario disporre delle risorse farmacologiche idonee ad assicurare un’adeguata assistenza a ciascun paziente. E’ estremamente importante evitare giacenze eccessive o presenza di prodotti scaduti. Il personale addetto è chiamato anche ad usare la massima attenzione nella custodia di farmaci definiti ad alto rischio. Il riferimento prioritario per una adeguata procedura è il gruppo Standard “Gestione e utilizzo dei farmaci (MMU)”.
I punti fondamentali su cui concentrare l’attenzione degli operatori sono essenzialmente i seguenti:
– i farmaci e le soluzioni vanno conservati in condizioni fisico-ambientali idonee a garantire la stabilità dei prodotti, in locali non accessibili a degenti o altri visitatori;
– i farmaci stupefacenti vanno conservati in cassaforte chiusa, o, in mancanza, in un armadio chiuso a chiave situato in un altro locale;
– tutti i farmaci e le soluzioni devono essere accuratamente etichettati con l’indicazione del contenuto, della data di scadenza e delle eventuali avvertenze per l’uso;
– ogni farmaco va sempre custodito nella confezione originale. Nel caso in cui un blister di compresse debba essere diviso in due o più parti, in ognuna di esse devono risultare leggibili nome commerciale, principio attivo e data di scadenza. I flaconi, inoltre, non devono mai essere privi del tappo e, in presenza di farmaci in confezione multi dose, deve essere sempre presente il foglietto illustrativo;
– gli elettroliti concentrati non sono conservati nelle UU.OO. se non laddove clinicamente necessari. In tal caso, devono essere attivati dei meccanismi di sicurezza per prevenirne la somministrazione accidentale, così come previsto dallo standard IPSG 3;
– particolare attenzione è dovuta ai farmaci in confezione o con un nome simile, cosiddetti farmaci LASA (look-alike / sound-alike), la cui lista è disponibile sul sito del Ministero della Salute già dal 2010 [Raccomandazione n. 12, 2010; Progetto farmaci LASA e sicurezza dei pazienti, 2010];
– tutte le aree di deposito di farmaci e soluzioni vanno periodicamente ispezionate dai farmacisti aziendali che verificano lo stato di conservazione dei singoli prodotti e delle soluzioni (scadenze, quantità, giacenze).
Le politiche aziendali devono inoltre prevedere che le ispezioni vengano effettuate in tutte le UU.OO. e Servizi con cadenza disposta dal Responsabile dell’U.O.C. di Farmacia.
La conoscenza e la diligente osservanza delle norme sopraelencate sono essenziali per la sicurezza del paziente, per l’efficacia delle cure e, non ultimo, per la salvaguardia delle strutture sanitarie da responsabilità di ordine medico-legale.
Dott. Tommaso Mannone
Risk Manager Ospedali Riuniti Vlla Sofia Cervello
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