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Le droghe, il loro uso resta off limits

Seppur la recente sentenza della Corte Costituzionale abbia riammesso implicitamente l’uso della molecola cannabinoide per terapia, ciò non significa che è ammesso l’uso libero di queste sostanze che restano in ambito farmacologico. A ricordarci quanto resti pericoloso l’utilizzo delle droghe, è il Dott. Pierfrancesco Sannasardo, psichiatra e psicoterapeuta presso il centro di prevenzione, consulenza e terapia per adolescenti e per le famiglie, denominato Telemaco, dell’Asp 6 di Palermo in questa intervista.

La droga ha sempre avuto un uso terapeutico, ma dove finisce l’utilizzo e dove inizia l’abuso?
<<L’abuso qualifica un rapporto specifico tra soggetto e sostanza. Classicamente, si distingue l’uso abituale dall’abuso e dalla dipendenza che è una categoria specifica e che rientra in una linea che può passare da un uso occasionale ad uno di dipendenza. Molto dipende dalla cultura dei tempi, che ha visto alcune di queste hanno avuto la capacità di tollerare un abuso delle sostanze più che un uso saltuario. In Italia è accaduto che alcune sostanze sono state ammesse dalla Corte costituzionale che ha abolito la precedente legge sulla modica quantità. Tuttavia, ciò avrà un grosso impatto nella società e nelle famiglie perché potrebbe essere percepito come una dichiarazione di scarsa pericolosità delle stesse. Perciò, il legislatore reintrodurrà la divisione tra droghe a bassa pericolosità e sostanze stupefacenti ad alta rischiosità. In realtà, daranno introdotti dei farmaci con il principio attivo del tetracannabinoide, non certo l’uso dello “spinello”. Occorre, infatti, sottrarre quello che è una visione medica a quella che è una moda del momento che si traduce, a loro volta, in una legislazione d’occasione. Il provvedimento sarà preso a favore di pazienti con patologie molto gravi che potranno usufruire di una metodologia medica sotto forma di farmaci. È pericolosa, invece, una legislazione che favorisce l’uso libero di sostanze, la cui diffusione negli adolescenti è legata all’accessibilità come l’alcool. È necessaria una presa di coscienza degli adulti per una responsabilizzazione delle parti, partendo dagli insegnanti. In tutte le materie, è preferibile che gli insegnanti pongano attenzione alla crescita psicologica degli adolescenti e alla loro relazione con se stessi. È, oggi, indispensabile iniziare questo lavoro dalle scuole medie, perché è in questo momento che avviene l’incontro con queste sostanze. In questo, è necessario un rapporto stretto tra la Sanità e le scuole>>.

Come mai quest’incontro sta avvenendo in un’età tanto precoce, quale quella dei dodicenni/tredicenni?
<<Un ruolo è svolto dall’ampia disponibilità dei prodotti come nel già ricordato caso dell’alcool e ciò dipende dalle politiche di produttori che mirano a guadagnare fasce di popolazione, prima non interessate. Poi, ci sono le imitazioni dei più grandi dai più piccoli come succede nel caso del gioco d’azzardo. È chiaro che l’uso continuo di sostanze è di una minoranza che, però, è in aumento rispetto dieci anni fa. Il pericolo è che l’uso di queste sostanze si diffonda tra le fasce deboli, cosa che porterebbe all’aumento di psicosi che hanno costi sociali ed economici enormi. Quest’uso può permanere come tratto della personalità delle persone e poi, esiste il pericolo d’infezioni come l’epatite C per l’uso di strumenti infetti, oltre a squilibri cardio-circolatori gravi>>.

L’uso di cannabinoidi, che è il principio attivo contenuto nelle droghe leggere, è strettamente legato all’insorgenza di psicosi?
<<Su quest’aspetto, esiste una letteratura che suggerisce che vi sia 11% in più di possibilità che l’uso di cannabinoidi porti alle psicosi e che rappresenta una cifra troppo alta perché si consenta l’uso libero. Occorre anche considerare le età d’inizio, poiché l’utilizzo in età adolescenziale o pre-adolescenziale espone a maggiori rischi, perché può sperimentare prima droghe pesanti>>.

È vero che l’uso di droghe leggere porti all’utilizzo di sostanze più pesanti?
<<Esaminando gruppi di pazienti che fanno uso di eroina o cocaina, si nota che la maggior parte di essi ha fatto uso, in precedenza, di cannabis, ma che questo passaggio sia automatico, non è ancora scientificamente provato. I dati di consumo di cannabinoidi indicano un uso del 40% mentre l’utilizzo successivo di droghe pesanti è al 5%, per cui il restante 35% non ha realizzato questo passaggio. Si tratta di studi epidemiologici che andrebbero finanziati per avere l’evidenza scientifica. In realtà, occorre che il legislatore, che si basa su dati scientifici, è obbligato a fare una legislazione che evidenzi i pericoli dell’uso di queste sostanze tra i più giovani, perché il loro cervello si sta formando, per cui l’impatto è diverso che negli adulti. Le emozioni provate da un adolescente sono maggiori rispetto a quelle verificate in un adulto, per cui l’uso è maggiore nei giovani che negli adulti stessi>>.
Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

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