Le malattie cronico degenerative, si confermano come prima cause di morte e di disabilità nel nostro Paese. A “guidare” questa triste graduatoria sono le malattie cardiovascolari, seguite da quelle tumorali. In costante aumento si presentano anche le malattie metaboliche (diabete mellito in particolare), respiratorie, osteoarticolari e neurodegenerative (Morbo di Parkinson, Morbo di Alzheimer, etc.). Le malattie cronico degenerative rappresentano un insieme composito di patologie e condizioni molto disomogenee fra loro, non hanno un’unica causa eziologica, ma presentano in comune l’evoluzione cronico (generalmente lenta) – degenerativa (progressivo e in genere inarrestabile peggioramento nel corso del tempo delle condizioni cliniche del paziente).
Se l’invecchiamento della popolazione costituisce il principale fattore, dell’aumentata incidenza di tali malattie, tuttavia, va ampiamente evidenziato come questo gruppo, assai eterogeneo di patologie, riconosca nella sua genesi, anche fattori di tipo ambientale e comportamentale.
Tali fattori vengono descritti, a conferma della loro importanza, come, determinanti della salute, poiché in grado di influenzare, in senso positivo o negativo, lo stato di salute di individui e/o intere popolazioni. Fra tali fattori si ricordano l’inquinamento ambientale, i fattori socio economici, gli stili di vita e, non da ultimo per importanza, la possibilità di accedere a servizi sanitari e sociali efficienti. Le strategie per affrontare adeguatamente le malattie cronico degenerative sono ben diverse da quelle attuate per affrontare le malattie acute. Esse richiedono un diverso ruolo delle cure primarie basato sulla medicina d’iniziativa, con un’attenzione del tutto particolare nei confronti dei determinanti sociali della salute. Un sistema sanitario moderno che voglia davvero fornire risposte adeguate ai nascenti e mutati bisogni di salute dei cittadini per rispondere in maniera efficace all’aumentata diffusione delle patologie croniche, deve necessariamente operare un cambiamento radicale nell’organizzazione, nella qualità e nell’erogazione dei servizi sanitari e sociali.
Una vera e propria rivoluzione culturale, prima ancora che organizzativa, un nuovo modello assistenziale in grado di intercettare il bisogno di salute dei cittadini, prima dell’insorgere della malattia, prima che essa si manifesti o evolva verso forme più gravi. Un modello assistenziale è orientato alla popolazione con al centro il paziente informato ed educato a giocare un ruolo attivo e da protagonista nella gestione della propria patologia. Secondo tale modello il paziente cronico non si limita a ricevere “ passivamente” le prestazioni sanitarie ma interagisce attivamente, anzi proattivamente, con il Team Multiprofessionale che lo prende in carico. Il team, infatti, è composto da un Medico di medicina generale, da Medici specialisti, da Infermieri, da Fisioterapisti, da Dietisti, da Chinesiologi, etc….
Aspetto fondamentale della medicina d’iniziativa è quindi far acquisire alle persone assistite quelle conoscenze e quelle capacità che le mettano in grado di contribuire fattivamente all’autogestione della propria malattia (essere in grado di monitorare autonomamente la propria pressione arteriosa, la propria glicemia, il proprio peso corporeo, gestire adeguatamente l’uso dei farmaci prescritti).
Compito dell’equipè sarà quello di valutare nel tempo l’acquisizione di tali competenze, di educare la persona all’adozione di corretti stili di vita quali, di praticare una regolare attività fisica, di avere idonee abitudini alimentari, di evitare il fumo di sigaretta e l’eccessivo consumo di alcool, visti non solo come strumento di prevenzione ma anche come indispensabile sussidio per una gestione globale ed efficace della propria patologia.
Dott. Antonio Gambino
Chinesiologo
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