alcol giovani
alcol giovani

L’abuso di alcool, quando ad essere minacciati sono i più giovani

L’ampia diffusione dell’alcool tra le fasce giovanili aumenta sempre più, per cui il disagio sociale e i pericoli non sono venuti meno. Per avere un quadro migliore sulle cause e sulla diffusione di questo dannoso fenomeno, intervistiamo il dott. Giampaolo Spinnato, psichiatra e coordinatore del Sert 2 dell’Asp di Palermo.

Il consumo di alcool è aumentato o è diminuito nella popolazione?

<<Fino ad alcuni anni fa, l’alcolismo ha avuto un trend di diminuzione globale dei consumi, ma occorre distinguere tra patologia alcolista e consumi d’alcool. Adesso, il consumo di alcool si è stabilizzato, però si è avuta una diminuzione dei consumi dai 40 anni in su a fronte di un aumento relativo nella fascia di età che va dai 13 anni ai 20. Il dato è nazionale, ma la Sicilia consuma meno alcool rispetto ad altre regioni. Tuttavia, i dati allarmanti riguardano l’aumento del consumo nella popolazione giovanile nonostante esista una legge che proibisca la vendita di alcool tra i ragazzi di età inferiore ai 18 anni. Oggi, vi è un abbassamento dell’età di inizio d’uso, che prima era di 15/14 anni, mentre ora è si attesta sui 12/13 anni>>.

Come mai l’alcool si sa diffondendo tra i più giovani?

<<Sicuramente, l’alcool è diventato un bene di consumo che ha sempre individuato la popolazione giovane come target, ma l’attenzione è aumentata verso questa fascia negli ultimi anni. Vi è stato un aumento dei luoghi di aggregazione dei giovani dove sono vendute bevande alcoliche. Inoltre, sia la presentazione verso i giovani della bevanda stessa, sia la diffusione di bibite a bassa gradazione alcolica mescolate con succo di frutta, hanno favorito la diffusione. Molto ha fatto l’immagine delle aziende che hanno sponsorizzato parecchi eventi dedicati ai giovani, che ha contribuito anch’esso alla diffusione dell’alcool tra i giovani>>.

Quali sono i fattori che favoriscono questa diffusione?

<<Questo è un discorso più complesso, perché le sostanze sono utilizzate in funzione della loro presenza sul territorio e della loro accessibilità. Se l’alcool è molto presente e molto accessibile, allora è molto utilizzato. L’uso dell’alcool non è associato automaticamente al disagio perché chiunque può consumarlo senza per questo divenirne dipendente. Tuttavia, l’alcool può entrare in qualche modo sulle modalità in cui la sostanza è consumata, perché il suo utilizzo entra più frequentemente in caso di situazioni emotive particolari. Perciò, il legame del giovane con l’alcool può divenire più stabile e ciò crea i problemi di dipendenza>>.

Come può crearsi il rapporto uso di alcool e dipendenza. Qual è l’impatto psicologico?

<<Dal punto di vista psicologico, l’alcool entra nelle sensazioni emotive ed è un modulatore delle affettività come tutte le sostanze. Ciò fa sì che l’alcool stesso sia sempre più utilizzato nel corso del tempo, perché può agevolare alcuni passaggi emotivi che un ragazzo può sviluppare durante lo sviluppo. Questo rapporto può stabilizzarsi nel tempo e può creare problemi nella crescita, perché, aiutando a diminuire i freni inibitori, permette alla persona di affrontare determinate esperienze, ma ciò comporta due effetti negativi. Il primo è di stabilizzare il consumo come già detto, ma il secondo è di non permettere al ragazzo di sviluppare delle modalità alternative per affrontare i contesti emotivi, bloccando la crescita emotiva della persona stessa>>.

Quali pericoli può comportare la dipendenza dall’alcool?

<<Per quanto riguarda l’uso di automezzi, occorre distinguere tra l’uso momentaneo dell’alcool e quello persistente. Nel primo caso, può esserci un’alterazione dell’attenzione durante la guida di automezzi o durante l’attività fisica, per cui la persona può costituire un pericolo per sé e per chi gli è vicino. Nel secondo, l’uso persistente di sostanze proibite si possono sviluppare disfunzioni cardio-circolatorie o altre malattie collegate all’abuso di alcool come la cirrosi epatica, il diabete o l’ipertensione>>.

Quando è necessario intervenire per recuperare la persona?

<<Un problema che abbiamo, è il ritardo con cui facciamo le diagnosi, poiché chi si rivolge ai servizi dell’Asp è affetto da diversi anni da questa problematica. Esiste nella società l’idea molto forte che questi problemi possano essere risolti in breve tempo anche tra i medici di famiglia piuttosto che portarli nelle strutture specialistiche. Tuttavia, più tardi s’interviene, più il soggetto rischia di sviluppare malattie debilitanti che possono rendere il suo recupero molto difficile>>.

La scuola può intervenire in questo senso?

<<La scuola può intervenire, ma spesso è sovraccaricata dai compiti che si danno. Il ruolo della scuola è importante, ma lo è anche la collaborazione tra la scuola e le famiglie che permette di individuare in tempo l’abuso di alcool>>.
Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *