Sun Black
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The Sun Black – Il Pomodoro Nero

Dal 10 aprile, è entrato in commercio Il Pomodoro nero chiamato anche “SunBlack”, un particolare tipo di pomodoro, ricco di antociani, cioè di sostanze dal potere antiossidante che aiutano a combattere i radicali liberi. La notizia ci giunge dall’Università della Tuscia e Sant’Anna di Pisa, dal Rettore Pierdomenico Perata e questa varietà di pomodoro è stata sviluppata all’interno del progetto ‘Tomantho’, il cui nome deriva proprio dalla fusione fra “tomato” (pomodoro) e “anthocyanin” (antocianina). Si tratta di un progetto coordinato dal “Sant’Anna” e portato avanti insieme alle Università della Tuscia (Viterbo), di Modena e Reggio Emilia e di Pisa e il SunBlack è stato ottenuto dal prof. Gian Piero Soressi dell’Università della Tuscia.
Oltre alle caratteristiche nutrizionali del ‘pomodoro tradizionale’, il “pomodoro nero”, dunque, aggiunge le capacità antiossidanti delle frutta “a buccia nera”, ma in quantità aumentata. Gli alimenti ricchi di queste sostanze (antociani) sono il ribes, la ciliegia, il cavolo rosso, l’uva, la fragola, le bacche in generale. Gli antociani si ritrovano, soprattutto, nell’uva nera, nei mirtilli, nelle fragole, nelle ciliegie, ma la loro presenza nelle comuni varietà di pomodoro non è significativa, al contrario del caso di “SunBlack” secondo gli esperti. Altri alimenti, in cui gli antociani sono presenti, seppur in minor quantità, sono la banana, l’asparago, il pisello, la pera e la patata. La colorazione di tali sostanze è così forte da mascherare spesso gli altri pigmenti.
Gli antociani sono composti poliaromatici poliossidrilati in grado di reagire con gli ossidanti quali l’ossigeno molecolare e i radicali liberi riducendo così i danni che queste molecole possono provocare alle cellule e ai tessuti. Grazie a questa loro attività antiossidante e antiradicalica, queste sostanze possono essere molto utili per i loro impieghi in medicina. Questi pigmenti sembrano proteggere contro la fragilità dei capillari, e contro vari processi d’invecchiamento o modificazioni cellulari provocati dall’ossigeno, tra cui processi infiammatori. Questi pigmenti possono essere inoltre utilizzati come indicatori di pH, virando dal rosso al violetto o blu con l’aumentare dell’alcalinità dell’ambiente. Gli antociani sono anche impiegati come additivi alimentari e sono presenti come colorante rosso antociano (E163), usato nelle marmellate e altri alimenti normalmente con pH acido come lo yogurt.
Industrialmente le antocianine si estraggono dalla buccia dell’uva rossa, come sottoprodotto dell’industria enologica. L’estrazione avviene con acidi diluiti e il prodotto è un liquido contenente zuccheri, acidi, sali e pigmenti originariamente presenti nella buccia. Per essiccazione si ottiene una polvere idrosolubile relativamente ricca in questi pigmenti. “L’accordo di licenza sottoscritto con l’azienda ‘L’Ortofruttifero’”, commenta Pierdomenico Perata, Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna, “consolida il ruolo della Scuola Superiore Sant’Anna come motore di sviluppo locale, sta contribuendo a portare innovazione nelle imprese radicate sul territorio, in un ambito come quello dell’ortovivaismo, in cui l’inserimento di elementi innovativi può risultare ancora più difficile”.
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