La primavera è entrata da pochi giorni e già i mass media sono prodighi di consigli sulle allergie stagionali. In effetti i sintomi che affliggono i pazienti, possono raggiungere livelli di intensità tale, da risultare limitanti per le attività quotidiane individuali (lavoro , studio, etc.). Tuttavia, se i consigli nelle varie rassegne non sono mancati, si vuole qui sottolineare quali sono realmente le piante responsabili di pollinosi in Sicilia e dalle quali ovviamente dobbiamo aspettarci sintomi più frequentemente. Questo proprio perché la Sicilia si differenzia dalle altre regioni di Italia per la sua posizione centrale nel Mediterraneo e con caratteristiche climatiche miti e prolungate. Sicuramente la piantagione maggiormente responsabile per frequenza di manifestazioni particolarmente intense è la Parietaria che è una pianta sempre verde della famiglia delle urticacee. S’incontra giornalmente ad ogni angolo di strada in zone soleggiate o ombreggianti della città ed fuori città e ne esistono due tipi, la parietaria officinalis e la Judaica. Entrambe sono allergizzanti, ma in Sicilia la più diffusa è la judaica tipica delle isole. In questa regione, la fioritura è pressoché perenne, ha un periodo di pollinazione bifasico, poiché inizia a febbraio- marzo e raggiunge il massimo in maggio, ma ha una ripresa della fioritura nei mesi di settembre e ottobre. Il polline della Parietaria è di piccole dimensioni (10-15 micron), sferico, dotato di tre aperture sferoidali, c.d. “pori”. La durata prolungata della fioritura è responsabile di sintomi particolarmente intensi quali rinite ed asma, sintomi che colpiscono maggiormente nelle giornate di vento (scirocco, maestrale, libeccio). La Parietaria è anche conosciuta con i nomi di erba vetriola, erba della Madonna, erba di vento. Altre piante particolarmente frequenti, sono quelle della famiglia delle Graminacee o Poacee e s’incontrano nei campi incolti, ai bordi delle autostrade in zone soleggiate, soprattutto appena fuori città. Rappresentano la famiglia botanica più diffusa e i loro pollini rappresentano la principale causa di pollinosi in Italia. Appartengono a questa famiglia piantagioni coltivate il grano, l’orzo, la segale, ma anche piante spontanee come cynodon (erba canina), la festuca helatior (paleo dei prati), la poa pratensis (gramigna dei prati), pleum pratensis (erba codolina ), etc. Sono responsabili del cosiddetto raffreddore da fieno e fioriscono dai primi di aprile a giugno, ma la fioritura si prolunga anche in estate. I granuli pollinici sono sferoidali od ovoidali, con diametro che può variare da 22 a 122 micron. La famiglia delle Graminaceae risulta molto omogenea anche dal punto di vista della morfologia pollinica, per cui è difficile un loro riconoscimento nell’ambito della famiglia con il microscopio ottico. La sensibilizzazione al polline di Olivo (fam. oleacee) è responsabile di frequenti sensibilizzazioni circa il 30% di tutti i casi di Pollinosi. La stagione pollinica è, comunque, breve, circa 45–50 giorni, ma particolarmente intensa come sintomi nel periodo compreso tra fine Aprile Maggio e Giugno ed è responsabile frequentemente di asma. Le piante hanno un’alternanza annuale delle concentrazioni Polliniche. Quando si pensa al Cipresso (fam . cupressacee), si pensa agli alberi che ornano i cimiteri. In realtà, è un polline considerato emergente fino a pochi anni fa, ma, oggi, con la diffusione per ornamento di siepi della famiglia cupressacee (c. sempervirens e c. arizonica) ma anche ginepro e tuje, la sensibilizzazione a queste piante è diventata molto più frequente. Per prevenzione, le cupressacee andrebbero piantate non troppo vicine alle abitazioni e potate in autunno per ridurre la pollinazione che va nel periodo di fine gennaio-febbraio-marzo (pollinazione pre-primaverile). La sensibilizzazione è responsabile di frequenti episodi oculo-rinitici, più raramente di asma. Altre piante responsabili di pollinosi sono le Composite o le Asteracee, famiglia che comprende circa 13.000 specie, oltre 600 delle quali presenti in Italia. Le specie, però, in grado di dar luogo ad una sensibilizzazione allergica sono poche e, in particolare, la Sicilia è interessata dall’Artemisia, con diverse specie, la più frequente l’A. vulgaris (assenzio selvatico). Appartengono a questa specie anche la camomilla (matricaria chamomilla), il crisantemo (chrisantentenum indicum) e la margherita dei prati (bellis perennis) di scarso significato allergologico. Tra gli alberi distinguiamo quelli a discreta allergenicità come le Salicacee (Salice, Pioppo), le Platanacee (Platano), le Cupulifere (Faggio, Quercia, Castagno), le Corylacee (Nocciolo, Carpino), con periodo di pollinazione Aprile-Giugno. Inoltre ci sono anche piante arboree a modesta allergenicità come le Pinacee (Pino nero, Pino marittimo, Pino domestico), le Aceracee (Acero), le Leguminose (Mimosa), le Tiliacee (Tiglio), le Myrtacee (Eucalipto). Le pinacee producono grandi quantità di pollini nel periodo Aprile-Giugno, dotati però di scarso potere allergizzante. La Mimosa libera piccole quantità di polline nel periodo Marzo-Luglio. Allergizzante, ma poco anemofilo si diffonde più difficilmente responsabile delle “Pollinosi da vicinato”. Un allergene che interessa particolarmente le regioni marine è la Salsola (Salsola KaliI) che fiorisce da Giugno a Settembre. La Salsola kali è una pianta erbacea, molto ramificata, di colore grigio/verde e può raggiungere un’altezza fino a 60 cm. Presenta una superficie glabra e foglie carnose e aculeate e il suo habitat sono le coste marine o le dune salate. Pianta tipica della macchia mediterranea, la si trova nei terreni rocciosi che degradano a mare fino alle spiagge. Ne abbiamo degli esempi vicini alla Riserva dello Zingaro e Capo Gallo, ma purtroppo anche in zone edificate vicino al mare. Infine, si segnala un allergene emergente, fortunatamente da noi ancora limitato, ma che nei prossimi anni potrebbe aumentare, le Ambrosie. È una pianta originaria del Nord America ora presente anche in Italia (Lombardia Piemonte e Liguria). La diffusione dell’Ambrosia nel Nord Italia si è sviluppata inizialmente nelle vicinanze degli aeroporti, in particolare Malpensa, dove l’atterraggio di aerei internazionali che trasportano i pollini nelle ruote dei carrelli. Anche il trasporto di sementi oppure di mangimi per uccelli inquinati dal polline, associato a condizioni climatiche e ambientali favorevoli, può avere favorito la propagazione delle ambrosie. In Sicilia il fenomeno è ancora molto arginato e il polline è’ presente in pianura e bassa collina non superiore ai 400 m. La pollinazione raggiunge la massima diffusione tra la seconda metà del mese di agosto e la prima metà del mese di settembre, ma è particolarmente intensa e responsabile di sintomi respiratori. Cosa fare in presenza di sintomi allergici? Rivolgersi con fiducia al medico curante, il quale invierà dallo specialista che indagherà sulla presenza di sensibilità allergica mediante PRICK test. Sono diversi i centri che eseguono l’esame e la dicitura del SSN è test epicutanei a lettura immediata (fino 12 allergeni) codice 91.90.5 prestazione legata anche a visita allergologica codice 89.7. La terapia si fonda su farmaci sintomatici e immunologici. Gli antistaminici sono sintomatici indicati nella rinite allergica, hanno subito un’evoluzione rispetto a quelli di prima generazione, la cui assunzione determinava forte sonnolenza ed aumentavano il senso della fame. Oggi le molecole di ultima generazione danno minori effetti secondari. Nella rinite sono anche indicati gli steroidi per uso topico nasale che in associazione ai primi risultano molto efficaci. Nell’asma la terapia si fonda soprattutto su antiasmatici beta2 mimetici, anch’essi associati a steroidi bronchiali. La terapia antiallergica, però, si fonda sull’immunoterapia specifica ovvero vaccino specifico per il singolo allergene, unica in grado di modificare l’evoluzione dell’allergia. A Palermo, è previsto il rimborso dell’asma bronchiale soltanto con diagnosi.
Dott. Giancarlo Santonocito
Allergologo
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