L’influenza stagionale insieme alle sindromi simil-influenzali sono ormai prossime e l’esborso economico a carico delle famiglie e dello Stato non sarà leggero: ogni anno ammonta infatti a circa 10,7 miliardi di euro, quasi quanto una manovra economica.
Mentre gli Stati, a velocità e con impegni diversi, cercano di mettere a punto piani sanitari in grado di affrontare l’eventuale rischio pandemia, l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), dedica sul proprio portale un focus per sfatare 5 miti sul virus, che causa ogni anno fino tra i 350.000 e i 650.000 morti nel mondo e milioni di ricoverati.
Eppure, i vaccini costano poco più di 3 euro per il Ssn e appena 2,4 euro per le famiglie, ma solo il 14% dei cittadini vi ricorre ogni anno.
A calcolare l’incidenza economica dell’influenza è il primo studio italiano sui costi per le famiglie dell’influenza e delle infezioni ricorrenti simil-influenzali, presentato, di recente, al XIX Congresso Nazionale della Società Italiana di Pneumologia (SIP), a Venezia.
Le famiglie, emerge dallo studio, spenderanno 8,6 miliardi di euro e lo Stato 2,1 miliardi, per un totale di ben 10,7 miliardi.
Ma sarà proprio sui cittadini l’aggravio maggiore: le famiglie, quasi senza accorgersene, spenderanno in media 250 euro per influenza e sindromi parainfluenzali, mentre il Servizio sanitario nazionale (Ssn) per ogni malato dovrà sborsare 62 euro l’anno.
La maggioranza (tre quarti) dei costi deriva dall’assenteismo lavorativo e/o scolastico indotto dall’infezione influenzale o simil-influenzale, oltre che dalla spesa per farmaci sintomatici di fascia C e quindi a totale carico del cittadino: per antitosse, mucolitici, antinfiammatori e aerosol si spendono circa 27 euro l’anno, mentre per il vaccino antinfluenzale, che potrebbe evitare molti dei casi di infezione respiratoria da virus influenzali, appena 2,40 euro.
Proprio i vaccini si confermano dunque un’arma a basso costo per tutti, anche se ancora sotto-utilizzata: costano poco più di 3 euro per il Ssn e, appunto, appena 2,4 euro per le famiglie, ma solo il 14% dei cittadini vi ricorre ogni anno e il 60% non si è mai vaccinato, nonostante il 70%, rileva lo studio, consideri essenziale la vaccinazione.
La ricerca sui costi dell’influenza ha coinvolto un campione di 1.200 italiani ed è stata condotta da Roberto Dal Negro, Responsabile del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria di Verona, in collaborazione con Research & Clinical Governance di Verona e AdRes Health Economics and Outcome Research di Torino.
Invece, esistono dei miti nell’opinione pubblica mondiale che vanno sfatati secondo l’Oms che ha sviluppato un catalogo sull’argomento.
Tra i miti che l’Oms sfata in un promemoria, ve ne sono di particolare importanza. Il primo mito riguarda la considerazione che l’influenza non è grave.
Eppure alcune persone possono sviluppare complicanze anche mortali tra cui polmonite, infiammazioni al cuore o al cervello. Il secondo concerne lo stesso vaccino antinfluenzale che può dare l’influenza, quando è inattivato e non provoca la malattia, al massimo può dare debolezza per un paio di giorni.
Il terzo mito sostiene che il vaccino antinfluenzale può causare gravi effetti collaterali, ma risultano sicuri e gli effetti collaterali gravi sono estremamente rari.
Il quarto mito è di aver fatto il vaccino e avuto l’influenza, quindi non funziona. In realtà, i virus influenzali si evolvono continuamente, mentre i vaccini sono specifici per alcuni ceppi, perciò è comunque possibile esser contagiati da ceppi per i quali non si è vaccinati. Infine, il quinto mito riguarda le donne incinte che ritengono sia meglio non vaccinarsi.
Le donne incinte dovrebbero in particolare farlo poiché il loro sistema immunitario è più debole.
Cinque, ricorda ancora l’Oms, i modi per proteggersi: fare il vaccino antinfluenzale, evitare di stare vicino a persone malate, non toccarsi spesso occhi, naso o bocca perché in questo modo i germi hanno più probabilità di entrare nel corpo; disinfettare le superfici se condivide casa con chi è malato e, infine, lavarsi spesso le mani.
Redazione