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Le staminali anti menopausa precoce favoriscono la fertilità delle donne


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La menopausa costituisce un problema per le donne che si trovano una serie di condizioni fisiche e biologiche delicate nella mezza età.

La menopausa, però, interesserebbe anche una percentuale femminile già intorno all’adolescenza. Ora, alcuni ricercatori avrebbero scoperto un nuovo uso delle staminali in grado di contrastare questo fenomeno.

Le cellule staminali sono cellule primitive, non specializzate, che hanno la capacità di cambiare in diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processo denominato differenziamento cellulare.

Ebbene, grazie a queste cellule emergerebbe una speranza per le donne che soffrono di insufficienza ovarica precoce, condizione che colpisce circa l’1% della popolazione femminile, a volte in età molto giovanile.

Ciò si traduce prestissimo nell’entrata in menopausa di ragazze, talora appena teenager, anticipando così un evento biologico che, in genere, si verifica nelle cinquantenni.

Ciò comporta l’impossibilità a diventare madri, la costrizione a sopportare non solo il peso dei sintomi legati alla fine dell’età fertile, dalle vampate ai problemi intimi e d’umore, ma anche già più a rischio di patologie cardiovascolari, fratture da osteoporosi e decadimento cognitivo.

Ora, un’iniezione nelle ovaie di ‘cellule bambine’ prelevate dal midollo osseo delle pazienti potrebbe aiutarle a ottenere un ringiovanimento ovarico, ‘invertendo’ gli effetti della malattia.

Lo sperano gli esperti impegnati nello studio clinico ‘Rose’, i cui risultati preliminari sono stati presentati a Chicago durante il 100esimo meeting annuale dell’Endrocrine Society, l’Endo 2018.

Secondo questo studio, nelle due partecipanti che hanno completato il trattamento, i livelli sierici di estrogeni sarebbero aumentati già 3 mesi dopo l’iniezione di staminali e l’effetto si sarebbe mantenuto per almeno un anno.

I sintomi della menopausa sarebbero stati alleviati e a 6 mesi dal trattamento alle pazienti sarebbero ricomparse le mestruazioni.

Inoltre, l’imaging a ultrasuoni avrebbe mostrato un aumento significativo delle dimensioni dell’ovaia trattata rispetto all’altra.

La terapia sarebbe stata ben tollerata, senza complicazioni né effetti avversi, e l’auspicio degli esperti è che le due donne possano tornare fertili.

Gli scienziati puntano ad arruolare nel trial 33 pazienti, proseguendo il follow up post-trattamento per un lungo periodo.

Alle due pazienti che al momento hanno concluso la cura, i medici hanno ricavato le staminali attraverso un prelievo di midollo osseo a livello della cresta iliaca posteriore.

Utilizzando una procedura laparoscopica mininvasiva hanno quindi iniettato le cellule in un’ovaia, lasciando l’altra non trattata in modo da avere un ‘organo controllo’.

Le donne sono state monitorate con frequenti analisi del sangue, esami delle ovaie, studi di sicurezza del trattamento e questionari relativi ai sintomi della menopausa.

Redazione

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