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Lotta ai tumori, un paziente su tre rischia il proprio cuore


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Le cure antitumorali avrebbero gravi conseguenze per i malati, poiché sono emerse prove che spiegherebbero l’alta incidenza d’infarti tra chi svolge azioni chemioterapiche.

Queste novità sono affiorate durante lo svolgimento a Napoli di un congresso internazionale. Perciò, l collaborazione tra oncologi e cardiologi dovrà aumentare

Necessaria per curare i tumori, la chemioterapia può avere effetti molto negativi sul cuore, al punto che un paziente su tre muore non di cancro ma a causa delle terapie oncologiche.

Questo paradosso si spiega con un aumento delle cardiopatie congenite, che richiede nuove e più efficaci politiche di contrasto. In uno studio apparso sul Journal of the American College of Cardiology che ha analizzato le cause di decesso in 1807 pazienti sopravvissuti al cancro, è stato evidenziato che, a distanza di 7 anni, il 33% muore per disturbi cardiaci e il 51% per la malattia per la quale era in cura, cioè di tumore.

Un problema che aumenta in presenza di cardiopatie silenti. Mentre si è concentrati a eliminare il cancro, questi problemi non sono riconosciuti, o non vengono adeguatamente trattati, lasciando che si aggravino.

Tutto ciò si potrebbe evitare se al momento della diagnosi si venisse presi in carico da una struttura cardioncologica. In questo modo, si potrebbero individuare e trattare fattori di rischio come ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, ma anche cardiopatia ischemica, aritmie, problemi tromboembolici.

Inoltre, il paziente dovrebbe essere seguito da un team cardio-oncologico non solo durante il corso della malattia, ma anche per anni dopo la fine della chemio.

Nella prevenzione cardioncologica entra a buon diritto anche l’alimentazione, fondamentale per contrastare gli effetti cardiotossici di chemioterapia e cure biologiche. Inoltre, spesso viene dimenticata l’attività fisica che, invece, è fondamentale.

Infatti, quest’ultima, se ben condotta, aiuta a potenziare l’intero corpo. Di questo fenomeno ancora sottovalutato e dei successi ottenuti nella lotta alla cosiddetta ‘cardiotossicità’ dei farmaci antitumorali, si sta parlando dal 21 al 23 febbraio a un congresso internazionale ospitato preso l’Istituto Nazionale Tumori G.Pascale di Napoli, dal titolo “Pathophysiology and Management of Cardivascular Complications in Oncology”.

Redazione

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