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Disfunzione Erettile

Nell’articolo di presentazione delle Disfunzioni Sessuali, erano state definite come “modificazioni della risposta sessuale maschile o femminile che determinano insoddisfazione personale e che quasi sempre individuano problematiche di coppia”. Per il maschio le più frequenti sono la disfunzione erettile e i disturbi eiaculatori (eiaculazione precoce o ritardata). Oggi si affronterà il tema della Disfunzione Erettile (DE), che è definita come “ l’incapacità di ottenere o mantenere un’erezione adeguata per un rapporto sessuale soddisfacente ”. Il termine DE copre in realtà molte situazioni che vanno dalla totale incapacità ad ottenere un’erezione, a un’erezione di rigidità non sufficiente, o che non si mantiene per tutta la durata del rapporto. A queste difficoltà si possono associare in vario modo problemi di calo del desiderio, di ansia da prestazione, ed eiaculazione precoce: queste, a seconda dei casi, possono costituire sia cause della DE, che sue conseguenze. Si è stimato che nella fascia di età 40-70 anni ben un uomo su due abbia un qualche grado di difficoltà di erezione. Secondo lo studio epidemiologicamente più accreditato in Italia ben il 13% degli uomini dai 18 anni in su ha problemi di erezione, con una conseguente stima di non meno di 3 milioni di uomini con DE. Lo studio è ormai datato e la stima reale è intorno al 22%. Di essi meno di un terzo affronta il problema, ed una quota ancor minore arriva ad ottenere un trattamento adeguato. L’erezione è un evento neurovascolare, che richiede un adeguato equilibrio ormonale, un’integrazione di impulsi (visivi, uditivi, olfattivi, o fantasie erotiche) insieme a stimoli che per via riflessa dall’area genitale arrivano al cervello. Il pene è costituito da due cilindri paralleli, che costituiscono le camere dell’erezione (i “corpi cavernosi”), al cui interno vi è il tessuto erettile. Questi in punta sono incappucciati dal glande, che invece è l’espansione terminale del canale dell’urina, o “uretra”. Quando al tessuto erettile del pene giunge il comando nervoso per un’erezione, le arterie che portano sangue al pene si dilatano aumentando il loro flusso, ed il tessuto erettile si rilascia e si dilata, ed i due corpi cavernosi diventano dei contenitori a tenuta di pressione, bloccando lo scarico venoso. Tutto il flusso e la pressione che arriva tramite le arterie è intrappolato al loro interno e si ha l’erezione. Il normale funzionamento del pene richiede pertanto un’assoluta integrità della componente arteriosa, un tessuto vascolare del pene del tutto sano, integrità delle vie nervose per la trasmissione al tessuto del pene del comando per l’erezione, e un adeguato assetto ormonale. Malattie cardiovascolari (ipertensione, coronaropatie), fattori di rischio cardiovascolare (fumo, sedentarietà, sovrappeso, dislipidemie), malattie urologiche e loro trattamenti (ipertrofia e tumore della prostata), diabete, bassi livelli di testosterone, sono tra le condizioni più frequenti che possono produrre difficoltà di erezione. La buona notizia oggi è che praticamente qualsiasi problema di erezione, per quanto grave sia, può essere risolto in maniera soddisfacente, con un trattamento efficace in ogni caso. La necessità di una visita di uno specialista andrologo permette di identificare, soprattutto in uomini sotto la quarantina, cause della difficoltà di erezione che possono essere potenzialmente curate in maniera definitiva. Alcuni esempi: frenulo breve, fimosi, fuga venosa congenita o post-traumatica, occlusione delle arterie del pene secondaria a trauma (per esempio: caduta a cavalcioni su barra della bicicletta). Lo specialista può identificare aspetti psicologici e dinamiche di coppia alterati ma correggibili, e abitudini di vita pericolosi sia per la funzione erettile ma conseguentemente anche per quella cardiovascolare: stato di fumatore, peso eccessivo, sedentarietà. La correzione di queste tra l’altro permette di identificare malattie in fase iniziale che hanno dato come unico segno un problema di erezione, tanto che oggi la DE viene inquadrata come “segno sentinella” di possibili patologie in fase iniziale. Un corretto iter diagnostico prevede ovviamente un esame fisico (cioè la “visita”), che deve comprendere in particolare la valutazione dei genitali (ricerca di eventuale fimosi, brevità del frenulo, noduli fibrotici penieni). Si valuterà la necessità di esami del sangue: è opportuno eseguire di routine il profilo lipidico (cioè valutazione di colesterolo, trigliceridi, HDL, LDL) e glicemia. Spesso è utile eseguire anche un dosaggio di testosterone e di prolattina.
Dott. Emilio Italiano
Andrologo

di Dott. Emilio Italiano

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