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Individuate le cellule “colpevoli” delle metastasi. Scoperta italiana apre nuove strade per la cura

Le cellule staminali di questo tumore sono le uniche ad originare le metastasi. La diffusione di tali cellule è dovuta al recettore cellulare CD44v6: disattivandolo si blocca la capacità di formare metastasi. Lo studio clinico è tutto italiano (Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e Università di Palermo) ed è pubblicato su Cell Stem Cell.

Le cellule staminali tumorali del colon-retto sono le uniche responsabili delle metastasi del tumore stesso. A dimostrarlo, oggi, uno studio, coordinato dal Professor Ruggero De Maria dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e dal Professor Giorgio Stassi dell’Università di Palermo, che è pubblicato su Cell Stem Cell ed è intitolato CD44v6 Is a Marker of Constitutive and Reprogrammed Cancer Stem Cells Driving Colon Cancer Metastasis. La scoperta, tutta italiana, potrebbe consentire di identificare nuove strategie per prevenire il meccanismo che porta alla formazione di metastasi. Questo tipo di tumore rappresenta la seconda causa di morte per cancro nei paesi Occidentali (Jernal et al. 2011), si legge nello studio, e si è ancora lontani dalla comprensione completa del meccanismo alla base delle metastasi tumorali, si leggeva nello studio di Chaffer e Weinberg (2011).
“Il nostro laboratorio ha scoperto per primo l’esistenza delle cellule staminali del tumore del colon alcuni anni fa e ha continuato a studiarle per capire i loro punti deboli”, ha spiegato Ruggero De Maria, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena. “Ora siamo riusciti a trovare le staminali che formano le metastasi. Questa scoperta ci permetterà di trovare nuove strategie per distruggere queste cellule e impedire in tal modo che il tumore si diffonda”.

Entrando nel dettaglio dello studio, i ricercatori hanno scoperto che il recettore cellulare denominato CD44v6 agisce come una sorta di interruttore di accensione del meccanismo, rendendo possibile la migrazione di queste cellule staminali e la loro capacità di dare origine alle metastasi. Altro punto centrale: se si disattiva il recettore CD44v6 si blocca la capacità del tumore di dare origine alle metastasi, come riferiscono gli esperti.

“Di fatto, la scoperta”, ha affermato Giorgio Stassi, “è avvenuta dopo aver notato che l’espressione di CD44v6 era bassissima nei tumori primitivi e aumentava notevolmente nelle metastasi. L’analisi approfondita di queste cellule ha dimostrato come esse presentino una tendenza naturale a migrare e a colonizzare gli organi lontani, come il fegato e il polmone, attraverso l’attivazione di una serie di segnali metabolici che sono stati da noi identificati e descritti”.  
Grazie al supporto dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), che ha finanziato lo studio, l’équipe di ricercatori ha potuto analizzare a fondo questi processi, portando così alla luce una serie di meccanismi complessi che coinvolgono alcune proteine chiave nella biologia dei tumori, tra cui delle sostanze solubili dette citochine che vengono scambiate tra una cellula e l’altra aumentando i livelli di CD44v6 sulle staminali e di conseguenza l’aggressività tumorale. Allo studio ha preso parte anche l’Istituto Superiore di Sanità, nei cui laboratori sono state individuate le cellule staminali tumorali, insieme ai ricercatori Gaspare Gulotta e Francesco Dieli dell’Università degli Studi di Palermo.

di Redazione

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