Negli ultimi decenni il sistematico e sempre piu’ stretto approccio combinato tra Chirurgo Plastico Ricostruttore ed Ortopedico ha permesso di conseguire un particolare miglioramento nel difficile e complicato settore delle Infezioni Osteoarticolari sia acute che croniche.
Modernamente il presupposto di un trattamento corretto è quello di considerare le infezioni dell’apparato locomotore, in particolare quelle croniche, non come lesioni locali dell’osso bensì come problematiche distrettuali e multitissutali; esse, infatti, coinvolgono un segmento dell’arto piu’ esteso di quello apparente con coinvolgimento al tempo stesso dell’osso e del rivestimento cutaneo soprastante, ove il processo infettivo spesso si propaga sottoforma di lesioni essudanti o fistole che non tendono alla guarigione spontanea.
Alla luce di quanto esposto ben si comprende come la bonifica dell’infezione debba essere “ la piu’ estesa possibile” e vada praticata, in un considerevole numero di casi, sia a livello osseo che cutaneo e dei tessuti molli sotto il controllo diretto dei due Specialisti anzidetti. Se da un lato la piu’ recente tecnologia Ortopedica permette di bonificare e ricostruire con differenti metodiche la mancanza ossea, il Chirurgo Plastico Ricostruttore grazie alla microchirurgia e a tutti i moderni presidi a sua disposizione è in grado di ricostruire le porzioni di cute precedentemente asportate in quanto infette o a rischio infettivo. Questa fase chirurgica diventa di capitale importanza nei casi complessi ove il ripristino di un perfetto rivestimento cutaneo diviene il presupposto irrinunciabile perché ogni ricostruzione ossea sottostante abbia un buon esito, in quanto garantisce un’eccellente vascolarizzazione che promuove la rigenerazione multitissutale, l’apporto di adeguate percentuali di antibiotici e la progressione della produzione e dell’integrazione del callo osseo.
Modernamente, quando si tratta di ricostruire porzioni di tegumenti di piccole e medie dimensioni, è possibile effettuare la ricostruzione allestendo lembi Fasciocutanei o Muscolari ricavati dal distretto in cui risiede la lesione; qualora pero’ l’ampiezza della lesione sia maggiore è necessario impiegare le tecniche microchirurgiche che permettono di trasferire e rivitalizzare porzioni di tessuto “su misura” da un settore del corpo ad un altro. L’evoluzione delle metodiche in Chirurgia Plastica ha permesso poi negli ultimissimi anni di identificare nuovissimi lembi chiamati Lembi Perforanti vascolarizzati da arterie di piccolissimo calibro i quali vengono scolpiti nelle vicinanze della lesione, non comportano il sacrificio di vasi importanti e posseggono caratteristiche cutanee assai simili a quelle della cute asportata durante la bonifica. Si tratta di tecniche assai sofisticate, ma particolarmente efficaci in grado di lasciare esiti cicatriziali limitati.
Queste metodiche ricostruttive sono state largamente impiegate nell’ambito di una costante ed attiva collaborazione tra la Cattedra di Chirurgia Plastica dell’Università degli Studi di Milano con sede presso l’I.R.C.C.S. Policlinico San Donato e l’Azienda Ospedaliera Gaetano Pini di Milano. Dallo studio delle differenti problematiche, del planning preoperatorio e dalla revisione delle casistiche di casi complessi di infezioni ossee i due Gruppi di lavoro stanno approntando protocolli di trattamento interdisciplinare che tengano presente dei numerosi e complessi fattori che intervengono in questi iter ricostruttivi spesso articolati su piu’ di un intervento e sull’impiego delle tecnologie piu’ avanzate.
I risultati positivi da noi ottenuti sinora ci hanno permesso di trattare con successo pazienti già piu’ volte operati per forme infettive recidivanti ed estese, riducendo così le limitazioni funzionali delle quali soffrivano da tempo e migliorando al tempo stesso la loro qualità di vita.
Dott. Dario Sajeva
Direttore dell’UOC Chirurgia Plastica Ricostruttiva & Chirurgia Maxillo-Facciale