hpv

Il Papilloma Virus Umano o HPV non fa più paura


Notice: Undefined index: tie_hide_meta in D:\inetpub\webs\nellattesait\wp-content\themes\sahifa\framework\parts\meta-post.php on line 3

Il Papilloma Virus Umano o HPV costituisce, oggi, un problema sanitario costante, che trova nell’ingenuità e nella sprovvedutezza dei giovanissimi adolescenti il terreno fertile per propagarsi. In genere, non provoca infezioni gravi, ma alcuni casi degenerano, favorendo l’esordio di malattie tumorali nel collo dell’utero. Però, per quanto sia pesante da gestire senza l’aiuto di uno specialista, può essere contrastato con efficacia. Infatti, esistono due tipi di vaccini in grado di bloccarne gli effetti che non sono facilmente gestibili. Un’oculata terapia preventiva può rivelarsi decisiva per sconfiggerla. Infatti, potrebbe avere anche un ruolo nello sviluppo di diverse malattie cronico-infiammatorie e autoimmuni, tra cui la sclerosi multipla, la sindrome di Kawasaki, il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide.

I l Papilloma Virus Umano o Hpv (acronimo di “Human Papilloma Virus”) è un virus appartenente alla famiglia dei Papillomaviridae. Le infezioni da HPV sono molto più diffuse di quanto non si creda e possono causare anche malattie della cute e delle mucose. Si calcola che oltre il 70% delle donne contragga un’infezione genitale da HPV nel corso della propria vita, ma la grande maggioranza di queste infezioni è destinata a scomparire spontaneamente nel corso di pochi mesi grazie al loro sistema immunitario. Solitamente, l’infezione provocata da questo virus non causa nessuna alterazione e si risolve da sola. Tuttavia, in una minoranza di casi questo virus crea delle lesioni a livello del collo dell’utero. La maggior parte di esse guarisce naturalmente ma alcune, se non curate, progrediscono lentamente verso forme tumorali. Solo in caso di persistenza nel tempo di infezioni di HPV ad alto rischio oncogenico è possibile, in una minoranza dei casi e nel corso di parecchi anni, lo sviluppo di un tumore maligno del collo uterino. Infatti, la maggior parte dei virus di questa famiglia causa malattie non gravi, quali ad esempio le verruche cutanee. Il virus si contrae generalmente attraverso rapporti sessuali, ma non si può escludere l’ipotesi che riesca ad entrare per vie indirette come bocca e unghie. Gli HPV si stabiliscono nell’organismo tramite contatto diretto (sessuale, orale e cutaneo) o in luoghi poco puliti (ad esempio bagni pubblici non disinfettati a norma). Il virus non è presente in liquidi biologici quali sangue o sperma. Il rischio di contrarre un’infezione da Hpv aumenta con il numero dei partner sessuali, ed è massimo tra i giovani adulti (20-35 anni). Il virus è più frequentemente trovato tra le popolazioni promiscue e in condizioni precarie d’igiene. L’uso del profilattico non pare avere azione protettiva completa perché l’infezione è spesso diffusa anche alla cute della vulva e del perineo. Si conoscono 120 tipi di papilloma, divisi in 16 gruppi designati progressivamente con le lettere che vanno dalla A alla P in base alla sequenza del DNA del virus. È, inoltre, possibile classificare i papilloma virus in cutanei e mucosi, in base al tessuto per cui sono peculiari. I tipi di virus del papilloma umano possono venir suddivisi in HPV a basso rischio, i quali attaccano la cute e HPV ad alto rischio, i quali attaccano le mucose. L’infezione da HPV è asintomatica nella maggior parte dei casi, ma, in alcuni casi, si può manifestare con verruche genitali (pene e vulva, perineo). Le lesioni da HPV del collo uterino possono essere riconosciute mediante il Pap test, la colposcopia o tecniche di patologia molecolare, e le lesioni del pene mediante la penescopia. Come in molte infezioni virali, la terapia dell’HPV è spesso problematica e solo una minoranza dei casi richiederà un trattamento, poiché la maggior parte delle infezioni da HPV regredisce spontaneamente. Nei casi d’infezione persistente del collo uterino, non esistono adesso trattamenti non invasivi di elevata efficacia. Nel caso l’infezione sia associata a modificazioni precancerose dell’epitelio, si può considerare la laserterapia o la conizzazione. Queste terapie possono asportare una lesione che potrebbe essere maligna o che già lo è, ma di dimensioni ridotte. Per la rimozione delle verruche vaginali della vulva, pene o perineo si può ricorrere al laser, all’elettrocoagulazione, alla crioterapia o ad applicazioni di podofillina. Una strada, oggi, sempre più usata è la vaccinazione, che riduce notevolmente le possibilità di contagio e di espansione del papilloma. Nel caso dell’HPV ci sono due strategie vaccinative, una preventiva e una terapeutica. La prima ha lo scopo di prevenire l’insorgenza delle infezioni, la seconda (ancora a un livello sperimentale) di curarle quando sono già in atto. Per quanto riguarda la prima strategia sono presenti sul mercato due tipi di vaccini, uno bivalente, che copre contro i ceppi responsabili del 70% dei tumori al collo dell’utero, l’altro quadrivalente, che protegge verso gli altri ceppi. I vaccini sono distribuiti gratuitamente alle ragazze di età inferiore ai 12 anni (in alcune Regioni, come la Basilicata, anche in altre fasce di età). Il vaccino è sicuro ed è completamente privo di virus veri e propri. Ha un’efficacia completa nell’impedire l’infezione di HPV e, per il quadrivalente, nel prevenire lesioni genitali causate da tipi specifici di HPV. Esso è inefficace solo nel curare le eventuali infezioni già in atto dei suddetti virus. Infine, secondo recenti studi il virus del papilloma umano, oltre a essere causa di moltissimi tumori alle mucose, potrebbe avere un ruolo nella patogenesi di diverse malattie croniche infiammatorie e autoimmuni, tra cui la sclerosi multipla, la sindrome di Kawasaki, il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide.

Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *