Le associazioni stanno, oggi, operando in un mondo in profondo cambiamento, dove i valori del volontariato devono fare i conti con realtà socio-economiche mutate non sempre in meglio. La questione riguarda l’essenza stessa del volontario che, oggi, fatica a trovare una collocazione chiara tra le esigenze di votarsi ad una causa e la necessità di conciliare questo impegno con le esigenze del lavoro e della famiglia. Non ultimo, le associazioni di volontariato, che pure presentano una forte frammentarietà, non sono le uniche realtà associative, perché sono ben presenti anche le cooperative sociali, quelle sportive e quelle di promozione sociale. Questi aspetti sono al vaglio della riforma del terzo settore varata dal Governo a maggio i cui decreti attuativi che ne definiranno sostanza e strumenti si attiveranno a luglio.
Il mondo del volontariato sta cambiando e lo dimostra la sua frammentarietà, poiché esistono associazioni no profit accanto a quelle di promozione sociale, imprese sociali e organizzazioni sportive, cooperative sociali ed associazioni culturali. A loro volta, tutte queste associazioni che rispondono spesso a leggi precise che ne disciplinano le attività e ciò che possono e non possono fare, sono divise al loro interno da molteplici realtà, anche in concorrenza tra loro. Le risorse, inoltre, sono diminuite e non aumenteranno per la situazione socio-economica che non permette di aumentarle. A questo si aggiunge la legislazione statale e regionale che non aiuta da molteplici punti di vista. Per sentire la voce di questo settore non trascurabile della società italiana, il sottosegretario Luigi Bobba ha intrapreso un lungo tour nelle regioni italiane per incontrare i rappresentanti di questa realtà sociale. È stato anche a Palermo, di recente, dove ha incontrato rappresentanti di vari enti che raggruppano le associazioni di volontariato, quali il Mo.Vi (Movimento Volontariato Italiano) e il Coreov (Coordinamento delle Organizzazioni Regionali di Volontariato). Erano anche presenti rappresentanti del Forum del Terzo Settore, delle cooperative e delle associazioni di promozione sociale. La sicilia ha, dunque, un volontariato è diverso? Il Presidente del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato – CoReOV-, Girolamo Calsabianca, presenta al Sottosegretario al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali una serie di osservazioni, auspicando che siano tenute in considerazione nella redazione dei decreti attuativi. La fotografia del volontariato in sicilia è articolata e complessa, sono 2200 ripartite in 9 province, oltre 23.000 volontari, spalmati tra enti che svolgono le loro attività nel settore Socio Sanitario, cultura, sport e Protezione civile. Il volontariato è la spina dorsale del sistema, ma non è agevolato dalla politica della regione ed è invalidato dal sistema normativo vigente. Pertanto, la nuova riforma deve tenere conto che non si può mettere al pari un ente di volontariato e una società che crea dividendi. Non a caso, le associazioni di volontariato hanno la stessa tassazione di IVA delle aziende. Inoltre, hanno le stesse tassazioni per i dipendenti che con grande difficolta hanno in carico per garantire i servizi di primo livello in cui molti di questi sono impegnati. Non sono supportati da un sistema bancario che li garantisce e non aderiscono ad ammortizzatori sociali.
L’abominio più assurdo sta nel fatto che nelle progettualità che attivano nei territori, devono prima anticipare le somme per poi essere rimborsati della PA. Ciò comporta tempi biblici e molto spesso non mantiene l’impegno per le beghe amministrative che spesso succede nei riassetti di bilancio delle amministrazioni pubbliche. In conclusione, il presidente del CoReOV, sottolinea all’Onorevole Bobba la situazione Siciliana, l’attuazione della legge 383 del 2000 sulla promozione sociale, recepita in Sicilia solamente nel 2015, la continua latenza dell’assessorato per riattivazione dell’osservatorio Regionale sul Volontariato. Non ultimo, chiede maggiori strumenti di vigilanza come per le aziende, studi di settore e consorzi che facilitino la rete tra le organizzazioni operanti in categorie differenti.
In conclusione esprime forti perplessità per la creazione della Fondazione Italia Sociale, struttura istituita dalla legge 106/2016 come strumento di supporto economico per le associazioni.
Tra i relatori che sono intervenuti, oltre al presidente del Coreov, si segnala il presidente del Mo.
Vi regionale, Ferdinando Siringo, che, invece, ha posto l’attenzione su altri aspetti. Uno di questi è il riconoscimento delle reti di secondo livello, che richiedono la necessità di un nuovo sistema di accreditamento trasparente che tenga conto della natura organizzativa dei diversi soggetti del Terzo Settore. Un altro aspetto è la prospettiva di obblighi di rendicontazione e di verifica senza precisare che tali obblighi rischiano di essere un peso insopportabile e un adempimento inutile. Infatti, i vincoli intrinseci nella natura volontaristica fissata dalla legge quadro su volontariato sono già visionati severamente dagli uffici che gestiscono i Registri regionali del volontariato. Tuttavia, la preoccupazione maggiore deriva dal destino dei Centri servizi per il Volontariato, poiché l’ampliamento dei soggetti che possono avere servizi dei CSV, non è accompagnato dal necessario incremento delle risorse a disposizione. Inoltre, è fondamentale per il nostro territorio, che sia fatta assoluta chiarezza sulla perequazione dei fondi disponibili per le Regioni, come la Sicilia, prive di fondazioni di origine bancaria che mettano a disposizione fondi adeguati.
Non ultimo, il sistema di governo dei CSV è ridisegnato, dove le associazioni di volontariato si trovano svantaggiati nel confronto a realtà cui si offre una parità di condizioni con gli altri soggetti del Terzo Settore, dotati di una strutturazione più solida e professionale.
Francesco Sanfilippo