fibromialgia

La fibromialgia, la regina del dolore


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La fibromialgia o sindrome fibromialgica o sindrome di Atlante, è una sindrome autoimmune dalle caratteristiche assai particolari. Infatti, è caratterizzata da intenso dolore muscolare cronico, associato a rigidità, astenia, insonnia e calo dei livelli di serotonina.

La sua stessa diagnosi e le caratteristiche cliniche sono state a lungo controverse, poiché, per anni, gli ammalati di fibromialgia sono stati additati come ipocondriaci o depressi.

A tuttoggi, in Italia, la fibromialgia non è considerata una malattia vera e propria da numerosi dottori perché è ritenuta semplicemente come una sindrome psicosomatica.

Non esiste una cura sicura e quelle esistenti sono oggetto di continui studi. In realtà, le cause non sono ancora state identificate e si ipotizzano l’attività lavorativa svolta dal soggetto debilitato, la familiarità genetica, reazioni allergiche o da avvelenamento del sistema immunitario.

La causa esatta di tale malattia è ancora sconosciuta nonostante gli studi non manchino. Attualmente, si pensa che alla base di questa sindrome possa esserci un disturbo che coinvolge il sonno, o comunque fattori di stress sia di tipo fisico che psicofisico.

È emersa in recenti studi la presenza di un’alterazione a livello anatomico, che è datoda un’eccessiva innervazione nelle mani, che riguarda i nervi addetti alla regolazione (apertura e chiusura), causata da rilevante malformazione artero-venosa. In particolare rimangono eccessivamente aperti, impedendo una corretta perfusione ai tessuti.

Di conseguenza, si ha ipossia, e, quindi, dolore, riduzione della forza muscolare e alterata regolazione della termoregolazione. Non a caso, il freddo è una delle componenti più dannose e dolorose per il paziente.Anche se la reale eziologia è sconosciuta, è considerata una malattia reumatica.

Gli indici d’infiammazione corporea risultano nella norma, ma la percezione del dolore, da parte dell’ammalato, è moltiplicata. La colonna vertebrale, le spalle, il cingolo pelvico, braccia, polsi, cosce sono gli organi particolarmente colpiti dalla patologia.

Gli altri principali sintomi sono l’insonnia o sonno non riposante, la diminuzione della forza muscolare nelle mani e nelle braccia, il fenomenodi Raynaud e lividi più facili.

A questi si aggiungonorigidità e impaccio nel movimento al risveglio, i crampi (soprattutto notturni), le fascicolazioni e il tremore, cefalea, ansia, depressione e attacchi di panico, alterazione delle unghie (ispessimento, fragilità, creste da onicoressi e onischizia lamellina o unghie senili), senso di confusione o di stordimento e difficoltà di concentrazione.

Al dolore cronico, che si presenta spesso a intervalli, si associano diversi sintomi, soprattutto disturbi dell’umore e del sonno, ovvero affaticamento cronico.

Tra le caratteristiche della patologia, s’identificano l’assenza di risposta ai comuni antidolorifici, nonché il carattere “migrante” dei dolori, che sono peculiari della fibromialgia.

Parte dei sintomi è comune anche ad altre tre discusse sindromi, spesso imparentate con la fibromialgia,quali la Cfs (Chronic Fatigue Syndrome, cioè sindrome da fatica cronica), la Mcs(o Sindrome da multi-sensibilità chimica) e la SFB (sindrome delle fascicolazioni benigne).

Insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta con picchi verso i 25-35 e 45-55 anni, anche se non sono rari casi di fibromialgia in età pediatrica o durante l’adolescenza. Pur non essendo molto conosciuta, oltre che ritenuta rara fuori dall’ambito medico, in realtà viene indicata da recenti statistiche ai primi posti tra le malattie reumatiche.

La sua prevalenza in questo gruppo di malattie risulta essere, infatti, compresa tra il 12% e il 20%; nella popolazione generale si attesta invece allo 0,5% nei maschi e al 3,5% nelle femmine.
Spesso la diagnosi arriva tardivamente e dopo molti controlli medici, perché essendo un insieme di sintomi, spesso non èriconosciuta.

La sensibilità al dolore e la facile stanchezza che provoca, portano la persona affetta da questa patologia a un isolamento nella vita lavorativa, di gruppo e affettiva. Ciò avvieneperché è erroneamente valutata come “ipocondriaca” o esagerazione nel focalizzare i sintomi.

La fibromialgia, come altri disturbi neurovegetativi, ha sintomi fluttuanti, in rapporto a numerosi fattori esterni che sono in grado di provocarne un peggioramento.In questo quadro, emergono un’influenza dei fattori climatici (i dolori e la rigidità peggiorano in primavera, autunno e nei periodi di grande umidità), dei fattori ormonali (periodo premestruale, disfunzioni della tiroide) e dei fattori stressanti psicologici.

Comunque sia, questa patologia, relativamente recente, è una dimostrazione che la Natura non ha ancora esaurito il suo arsenale di novità in ambito patologico.

Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

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