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Hotel Patria, Storia senza fine della ristrutturazione di una residenza universitaria

Una vicenda emblematica di come il sistema di leggi vigenti in Italia può creare situazioni paradossali senza apparenti vie d’uscita. È in caso dell’Hotel Patria, edificio palermitano del 1400 che da palazzo nobiliare si era trasformato in albergo a metà ‘800. Poi, diviene casa dello studente negli anni ’70, quando l’Università provvedeva direttamente a residenze e ristorazione degli studenti attraverso un proprio ufficio speciale. Tuttavia, l’esigenza di ristrutturare l’immobile, non più rinviabile, portò l’Università a rinunciare “temporaneamente” all’utilizzo, per destinarlo di nuovo – nel 1995 – a residenza universitaria. Da allora sono passati ventuno anni che non hanno però consentito di riaprire la struttura rimessa a nuovo e da consegnare all’Ersu, l’ente preposto alla gestione, dal 2002, alla gestione di residenze universitarie, mense e borse di studio, ma i lavori sono di nuovo bloccati. “Faccio appello all’Università degli Studi di Palermo che è proprietaria dell’immobile, allo Iacp che è l’ente che si occupa della gestione dei lavori, ma anche al Comune di Palermo e alla Regione Siciliana (anche alla Soprintendenza ai beni culturali), affinché nell’ambito dei propri poteri – anche attraverso una rapida conferenza di servizio – possano deliberare tutte le iniziative utili a sbloccare i lavori dell’Hotel Patria”. A parlare è Alberto Firenze, presidente dell’Ersu Palermo – durante l’incontro convocato con i giornalisti, a fine aprile 2016, per accendere i riflettori dei media sulla situazione. “Una vicenda – ha continuato il presidente dell’Ersu – che definire kafkiana è riduttivo, se si pensa che dal 1995 sono state avviate le procedure per destinare l’immobile a casa dello studente con cento posti letto, ma che appare come la tela di Penelope poiché l’Università di Palermo non si riesce a pronunciare mai la parola “fine” sui lavori, a causa di plurimi contenziosi con alcuni inquilini e fra le ditte aggiudicatarie degli appalti gestiti dallo IACP; il risultato finale è che – in questi decenni – l’Hotel Patria è stato, di fatto, rubato agli studenti e alla città considerato che il suo utilizzo avrebbe potuto contribuire anche a risanare e rilanciare una porzione di tessuto urbano del centro storico”. La struttura nel 1995 era stata inserita in una convenzione tra l’Università degli studi di Palermo, la IACP e l’allora Opera universitaria, oggi ERSU, per il recupero di alcuni immobili (“Ex Hotel de France, Hotel Patria ed ex conservatori Santissima Annunziata”) utilizzando i fondi denominati “Universiade estive del 97”. Nel marzo 2008 l’Ersu prese in consegna dall’Università – provvisoriamente – l’immobile in attesa dei collaudi tecnico amministrativi e delle opere che ne consentissero l’abitazione e l’utilizzo come residenza universitaria. Opere e collaudi non pervenuti ancora oggi a causa di alcuni contenziosi dell’Università con alcuni privati che hanno usucapito alcune porzioni della proprietà universitaria rallentandone e ostacolandone con ogni mezzo giudiziario il percorso. Contenzioso giudiziario che è anche ostacolo per la definizione della scala antincendio i cui lavori erano iniziati a dicembre 2015 ma che, tuttora, sono bloccati in seguito a un ricorso esperito dalla ditta arrivata seconda nella gara. “Gli studenti universitari – sottolinea Alberto Firenze – hanno tutto il diritto di potere utilizzare questa struttura; per questo chiedo di fare presto e di dare una svolta alla situazione. Quello di oggi è un grido di aiuto, un help me, lanciato anche a nome degli studenti universitari che vivono questa vicenda come una violazione del loro diritto allo studio”. L’edificio, di origine quattrocentesca, fu fatto costruire dal nobile Federico Abatellis, fu ampliato nel Seicento e quasi completamente ricostruito nel Settecento, dopo un terremoto, da Baldassarre Naselli d’Aragona e per questo conosciuto originariamente con il nome di “palazzo Naselli di Aragona”. A metà Ottocento venne trasformato da nuovi proprietari in hotel, l’albergo Aragona, che nel 1891 divenne “hotel Patria”, e fu uno dei più rinomati alberghi della città fino alla seconda guerra mondiale. Nel 1943 l’albergo fu chiuso perché l’edificio fu semi distrutto dai bombardamenti alleati del 7 maggio. Dopo un periodo di degrado, furono avviati i lavori di restauro nel 2000 quasi del tutto conclusi nel 2008; i lavori furono avviati dall’Università di Palermo, proprietaria dell’immobile, per trasformarlo in residenza universitaria, ma non sono mai stati completati del tutto – a causa di vari contenziosi – per renderlo agibile e idoneo a struttura residenziale universitaria. Il 19 aprile 2013, un gruppo di universitari aveva pure occupato l’ex hotel Patria, da anni ristrutturato e mai di fatto utilizzato, facendone uno studentato autogestito.
Gli studenti avevano riconsegnato l’edificio all’Università nell’autunno 2015 avendo appreso dell’aggiudicazione dei lavori per porre la parola fine ai lavori. A fine dicembre di nuovo lo stop alle opere che ne avrebbero consentito l’apertura e la fruizione di circa cento posti letto.

Dario Matranga

di Redazione

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