“Se potessimo dare ad ogni individuo la giusta quantità di nutrimento e di esercizio fisico, né troppo né poco, avremmo trovato la giusta strada per la salute”.
Quest’affermazione ed è stata fatta più di 2000 anni fa da, Ippocrate, ma è più che mai attuale, oggi nei nostri paesi industrializzati, dove si mangia troppo e male e ci si muove molto poco.
Loren Cordain, la massima autorità mondiale sulla base evoluzionistica dell’alimentazione e della malattia ha calcolato che l’uomo cacciatore di 50.000 anni fa aveva un dispendio energetico quotidiano di 72Kj/Kg.
Ciò equivaleva circa ad una camminata di 20 Km per un adulto medio contemporaneo di 70 kg di un paese industrializzato, quando lo stile di vita dell’uomo moderno è decisamente sedentario.
Finora la sedentarietà è stata vista solo come uno stile di vita poco salutare, ma, oggi, il concetto è cambiato completamente e la sedentarietà comincia ad essere considerata una vera e propria causa di malattia!
È del 1996 un documento molto importante pubblicato negli Stati Uniti nel 1996, il Surgeon General Report, che sancisce che “l’inattività fisica determina un peggioramento dello stato di salute generale”. In ordine d’importanza, la sedentarietà è il quarto fattore di rischio della mortalità precoce: una vera e propria strage.
L’inattività cronica e le abitudini alimentari scorrette hanno portato ad una enorme diffusione delle malattie cardiovascolari e metaboliche, e ad una epidemia senza precedenti di diabete mellito di tipo 2.
Quest’ultimo è una malattia metabolica caratterizzata da glicemia alta in un contesto di insulino-resistenza e da insulino-deficienza relativa.
Si differenzia dal diabete mellito di tipo 1, malattia autoimmune, in cui vi è una carenza assoluta di insulina a causa della distruzione delle isole del Langerhans del pancreas.
Il numero di persone che nel mondo sono affette dal diabete di tipo 2 è raddoppiato negli ultimi 30 anni. Si è passati da 153 a 347 milioni di malati.
I dati sono piuttosto evidenti soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in Europa, per cui si calcola che nel Mondo nel 2030 i diabetici nel mondo potrebbero arrivare a 700 milioni.
Le dimostrazioni scientifiche presenti in letteratura hanno ampiamente confermano che l’arma più indicata, contro la sedentarietà, è l’esercizio fisico regolare, perché migliora i livelli glicemici ed il compenso metabolico in generale.
L’esercizio fisico se, strutturato, personalizzato e ben dosato non solo previene queste malattie, ma ne costituisce vera e propria forma di terapia perché crea direttamente una notevole riduzione della glicemia.
L’esercizio fisico si comporta come una vera e propria ‘medicina’ per le patologie come il diabete di tipo 2 (non insulina-dipendente), e le sindromi metaboliche (obesità).
Un vero e proprio trattamento che dovrebbe essere prescritto direttamente dal medico di famiglia e dagli specialisti come un qualunque altro ‘farmaco’.
Nel 2009 è stata la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità a scrivere: “Se esistesse un farmaco in grado di dare gli stessi effetti benefici dell’esercizio fisico sarebbe la medicina più prescritta al mondo”.
Che cosa s’intende per “attività fisica”? Attività fisica, esercizio fisico, sport sono, spesso, usati come sinonimi per riferirsi ad una vita attiva, ma, in realtà, hanno un significato diverso.
L’attività fisica comprende tutti i movimenti del corpo che comportano un dispendio energetico. Sono comprese le attività quotidiane come le faccende domestiche, la spesa, il lavoro, attività del tempo libero ecc.
L’esercizio fisico comprende quei movimenti programmati, strutturati e finalizzati al raggiungimento di un determinato obiettivo.
Deve, quindi, prevedere per ogni obiettivo il tipo di esercizio, la durata, l’intensità, il volume, la frequenza la progressività del carico.
Deve essere adattato all’età, al sesso, alle condizioni fisiche di ogni soggetto e deve essere svolto con razionalità (consapevolezza, apprendimento) con continuità e (allenamento, potenziamento).
Per tali ragioni non può essere lasciato al fai da te o a persone improvvisate ma deve essere condotto e assistito da personale qualificate cioè dal laureato in scienze motorie oggi Chinesiologo.
Il Chinesiologo è stato riconosciuto quale figura professionale afferente al campo delle scienze motorie dalla legge n. 4 del 14 gennaio 2013, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 22 del 26 gennaio 2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”.
L’approvazione di questa legge oltre a dare dignità e status al professionista è una garanzia per la tutela della salute dell’utente, perché ancora l’attività fisica in Italia è un ambito nel quale chiunque può intervenire e somministrare programmi di allenamento fisico.
La norma rappresenta per l’utente la migliore garanzia dell’effettiva competenza del professionista e dell’operatore qualificato e gli offre la possibilità di porsi sul mercato con l’indiscutibile riconoscimento delle proprie competenze.
Lidia Mazzola
Presidente Provinciale UNC Palermo
Esperto formatore UNC