Le difficoltà economiche delle famiglie hanno molte concause, ma una di queste è la scarsa attenzione che lo Stato sociale e i suoi architetti dedicano a quest’aspetto. L’attenzione è rivolta alle pensioni da sempre, cosa che ha distratto la nostra classe politica, che ha trovato un humus fertile in un edonismo autodistruttivo che ha reso più vulnerabili le famiglie. Il risultato è che il nostro Stato è in fortissimo deficit demografico che neanche la natalità degli immigrati riesce a compensare. Ciò ha contribuito al declino economico del Paese, poiché i giovani sono dei consumatori naturali, mentre gli anziani hanno poche esigenze di questo tipo. Seppur tardivamente e con molti distinguo, qualcosa si sta tentando di fare. Un recente decreto, infatti, favorisce le famiglie con un reddito inferiore, nell’ambito degli aiuti alle famiglie in difficoltà economiche. Infatti, nella Gazzetta ufficiale, di recente, è apparso il decreto con il quale si determina l’ammontare massimo del beneficio a favore di tali nuclei familiari. Questi ultimi devono avere un numero di figli minori, pari o superiore a quattro, in possesso di una situazione economica corrispondente a un valore ISEE non superiore a 8.500,00 euro annui.
La legge di stabilità del 2015 riconosce a siffatti nuclei familiari buoni per l’acquisto di beni e servizi a favore dei nuclei familiari. La medesima norma delega ad un successivo Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana (acronimo D.P.C.M.) la descrizione dell’ammontare massimo complessivo del beneficio per nucleo familiare e l’approvazione delle disposizioni attuative della misura.
Il beneficio prevede l’elargizione di un importo pari a 500 euro per nucleo familiare, ma potrà essere arricchito da un’ulteriore somma se le risorse disponibili (45 milioni di euro) non saranno interamente erogate in prima battuta a tutti gli aventi diritto che ne facciano richiesta.
In realtà, questo meccanismo si rifà all’espediente già ben collaudato dell’assegno al nucleo familiare con tre figli minori. Grazie a questo meccanismo, i soggetti che hanno già presentato domanda per ottenere l’assegno per i tre figli minori, non dovranno presentare un’ulteriore istanza per chiedere il beneficio. Quest’ultimo sarà riconosciuto direttamente dall’INPS al momento dell’erogazione dell’assegno attraverso la verifica della presenza nel Sistema informativo ISEE di una corrispondente DSU. Da quest’ultimo, dovrà risultare il valore ISEE non superiore a 8.500 euro ed un nucleo familiare con almeno quattro componenti di età inferiore a 18 anni. Si tratta di provvedimenti tampone, che non aiutano il quadro generale che meriterebbe una profonda revisione ideologica, non solo economica che pure è conseguenziale.
Francesco Sanfilippo