Vamping

Adolescenti e Vamping, come autodistruggersi

La doppia vita online degli adolescenti ha un nuovo nome, vamping, nome importato dagli Stati Uniti che indica un fenomeno sempre più diffuso tra gli adolescenti che stanno svegli fino a tardi, spesso fino all’alba. Vamping perché si aggirano sui social nottetempo come i vampiri, e il risultato sono poche ore di sonno, irritabilità, scarsa attenzione e rendimento a scuola, con il rischio di crollare sui banchi al mattino. Il fenomeno è dilagante, ma la cultura del “Si vive una volta sola, perché sprecare tempo a dormire ?” finirà per disabilitare gli adolescenti a gestire tutti gli stimoli ai quali sono continuamente sottoposti. Purtroppo, la tecnologia ha reso i nostri ragazzi schiavi in modo ossessivo e rischia di instupidirli riducendoli a dei drogati digitali, abulici, depauperati delle loro emozioni ed energie. Non si tratta solo di una ribellione al coprifuoco imposto dai genitori, poiché, oggi, all’adolescente 2.0 non può mancare una connessione internet disponibile 24h su 24. Perciò, è sempre più frequente vedere genitori che sanno imporsi su comportamenti quotidiani banali (non gridare, non dire parolacce, non sporcarti), ma non hanno abbastanza autorevolezza se si tratta di impedire loro l’uso dello smartphone. Perché si è più tranquilli lontani dai pericoli della strada rispetto a quelli delle piazze virtuali. Le conseguenze sono solo in parte d’impatto immediato ed è chiaro che le performance scolastiche di un adolescente privato ripetutamente del sonno caleranno in maniera decisa. Tanto è solo un gioco si potrebbe pensare, ma un gioco infido che mette a repentaglio la salute di bambini e ragazzi, reprimendo in loro quell’energia che rappresenta un pericolo per chi ha come intento quello di produrre mandrie da spolpare. E così ci sentiamo dire che non avere un proprio profilo su Facebook, o uno smartphone o una rete wifi in casa equivale a essere isolati dal restante mondo. Dovremmo chiederci di chi è la colpa, dei nostri figli o di noi genitori che non siamo riusciti a staccare in tempo quella malsana tecnologia, o magari a conoscerla meglio o forse non siamo più in grado di fare i genitori perché presi da altro? A volte si vedono mamme dare i loro cellulari a bimbi di 3 anni pur di non esser disturbate, genitori che piazzano figli di qualunque età davanti alla tv o comprano loro PC e tablet per tenerli buoni. Forse non è stata la tecnologia a instupidire i nostri ragazzi, quanto invece la nostra assenza a lasciare campo a qualcosa che non ha un cuore, che chiunque può accendere spegnendo la volontà di decidere, di scegliere liberamente, di non farsi trasportare da quel fiume sterile che ci ha fatto chiudere i libri, posare i trenini e le bambole, per un poco di sano silenzio in casa. È ampiamente dimostrato che non dormendo non si permette al cervello di riposare e ricarburare e la deprivazione dal sonno conduce ad ansia e depressione. I ragazzi credono che dormire sia una perdita di tempo, perché c’è sempre qualcosa di più importante da fare, ma ignorano che così rischiano di finire dallo psichiatra. In una società sempre più farmacofila ci piacerebbe rivedere quell’antico medicamento senza scadenza e controindicazioni che è l’amore. Tornare ad amare i nostri figli, parlare con loro, regalare loro le giuste attenzioni forse li aiuterebbe a chiedersi se valga veramente la pena restare iperconnessi. Li spingerebbe a dormire di più e svegliarsi più contenti e pronti per un nuovo giorno da vivere da esseri umani e non da vampiri. E allora: buona notte a tutti.

Dott.ssa Antonella Terrazzini
Rischio Clinico
Dott. Marcello Alessandra
U.O. Psichiatria
A.O.O.R.
Villa Sofia Cervello

di Redazione

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