La dispersione scolastica o evasione scolastica, è un fenomeno comportamentale che comporta la costante ingiustificata e non autorizzata assenza di minorenni dalla scuola dell’obbligo. In Italia vi è circa il 30% di dispersione al sud e il 20% al nord, e siamo in capofila rispetto al resto dell’UE. Pertanto pare che almeno uno studente su tre non completa l’obbligo scolastico. In alcuni paesi stranieri, chi marina la scuola oltre a non ottenere la promozione e buoni voti, devono persino recuperare con il doposcuola, lavori socialmente utili, e multe. Anche se il fenomeno di evasione si manifesta tra i banchi, affonda, di fatto, le sue radici nel contesto socio-culturale di appartenenza dell’alunno. Le cause di dispersione scolastica possono essere molteplici, quali le dinamiche soggettive dello studente, quelle relazionali all’interno del gruppo, la scelta scolastica imposta e le irregolarità della carriera scolastica. la condizione socio-culturale della famiglia di provenienza dell’allievo, che non avendo un buon livello di scolarizzazione, tende a svalorizzare l’istruzione, condizionando il percorso di crescita del proprio figlio. Inoltre, le dinamiche soggettive dello studente, a volte, sono pervase da sentimenti d’inferiorità, insicurezza, ansia, bassa autostima, inibizione, demotivazione, emarginazione, per cui soprattutto di fronte alle prime difficoltà tende ad abbandonare la scuola. Anche le dinamiche relazionali all’interno del gruppo sono importanti, qualora venga meno la compattezza del gruppo classe, che appare disomogeneo e poco collaborativo. Il soggetto che si disperde, non riesce pertanto ad integrarsi né a relazionarsi con i pari e con l’insegnante. Il bullismo che si genera nell’ambiente scolastico, può attraverso la costante prevaricazione del più forte verso il più debole, spingere l’alunno fragile ad abbandonare la scuola, perché non riesce a far fronte alle intimidazioni provocate dal bullo. D’altro canto, la scelta scolastica imposta, qualora il ragazzo non sia stato libero di scegliere il proprio percorso di studi, può non fargli trovare tale scelta né piacevole, né interessante, per cui non si sente portato e preferisce abbandonare.
Le irregolarità della carriera scolastica che, per altre cause, non sono ben riconosciute e perciò non supportate, possono portare a esiti frustranti anch’esse, come i DSA (disturbi specifici dell’apprendimento), i BES ( bisogni educativi speciali) e ADHD ( deficit di attenzione e iperattività).
Vanno considerati, in questa fase, anche i cambiamenti evolutivi, tipici della fase adolescenziale in cui oltre all’aspetto fisico cambiano anche gli interessi. Infatti, occorre non dimenticare la facilità con cui si distraggono e l’abbandono alle prime esperienze amorose, quando vengono meno agli impegni scolastici. Pertanto l’attenzione va posta su due fronti, da un lato verso lo studente che si disperde, di cui ne vanno comprese la ragioni, così che occorre avviare delle forme di recupero, fondamentali non solo ai fini del completamento del ciclo di studi, ma anche per la prevenzione della conseguente devianza sociale. Dall’altro, invece, l’attenzione va rivolta alla scuola, come luogo essenziale per la formazione culturale e personale di ciascun allievo, che deve essere capace di adottare delle offerte formative interessanti e all’avanguardia con i tempi. Ovviamente in tutto questo è indispensabile che le istituzioni politiche offrano i fondi necessari per l’aggiornamento costante di strutture scolastiche, degli strumenti didattici, e dei docenti.
Questi ultimi ì devono sempre più sfruttare il sapere (aspetto teorico) sapere fare (aspetto pratico) sapere essere (la personalità tutta) per dialogare con allievi, famiglie, enti vari. Ecco perché diventa fondamentale che ci sia una buona relazione tra scuola – famiglia – parrocchia – centri educativi – istituzioni politiche.
Dott.ssa Rosaria Aurelio
Psicologa