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Prevenzione e diagnosi del carcinoma orale

Il carcinoma orale rappresenta un grave problema di salute pubblica e, in Italia, ci sono circa 4500 nuovi casi l’anno. L’Odontoiatra in prima persona, ma anche l’igienista dentale e i medici di famiglia possono svolgere un ruolo decisivo nella diagnosi precoce. Sotto il profilo epidemiologico, dopo anni di continuo incremento sembra essersi attestato su valori costanti. Il carcinoma orale insorge prevalentemente nei soggetti di sesso maschile, anche se il divario tra i due sessi va progressivamente riducendosi e rappresenta il 5% delle neoplasie maligne per i maschi e il 2% per le donne. L’incidenza del cancro orale è in discreto aumento nelle fasce di età più giovani. Ciò, comunque, non deve ingannarci perché questo tumore resta assai temibile, favorito da pessimi stili di vita, quali l’abuso di alcool e di tabacco.
Il carcinoma orale in Italia interessa circa 9.000 persone l’anno con una mortalità media del 40%. L’età più colpita è quella compresa fra i 40 e i 65 anni. In genere, le regioni più interessate sono quelle del nord-est, mentre il carcinoma del labbro invece è prevalente al sud. Le sedi più colpite sono Il labbro inferiore, i margini linguali, il pavimento orale, il trigono retromolare e il palato molle, la gengiva, la cresta alveolare e la mucosa della guancia. Occorre, ora, considerare la prevenzione primaria e quella secondaria.
Numerosi studi hanno dimostrato inequivocabilmente la presenza di diversi fattori in grado di favorire in varia misura l’insorgenza del carcinoma orale.
Pertanto questa conoscenza deve essere messa a frutto con l’introduzione di programmi di prevenzione che possano ridurre sensibilmente l’impatto di questa patologia. I principali fattori di rischio sono il tabacco fumato o la sua masticazione, l’assunzione di alcool soprattutto di superalcolici, i traumi cronici, l’esposizione alle radiazioni solari, le infezioni da HPV, l’alimentazione e la carenza d’igiene orale.
Il tabacco fumato determina azioni lesive sia di natura chimica, come la liberazione d’idrocarburi policiclici e composti N-nitrosi, sia di natura fisica, ovvero il calore.
La masticazione del tabacco è il principale agente causale del carcinoma orale e orofaringeo in gran parte del continente asiatico.
Talvolta assunto con sostanze dotate anch’esse di azione cancerogena (betel, areca, calce, aromi, ecc.), la principale azione tossica è svolta dalle nitrosammine.
Le azioni lesive dell’alcool sarebbero dovute ad un effetto locale solvente da parte dell’etanolo e da un’azione indiretta, conseguenza del dismetabolismo provocato dall’abuso di alcolici. L’iperattività, variabile da individuo a individuo, dell’alcool deidrogenasi può indurre un accumulo di acetaldeide nei tessuti orali.
L’azione cancerogena specifica dell’alcool è difficilmente individuabile a causa della frequente associazione all’uso del tabacco. Il binomio fumo-alcool esalta, così, le potenzialità cancerogene di entrambi i suoi componenti.
Il trauma locale determina lesioni irritative di tipo cronico che possiedono un elevato potere displastico legato allo stato infiammatorio cronico, istologicamente definito “displasia metaflogistica”.
Il ruolo dell’infezione da HPV (Papilloma Virus Umano) nell’oncogenesi orale, nonostante i numerosi studi, non è ancora del tutto chiarito. L’HPV si riscontra con frequenza aumentata nell’epitelio orale displastico e neoplastico, ulteriore conferma che l’infezione orale da HPV è un fattore di rischio per il cancro orale.
Bisogna anche affermare che, l’azione mutagena dell’infezione da HPV da sola, non si è dimostrata in grado di creare una popolazione cellulare neoplastica. Per questo è necessaria l’azione di altri mutageni (tabacco, alcool, etc.).
L’alimentazione ha un ruolo determinante per la prevenzione del carcinoma orale. Diete troppo restrittive con deficit di micronutrienti fondamentali presenti nella frutta, nei cibi di origine vegetale e animale, predispongono alle mutazioni cellulari.
L’azione protettiva svolta da una dieta ricca in oligoelementi e vitamine antiossidanti, è stata accertata in numerosi studi.
Esiste, anche, una correlazione diretta tra l’assunzione adeguata di frutta e verdure e un minor rischio dell’insorgenza del carcinoma orale. Molti studiosi affermano, inoltre, il ruolo favorente della scarsa igiene orale nell’insorgenza del carcinoma.
Di fondamentale importanza è la diagnosi tempestiva delle lesioni epiteliali potenzialmente maligne (LEPM), basata sulla corretta esecuzione dell’esame clinico e sulla competenza dell’operatore. La nuova classificazione OMS (2005) ha introdotto il concetto di “Epithelial precursor lesions” che include sia le “lesioni precancerose” sia le “condizioni precancerose”.
Tra le prime si annoverano la leucoplachia, l’eritroplachia, la cheilosi solari, il “lichen planus orale”, le lesioni palatine del fumatore revers.
Tra le seconde, vanno incluse la fibrosi sottomucosa, il lupus eritematoso discoide, l’epidermolisi bollosa e la discheratosi congenita.
Le LEPM rivestono un ruolo chiave nella prevenzione del cancro orale, in quanto creano delle modificazioni morfologiche e strutturali della mucosa orale, che vengono indicate con il termine ”displasia” che sono alla base della cancerogenesi.
Una volta evidenziata e diagnosticata clinicamente, la LEPM deve essere adeguatamente gestita, attraverso l’eliminazione dei fattori di rischio, esami bioptici, Follow up molto stretti, terapie mediche o Laser terapia, per impedire e/o intercettare precocemente la loro trasformazione maligna.
La diagnosi precoce di un carcinoma favorisce la prognosi del paziente, mediante interventi chirurgici resettivi meno invasivi e invalidanti.
Anche i pazienti partecipano al ritardo diagnostico sia per la scarsa abitudine ad auto-esaminarsi la bocca e per la scarsa tendenza a sottoporsi a visite di prevenzione (soprattutto i soggetti a maggior rischio).

Dott. Andrea Mortillaro
Medico Odontoiatra

di Dott. Andrea Mortillaro

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