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Influenza autunnale, il picco si fa attendere

Le temperature primaverili in pieno autunno sono sicuramente un fatto inconsueto, ma almeno portano un vantaggio, ritardare la consueta epidemia influenzale. Infatti, secondo gli ultimi dati raccolti dal sistema di sorveglianza Influnet, gli italiani colpiti dalla sindrome influenzale nelle ultime settimane sono 42 mila, per raggiungere così un dato complessivo che si aggira intorno ai 90 mila casi totali. Questi dati, del resto, non sono casuali e sono stati raccolti da questa rete coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss), in collaborazione con il Centro interuniversitario per la ricerca sull’influenza (Ciri-It) di Genova e il sostegno del ministero della Salute. Il picco dell’influenza è previsto per gennaio con un milione di casi, stimando un totale di 5 milioni di persone nel corso di tutta la stagione. Durante la 44esima settimana del 2015, segnala Influnet, il valore dell’incidenza totale è stato pari a 0,70 casi per mille assistiti. Questo dato è più alto nella fascia prettamente infantile degli 0-4 anni, su cui si registrano 2,24 casi per mille assistiti. L’attività dei virus è al minimo e l’incidenza è sotto la soglia epidemica in tutte le regioni. Nell’ultima settimana, 659 medici sentinella hanno inviato le loro osservazioni sulla frequenza di sindromi influenzali tra i propri assistiti. Dall’Osservatorio nazionale, però, fanno notare che non tutti i camici bianchi partecipanti alla sorveglianza Influnet hanno reso disponibili i dati raccolti. Perciò, l’incidenza osservata in alcune regioni è fortemente dominata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno comunicato le loro informazioni. In ogni caso, il numero degli influenzati sta crescendo lentamente, per cui non è improbabile che all’arrivo del freddo, il picco sarà raggiunto. Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’università degli Studi di Milano, “Queste giornate ci fanno pensare a tutto tranne che ai malanni invernali. E se le temperature primaverili, se non estive in alcune regioni, ci portano a vestirci in modo più leggero e probabilmente a non fare caso a virus e batteri, è importante invece non abbassare il livello di attenzione. E soprattutto non accantonare il discorso della vaccinazione influenzale, cui bisogna ricorrere in queste settimane perché sia efficace e copra i mesi successivi. Sicuramente le belle giornate sono da sfruttare per fare attività fisica, rafforzare l’organismo e prepararlo ai mesi freddi, ma dobbiamo premunirci e prepararci ad affrontare l’abbassamento repentino delle temperature”. Tuttavia, non mancano anche le possibili buone notizie circa la possibilità di risolvere con un solo vaccino il problema influenza. In realtà, mutano alcuni geni del virus influenzale, ma il grosso resta immutato, per cui, secondo ricerche realizzate a Londra, si può ipotizzare di ideare un unico vaccino che immunizzi il nostro corpo da questa parte nascosta. Ciò annullerebbe la possibile forza distruttiva del virus influenzale, diminuendone l’efficacia. Il vaccino funziona, aumentando la presenza nell’organismo delle cellule immunitarie (cellule T) che sterminano la parte del virus influenzale che non muta nel tempo, proteggendo il nostro corpo da queste proteine comuni a tutti i ceppi del virus. Finora, invece, il sistema di vaccinazione prevede che le persone si immunizzino ogni anno contro alcuni ceppi che sono identificati come pericolosi dall’Oms. Tuttavia, non è stato possibile, finora, indovinare quali ceppi diverranno dominanti e può accadere che le formulazioni di vaccino predisposte dai governi siano meno efficaci come accaduto alcuni fa col virus influenzale dei polli. Il virus H1N1, in quest’occasione, ha ucciso, secondo i calcoli dell’Oms, 17.770 persone in 230 Paesi, anche se i numeri sono bassi e comparabili ai decessi provocati dai virus di stagione in un Paese come l’Italia. Tuttavia, il terrore di una nuova pandemia, peraltro ampiamente prevista da anni, ha suggestionato diversi attori sanitari. Perciò, il Sistema di Sanità pubblica in tutti i Paesi sviluppati e in molti di quelli non sviluppati, hanno speso milioni e milioni di euro in vaccini che sono poi rimasti sul gobbo delle strutture sanitarie e dei ministeri. Esiste, però, un pericolo, poiché il virus influenzale è uno dei più mutevoli e adattivi tra quelli in attività, per cui potrebbe evolversi, così da diminuire l’efficacia di questo nuovo tipo di vaccini, divenendo imprevedibile. D’altronde, la sua forza distruttiva ne esce menomata e ciò ne diminuisce la pericolosità. Considerata la mobilità presente offerta da mezzi di trasporto sempre più sofisticati, la minaccia non andrà sottovalutata, ma la sua efficacia potrebbe non costituire più un problema insoluto.

Francesco Sanfilippo

di Francesco Sanfilippo

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