Il diabete in Sicilia ha una prevalenza del 6% che è un dato da non sottovalutare, tenuto conto che è la quinta causa di morte nel mondo e riduce le aspettative di vita di 5-10 anni. I costi per paziente aumentano con l’aumentare delle complicanze, anche se, a breve, entreranno in commercio nuovi e più potenti strumenti di cura e di autocontrollo glicemico.
Facciamo il punto della situazione con il dott. Vincenzo Provenzano, responsabile del Centro Regionale di Riferimento per la Diabetologia e l’Impianto dei Microinfusori.
Che andamento sta avendo l’epidemia di diabete in Sicilia secondo i dati presentati al Congresso Simdo 2015?
<<L’epidemiologia mostra che vi è un aumento del diabete in Italia.
Ogni 5 anni, 500 mila persone in più diventano diabetiche. Contemporaneamente, si nota che questa epidemia colpisce prevalentemente il Sud Italia. Lo stesso problema si pone con le complicanze del diabete, per cui si assiste ad un aumento di queste ultime nel Sud rispetto al Nord Italia.
Questo record va abbattuto, anche perché comporta un’enorme prevalenza dei costi.
La Sicilia ha, inoltre, la più alta mortalità per diabete d’Italia, per cui il dato in Sicilia è del 5,8%, mentre in Italia la media di mortalità è del 3,2%>>.
Come si può contrastare questo fenomeno?
<<Occorre ripensare il modello gestionale e la Sicilia possiede dal 2009 uno dei migliori della Sanità, grazie alla legge 9 del decreto assessoriale n. 723, integrazione ospedale-territorio.
Lo sforzo che si sta facendo in questi anni, riguarda l‘integrazione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali, concordati tra il medico di medicina generale e lo specialista che ha come obiettivo la gestione congiunta del paziente.
Questa collaborazione avviene grazie ad un altro strumento che è la cartella clinica diabetologica informatizzata.
I dati, ottenuti in tre anni di lavori mostrano record incredibili, poiché la percentuale di pazienti con un diabete di tipo II° tipo ben compensati che in Italia è il 43%, a Palermo è del 54%.
Stessi risultati si hanno per i target della pressione e dei lipidi, che costituiscono con l’emoglobina glicosilata i parametri di riferimento per il diabete di tipo II.
Per il diabete di Tipo I°, la percentuale di soggetti con buon compenso è del 23%, a Palermo siamo al 34%.
Tali dati derivano dalla cartella informatizzata nella quale i dati di 41 mila pazienti sono caricati, di cui 3.000 con diabete di tipo I° e 38.000 con diabete di tipo II°.
Si tratta di dati molto positivi, poiché il diabete di tipo I° scompensato porta aggravi notevoli di costi perché più facilmente emergono le complicanze>>.
Qual è il miglior modello operativo per contrastare ‘espansione della malattia diabete?
<<I nuovi modelli assistenziali sono quelli previsti dal Piano nazionale sul diabete e fanno riferimento al ruolo del volontariato che è parte integrante e non accessoria della strategia.
Questi buoni risultati possono essere rafforzati se si potenzia la collaborazione tra i medici, infermieri e i volontari delle associazioni>>.
Quali novità tecnologiche entreranno in gioco a breve?
<<Stanno arrivando sensori sottocutanei per migliorare il controllo glicemico che hanno una durata di 6 mesi, mentre nel maggio 2016 giungeranno i nuovi microinfusori in grado di intervenire autonomamente nelle iperglicemie, per cui siamo alle porte del pancreas artificiale.
Tutto ciò ci autorizza a ben sperare per un futuro migliore in particolare per i bambini con diabete>>.
I nuovi piani di contrasto del diabete prevedono la figura dello psicologo nei team multidisciplinari?
<<Il supporto psicologico è importantissimo, poiché dietro una persona con diabete si nasconde un problema di questo tipo. È impensabile che i nuovi piani di attuazione aziendale non prevedano queste figure che sono indispensabili perché lo psicologo è un co-gestore del diabete, facente parte di un team multidisciplinare, che si occupa della famiglia>>.
Francesco Sanfilippo