School Children Eating a Healthy Lunch --- Image by © David Ashley/Corbis

Mangiare a scuola, un’occasione educativa

La ripresa della scuola è anche un momento di recupero per la dieta, poiché lo studente ritorna nelle mense o si porta la merenda da casa. Del resto, questa ripresa, assai rapida, si somma alla necessità di recuperare ritmi dimenticati, modificando le proprie abitudini alimentari in peggio. Perciò, una dieta a casa basata su cibi leggeri come carni bianche, frutta e verdura. Peraltro, alla mensa scolastica è affidato anche il compito di promuovere la salute. Nell’introduzione delle Linee guida per la ristorazione scolastica del Ministero della Salute, ciò è ricordato tra i diritti dell’infanzia, pronunciati dall’Onu nel 1989. Il peso della responsabilità dei protagonisti coinvolti (famiglie, scuole, Sanità, ecc..) è, quindi elevato, poiché il bambino non va solo sfamato, ma educato ad accettare cibi come ortaggi e legumi.
Oggi è tempo di tornare a scuola e di riprendere le vecchie abitudini quotidiane, tra le quali quella di preparare la merenda scolastica. Eppure, anche tavola si può sconfigge lo stress da rientro dalle vacanze estive. Il pollo, ad esempio, pochi lo sanno, è l’alimento ‘antistress’, fornisce proteine di alto valore biologico ed è ricco dell’amminoacido triptofano che è il precursore della serotonina, l’ormone della serenità. La ripresa delle scuole, in particolare, è difficile per i ragazzi perché il loro periodo di pausa è molto più lungo rispetto a quello degli adulti. Si tratta di un tempo sufficiente per prendere nuove abitudini e rendere più stressante il ritorno tra i banchi di scuola. In questo periodo 1 ragazzo su 5 avverte disturbi del sonno, il 17% degli scolari ha maggiori conflitti in famiglia e il 15% modifica le proprie abitudini alimentari, mangiando di più o di meno, e spesso male. L’importante, come sempre, è seguire un’alimentazione bilanciata che aiuti a riacquistare l’equilibrio psicofisico. Come cibi leggeri, purché contengano tutti i nutrienti necessari anche per vincere lo stress, vanno preferite le carni bianche, preferibilmente pollo, pesce, cui aggiungere verdura cruda o cotta, frutta fresca e secca, utilizzando come condimento l’olio extravergine di oliva. No agli alimenti che appesantiscono l’organismo, causando un affaticamento psicofisico, come fritture, insaccati e dolci farciti, ma anche panna, besciamella, burro e lardo. Per i più grandicelli, occorre fare attenzione anche a caffè, tè e bevande contenenti caffeina, soprattutto nelle ore pomeridiane o serali. Discorso a parte per gli studenti che usufruiscono della mensa scolastica. Negli ultimi vent’anni, il ruolo della mensa è profondamente cambiato, assumendo compiti e obiettivi importanti per la salute presente e futura degli scolari. Non ha più l’unico scopo di fornire un pasto nutrizionalmente equilibrato e completo, perfetto dal punto di vista igienico-sanitario, ma è utilizzato per “educare” alla sana alimentazione e per prevenire l’obesità e il sovrappeso in allarmante aumento nel nostro Paese. Oggi, quindi, alla mensa scolastica viene affidato anche il compito di promuovere la salute. Nell’introduzione delle Linee guida per la ristorazione scolastica del Ministero della Salute viene ricordato che tra i diritti dell’infanzia, pronunciati dall’Onu nel 1989, c’è il diritto ad avere “un’alimentazione sana e adeguata al raggiungimento del massimo della salute”. Questo diritto è ribadito nei programmi e nelle strategie di prevenzione dell’obesità dell’Oms e del ministero della Salute a livello mondiale. Far rispettare questo prezioso diritto è, ovviamente, compito di tutti. La Regione siciliana, già da due anni, segue questi dettati, promuovendo il Progetto FED (Formazione, Educazione, Dieta) rivolto a tutti gli operatori che nel campo della nutrizione e dell’alimentazione devono svolgere un compito di promozione della salute attraverso la divulgazione di corretti stili di vita. Come si legge, infatti, nelle Linee Guida, gli attori protagonisti che possono e devono favorire l’acquisizione di corrette abitudini alimentari attraverso anche la ristorazione scolastica sono l’ente committente (Comune o scuola paritaria), il gestore del servizio di ristorazione, l’Azienda Sanitaria Provinciale, gli utenti (bambini e loro familiari) e le Istituzioni scolastiche. Che cosa è cambiato rispetto al passato? Il peso della responsabilità di ciascun attore. Il bambino non va solo sfamato, ma educato. Nel menù proposto ci saranno sicuramente alimenti poco conosciuti o poco graditi dai bambini, come verdura e legumi. Per superare l’iniziale rifiuto del bambino è importante che insegnanti, addetti al servizio e genitori collaborino insieme, spingendoli, in un ambiente positivo e gioioso, all’imitazione dei compagni che invece gradiscono la pietanza.
Anche i genitori hanno un importante compito in questo processo di educazione e di promozione della salute, cioè continuarlo a casa, possibilmente preparando anche a cena una porzione di verdura e di frutta. Non dare per spuntino di metà mattina alimenti troppo ricchi di calorie come panini imbottiti, merendine o biscotti farciti. Un frutto o uno yogurt può essere sufficiente per “spezzare” la fame e apprezzare il pranzo.
Se l’insegnante vi riferisce che il vostro bambino non ha mangiato nulla a mensa, non accontentate sempre le sue voglie alimentari, ma a casa fategli fare una merenda leggera e anticipate la cena, preparando quello che si è rifiutato di mangiare a scuola o un pasto simile.
Solo così potete essere sicuri di aver dato al vostro bambino tutti i nutrienti importanti per la sua crescita e per il suo stato di salute. Ricordate infine che la salute dell’adulto si costruisce da bambini.

Dr. Pietro Di Fiore

Responsabile Centro prevenzione e cura dell’obesit
ASP di Palermo

di Dott. Pietro Di Fiore

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