Tutti conosciamo di persona in cosa consista e cosa significhi la parola “ prurito”. Tuttavia, che io sappia, non si è a tutt’oggi formulata una soddisfacente definizione di tale sintomo. La più semplice, infatti, definisce il prurito come “ la sola sensazione cutanea determinante desiderio di grattamento”. L’interpretazione che definisce il prurito “ dolore di modesta entità” non è da tutti condivisa perché, pur coincidendo nel dolore e nel prurito alcune vie neuro-anatomiche, le due sensazioni si evidenziano con modalità nettamente diverse. Il fastidioso, ed in certi casi insopportabile prurito, insomma, è ben identificato e descritto come sintomo, mentre è più controverso come origine. Responsabili della sensazione pruriginosa verosimilmente sono delle fibre nervose fini e numerose, poste sotto la cute in uno strato del derma (strato papillare sottocutaneo) in prossimità della giunzione dermo-epidermica (cioè proprio dove la pelle aderisce al tessuto sottostante). Si è, infatti, evidenziato in altro articolo come la pelle sia il guscio protettivo del nostro corpo e forse il più efficace e sofisticato sensore, distribuito in tutto il corpo, in grado di captare svariate stimolazioni provenienti dal mondo esterno attivando difese e soluzioni necessarie di sopravvivenza. L’intensità e la durata del prurito sono diverse nelle differenti zone del corpo in relazione al numero ed al tipo di fibre nervose che innervano la zona interessata, sino ad arrivare in certe zone ad essere basso o quasi difficilmente presente (come ad es. a livello della mucosa orale). Semplificando al massimo il processo, in conclusione, gli impulsi nervosi raggiungono attraverso tali fibre il cervello e la corteccia cerebrale con il coinvolgimento di sostanze (mediatori chimici) coinvolti nella nascita e nella trasmissione del prurito. Molteplici possono essere le cause del prurito che, sintetizzando, (eccezion fatta per cause occasionali quali ad es. punture d’insetti e stati allergici), interessa molte malattie sistemiche (emolinfopatie), insufficienza renale cronica, ostruzioni biliari, tumori maligni, malattie endocrine (una per tutte il diabete), ed infine malattie infettive e non ( quali ad es. cirrosi, gotta, etc). Le cause del prurito, in generale non sono diverse nelle varie età della vita. L’anziano è, tuttavia, più soggetto al prurito per la maggiore incidenza delle patologie sistemiche cui va incontro nel corso degli anni, e per la secchezza e disidratazione cutanea tipica della senescenza. La progressiva riduzione di attività delle ghiandole sebacee e la conseguente diminuzione dei lipidi (grassi) cutanei alterano, infatti, il giusto grado di morbidezza ed elasticità della pelle, prima barriera di difesa del corpo agli agenti esterni. La diminuzione del sebo cutaneo (visibile verso la 5° decade nella donna e verso la 7° decade nell’uomo), inoltre, porta a disidratazione della pelle, alla desquamazione della stessa, alla diminuzione della funzione di barriera della cute e di conseguenza all’aumentata permeabilità agli agenti esterni con relativa insorgenza di dermatiti spesso accompagnate da prurito. Frequentemente soggetti anziani, specie se maschi, si lamentano di una forma di prurito che, ad inizio subdolo e non costante, diviene successivamente continuo ed intenso. Tale prurito è conosciuto come prurito senile, si localizza soprattutto al tronco, è soggettivo, si associa ad insonnia ed ad irritabilità più o meno accentuata, e si accentua soprattutto nelle ore notturne, quando si è meno distratti da stimoli esterni. Alla diagnosi di prurito senile si arriva, di solito, dopo aver accertato l’assenza di alterazioni cutanee, e la negatività dell’esame clinico e dei vari test di malattie generali. Appare evidente come l’approccio terapeutico al prurito debba essere di tipo causale. Nei casi d’intensa secchezza cutanea è da preferire localmente l’applicazione di sostanze grasse (oli vegetali, grassi animali o minerali).
Ove mancano lesioni cutanee per ottenere un effetto umidificante valido può essere utile l’uso di saponi acidi e di bagni di amido o di avena. In alcuni casi può esser vantaggioso cospargere le zone pruriginose infiammate e sudate con talco mentolato o similari. Per concludere, come pronto accomodo sintomatico contro il prurito, l’assunzione di antistaminici localmente ( sotto forma di creme) o per via generale (sotto forma di compresse) può andar bene non trascurando, (laddove persista o recidivi il disturbo) un successivo approfondimento medico specialistico diagnostico e terapeutico.
Dott. Giardina Gaetano
Dirigente Chirurgo Emerito
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