lebbra

La lebbra, una malattia dimenticata eppur presente

Con l’attuale, continua ed incontrollata ondata di flussi migratori dal Medio Oriente, Sud Est asiatico e continente africano verso l’Europa, oggi in Italia, il medico di famiglia, di pronto soccorso, specialista dermatologo, infettivologo ecc. si trova a dovere fronteggiare malattie infettive talvolta endemiche nei paesi di provenienza ed obsolete o poco conosciute nei paesi ospitanti, anche se casi sporadici ( ci riferiamo alla lebbra) vengono registrati ancora in Italia ed in Sicilia. Le modalità di trasmissione diretta o indiretta di queste malattie come scabbia, tubercolosi, malattie tropicali ecc. sono facilitate da molteplici fattori tra i quali emigrazione, promiscuità, sovraffollamento, condizioni igieniche, malnutrizione ecc.). La lebbra o morbo di Hansen (dal nome dello scopritore) è una malattia infettiva cronica causata dal Mycobacterium lepre, che colpisce la pelle ed i nervi periferici in vari modi e gradi, anche molto invalidanti fino alla distruzione di organi e tessuti. Un tempo considerata una maledizione di Dio ed incurabile (nel Medioevo i malati pertanto venivano isolati e reclusi nei lebbrosari), in era moderna grazie alla scoperta degli antibiotici, si è rivelata meno temibile e meglio curabile. La malattia granulomatosa, ad andamento cronico, endemica in Africa e nel Sud-Est Asiatico colpisce circa 15 milioni di persone nel mondo e si localizza alla pelle previo contatto stretto e prolungato con una persona infetta.
La modalità di infezione è sconosciuta anche se si ritiene che il bacillo penetri nell’organismo attraverso la cute o per inalazione o per ingestione raggiungendo successivamente i nervi periferici.
Il periodo d’incubazione è lungo dai 2 ai 5 anni con inizio subdolo caratterizzato da alterazioni cutanee (macchie o noduli) oppure da disturbi neurologici (parestesie e anestesie).
La caratteristica di una lebbra recente è la mancanza di sintomatologia dovuta essenzialmente all’ipoestesia o all’anestesia delle zone colpite. Spesso è un reperto occasionale del paziente a seguito di un trauma o di un’ustione che non hanno causato dolore.
Talvolta sono evidenti rinorrea e rinorragia mentre la nevralgia è presente in fase di reazione ed è accompagnata da sudorazione, prostrazione, brividi e febbre, simulando quindi una sindrome influenzale!. Spesso il primo sintomo cutaneo è un eritema nodoso. Il decorso è estremamente cronico con crisi di riacutizzazione dei disturbi generali e riaccensione delle lesioni cutanee pregresse, apparentemente in fase di regressione. Dal punto di vista istopatologico distinguiamo una lebbra tubercoloide, una lebbra lepromatosa (la più grave a causa della deformazione e della distruzione della cute ed annessi cutanei), ed una lebbra dimorfa.
La diagnosi differenziale (in assenza di esperienza clinica della malattia) va fatta con la TBC cutanea, la vitiligo, la micosi, l’ulcera diabetica e con siringomielia e vasculopatie. Per quel che riguarda il trattamento si rimanda agli specialisti del settore, sottolineando che oggi questa malattia infettiva è facilmente curabile, con i sulfamidici e gli antibiotici. Pertanto, gli elementi utili alla diagnosi sono costituiti da vari sintomi. Il paziente originario di Paesi endemici o che ha vissuto in tali paesi, porta noduli rossastri persistenti o chiazzette ipopigmentate, associati a scomparse della sensibilità, alterazione della sudorazione o della crescita dei peli, specie delle sopracciglia. Esplorare la sensibilità tattile, termica e dolorifica è quindi imperativo nei casi sospetti. La biopsia delle lesioni cutanee, pertanto, è indispensabile ai fini diagnostici dal momento che la diagnosi positiva è data dall’esame istologico e dalla presenza di bacilli alcool-acido resistenti negli essudati o nei tessuti. La terapia della lebbra, per quanto notevolmente migliorata, resta pur sempre una terapia individualistica e soprattutto cronica che dura diversi anni. Il paziente affetto dal morbo di Hansen è sottoposto ad uno stress di una malattia del tutto particolare e derivante da diverse fonti (isolamento, alterata percezione del proprio corpo a causa dei disturbi della sensibilità etc.). L’effetto ultimo è l’inevitabile depressione a sua volta elicitata dalla presa coscienza della perdita del corpo sano, del ruolo familiare e di quello sociale.
Dal punto di vista strettamente medico, particolare importanza riveste l’intervento. La profilassi della lebbra, infatti, necessaria per la notevole diffusione nel mondo della malattia, si esplica con misure igienico-sanitarie sia mediante il trattamento preventivo e la vaccinazione con BCG sia mediante il depistage intensivo delle forme incipienti.

Dr Ennio Sacco
Medico-Chirurgo

di Dott. Ennio Sacco - Medico-Chirurgo

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