Un pacchetto di app in grado di sostituire progressivamente i “vademecum” e i manualetti che tutti, da sempre, siamo abituati a vedere sulle scrivanie dei medici o nelle tasche dei loro camici, e anche il primo trattato organico. Il pacchetto, curato da un team multidisciplinare coordinato dal professor Gianfranco Gensini, presidente della Società italiana di telemedicina e sanità elettronica, analizza in modo strutturato tutti i temi e le questioni ancora aperte legate alla cosiddetta mobile health. Realizzate con il contributo incondizionato di Mediolanum farmaceutici, “Laborsadelmedico” e “App medicali nella borsa del medico” – il titolo del libro curato dal professor Gianfranco Gensini, in collaborazione con l’ingegner Velio Macellari e la dottoressa Ornella Fouillouze – sono stati presentati, di recente, nella sala Nassirya del Senato della Repubblica. Alla conferenza stampa, condotta da Paolo Messa, direttore di Formiche, oltre al presidente Sit Gensini e all’ad di Mediolanum farmaceutici Alessandro del Bono, hanno partecipato il senatore Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani ed il dr. Roberto Scrivo, capo della segreteria tecnica del ministro Beatrice Lorenzin. “Laborsadelmedico – spiega il professor Gensini – rappresenta il primo frutto dello sforzo, devo dire ambizioso, di raccogliere in un unico pacchetto di app gli strumenti necessari per far fronte a tutti i problemi della pratica clinica quotidiana, dal calcolo di punteggi o di dosaggi, alla decisione dell’approccio terapeutico da seguire, ad esempio, in caso di affezioni per cui esistono opzioni diverse o importanti elementi amministrativi di cui tener conto, come le note dell’Aifa. Queste app, inoltre, potranno tornare utili al medico anche per affrontare problemi infrequenti, che si incontrano di rado nella clinica, e le cui soluzioni possono esser rammentate o chiarificate con qualche rapido ‘tap’”. “Il volume – prosegue ancora il presidente Gensini – nasce da un’idea condivisa con Velio Macellari e Ornella Fouillouze. Attraverso circa quindici contributi, da parte dei professionisti più riconosciuti nelle diverse discipline – dal settore biomedicale all’informatica, dalla sicurezza alla privacy, fino alla ricerca e alla clinica – offre una visione approfondita, ma al contempo pragmatica e operativa, sul mondo delle app, sulle sue dinamiche e sulle sue potenzialità. Come presidente della Società italiana di telemedicina e sanità elettronica, sono lieto che, grazie al supporto incondizionato di Mediolanum farmaceutici, sia stato possibile offrire ai colleghi interessati una prima trattazione organica di questo campo, che certamente è fra quelli in più rapida evoluzione nella pratica medica”. Sempre più complete ed efficaci, le app medicali si inseriscono nel paradigma di assistenza sociosanitaria denominato dalla stessa Oms “mobile health” o “mHealth”: un settore in rapida evoluzione, che ha le potenzialità di modificare drasticamente il sistema di erogazione dei servizi sanitari. “Queste app sono talvolta così performanti da essere del tutto equiparate a dispositivi medici, ma allora come tali vanno trattate – spiega Velio Macellari, già direttore del dipartimento tecnologie e salute dell’Istituto superiore di sanità ed attuale presidente del comitato di consulenza tecnico-scientifica della Sit – devono essere identificate secondo le classi di rischio previste dalle direttive europee e corrispondentemente sottoposte ai corretti processi di certificazione”. “È importante – ha proseguito Ornella Fouillouze, vicepresidente del Club delle tecnologie dell’informazione di Milano e segretario della Cts della Sit – tener conto dei problemi di privacy che il loro uso comporta secondo la normativa europea, tra l’altro perché i dati sensibili utilizzati su queste piattaforme vengono spesso immagazzinati in un cloud estero. Queste app, inoltre, possono rivelarsi un mezzo di formazione formidabile per i diversi operatori della salute. In più, risiedendo su smartphone o tablet che devono esser connessi alla rete informatica dell’azienda sanitaria, le app medicali impongono di rendere più sicuri, con appositi software, i dispositivi mobili, per loro natura molto vulnerabili. Anche l’azienda sanitaria, infine, dovrà adottare idonee politiche gestionali per mantenere alto nel tempo il livello di security della sua rete”. “Ma tutto questo ancora non basta – ha proseguito Giancarmine Russo – L’introduzione delle app medicali e della mHealth nel sistema socio-sanitario nazionale e regionale sarà difficoltosa e poco efficiente se contemporaneamente non si provvederà a innovare il sistema stesso con una vera innovazione di processo. Un compito che grava per lo più sulle istituzioni centrali, che dovrebbero elaborare strategie per governare il fenomeno mHealth non tanto come una tendenza spontanea del mercato, ma come una grande opportunità per rendere il sistema socio-sanitario più sostenibile ed efficace. L’istituzione delle commissioni per la mobile health e quella per l’innovazione tecnologica in sanità, volute dal ministro Lorenzin e coordinate dalla dr.ssa Marcella Marletta, direttore generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del ministero della Salute, entrambe delle quali facciamo parte, va nella direzione giusta e riteniamo, come società scientifica della telemedicina e della sanità elettronica italiana, di poter dare il nostro contributo in questo campo così stimolante ed in rapida evoluzione”.
Redazione