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Il metodo Gender nelle scuole


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Il ddl Fedeli, inserito nel decreto più generale denominato “Buona Scuola”, introduce i metodi educativi Gender nelle scuole italiane. Nato da correnti culturali femministe americane per favorire la lotta alla discriminazione tra uomini e donne, l’educazione Gender si è oggi evoluta comprendendo tutte le categorie discriminate come quelle omossessuali e transessuali. Tuttavia, tale educazione presenta forti limiti, poiché è divenuto uno strumento ideologico di gruppi di pressioni, travisando ampiamente la lotta alla discriminazione. Quella del negare l’evidenza biologica tra uomo e donna rientra tra queste, provocando nel tempo disturbi della personalità nei bambini cui tali metodologie sono dirette. In realtà, chi promuove tali battaglie, non lo fa, per la difesa di chi è oppresso, ma per proprie motivazioni ideologiche.
L’italiano ha capito? O sta bene con la testa sotto la sabbia??? Trovo riluttanza a proposito della teoria GENDER e da genitore non accetto la serenità con cui l’italiano si fa pestare la dignità, il valore della famiglia e la rigida ma apparente cristianità. Ho visto mobilitare le piazze e la gente dalle Alpi agli Appennini per un’antenna radar nella piana di Ragusa, si sono organizzate parate e resistenze al passo con la Francia per un tunnel, ma l’italiano quando uscirà la testa da sotto la sabbia per i nostri figli?
Pochi cittadini hanno capito di cosa parla la teoria GENDER e altrettanto pochi si sono mobilitati. Ringrazio qualche politico che ha fatto da testa d’ariete alla timida protesta e mi associo a tutti i cittadini che dicono NO al METODO GENDER NELLE SCUOLE. L’Ideologia Gender parla di lotta alla discriminazione ed è condivisa dai “no-gender”, ovvero si vuole sradicare fin dalla prima infanzia il concetto di diversità tra maschio e femmina. L’ideologia gender, alla base del ddl Fedeli, nega la differenza sessuale. Secondo i sostenitori di questa ideologia, infatti, le differenze tra uomo e donna non sono biologiche e innate, ma frutto di stereotipi culturali e sociali che si delineano dopo la nascita. Le diversità tra maschio e femmina vengono, quindi, abolite, creando, di fatto, una cultura neutra, dove ogni individuo sceglie la propria sessualità e, di conseguenza, dove viene negato al bambino il diritto di avere un padre e una madre perché l’omo genitorialità è ammessa. La biologia umana è messa in discussione, l’anatomia e la distinzione sessuale biologica divengono discutibili, e, secondo tali teorie, il soggetto può decidere se essere uomo o donna se è informato dall’infanzia.
MA CHE STIAMO FARNETICANDO? Il disegno di legge, il ddl Fedeli già citato, è stato depositato in Senato il 24 novembre 2014 e propone l’introduzione dell’educazione di genere nelle attività e nei materiali didattici del sistema nazionale d’istruzione. Con lo stanziamento di 200 milioni di euro, qualora venisse approvato, si integrerebbe l’offerta formativa nelle scuole a partire dalle elementari. L’obiettivo del ddl Fedeli è quello del superamento di stereotipi sessisti, ritenuti responsabili di bullismo e discriminazione, per promuovere la cultura della parità di genere. Secondo il ddl, sia i docenti sia i libri proporrebbero ai nostri bambini l’educazione sessuale a partire da 5 anni, spiegando nel dettaglio la sessualità e la promiscuità sessuale.
Tuttavia, non si parlava di scarsi fondi per l’istruzione? Forse non sono ancora in discussione le graduatorie per i docenti? Però, i soldi li troviamo per inserire una congettura fuori dalla nostra cultura.
La grande offesa alla nostra intelligenza viene mossa dalla colonizzazione ideologica mossa da lobby Lgbt, la quale nega la libertà alle famiglie di scegliere come educare i propri figli, favorendo l’omo genitorialità che cancella il diritto del bambino di avere un padre e una madre.
L’ideologia gender può avere la meglio solo se l’italiano non si oppone. Non si può giocare, usando la forza legislativa e imponendo così la cancellazione della propria storia, dignità e cultura al cittadino. Il Parlamento Europeo vuole distruggere la Costituzione italiana, che fino a prova contraria sostiene con l’articolo 3 che il matrimonio è tra uomo e donna e che i genitori del bambino sono un papà e una mamma”. A quale gioco si vuole giocare? Avremo ragazzi che a 10 anni andranno dallo psicologo per essere aiutati a capire se la propria sessualità verte al maschile o al femminile, ignorando la loro conformazione biologica perché gli è stata generalizzata nella formazione e nella cultura scolastica della teoria gender.
Nelle macchinette delle scuole elementari unitamente alle merendine ci metteranno i presentativi per essere a posto con la coscienza della prevenzione sessuale?
Di sicuro, se ciò avverrà, avremo dato spalla alle multi nazionali che si prenderanno una boccata di ossigeno con l’aumento vertiginoso delle infezioni sessuali. L’Aids sarà come il morbillo visto che si incentiverà una vita sessuale precoce e, forse, torneremo 50 anni indietro ma con coscienza. Rimane solamente che si modifichi la costituzione e si stabilisca la maggiore età alla soglia dei 15 anni, concedendo il diritto a sposarsi a 12.
Non è più efficace insegnare il rispetto tra le persone come la buona educazione di una volta e insegnare l’educazione sentimentale piuttosto che quella materiale del sesso?
GIÙ LE MANI DAI NOSTRI FIGLI.

Girolamo Calsabianca

Segretario Nazionale ANIO

di Dott. Girolamo Calsabianca

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