La crisi dei conti statali non è superata se il Governo intende ridurre ulteriormente i fondi alla regioni che sono dedicati alla Sanità. Si prevede una diminuzione del fondo sanitario 2015 di 2,352 miliardi, tra cui sono compresi tagli del 5% sui contratti per beni e servizi e per le forniture dei dispostivi medici (con alcune limitazioni). Inoltre, è annunciata anche una riduzione dell’1% della spesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali rispetto al consuntivo 2014. Anche i prezzi di alcuni farmaci subiranno una rinegoziazione, mentre altri risparmi saranno ottenuti attraverso il recupero dell’appropriatezza delle prestazioni. La conferenza Stato-Regioni analizzerà, in questi giorni, queste misure nella nuova bozza di intesa per il settore sanitario. Si tratta di un ulteriore taglio alle già consistenti riduzioni realizzate negli ultimi anni da parte dello Stato. In questo modo, i margini di efficienza delle sanità regionali diminuiscono, costringendo le stesse regioni a rivedere le loro politiche sanitarie in termini di assistenza e funzionalità dei servizi. La riduzione dell’1% della spesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali riguardo al consuntivo 2014, avverrebbe attraverso il riscontro della corrispondenza della prescrizione Ssn con le condizioni di erogabilità che saranno fissate con un decreto, secondo quando indicato nella bozza. Naturalmente, chi non si adeguerà a queste prescrizioni, subirà una penalizzazione economica e sono previsti anche dei limiti per i ricoveri di riabilitazione e per il settore della farmaceutica. Inoltre, si pensa di ottenere altri 500 milioni di risparmio con alcune misure che prevedono anche la rinegoziazione del prezzo Aifa del medicinale biotech scaduto di brevetto. Oltre a ciò, il Governo pensa di intervenire anche sul certificato complementare di protezione e sulla rinegoziazione Aifa dei prezzi dei farmaci innovativi soggetti ad accordo di rimborsabilità condizionata. Non ultimo, l’applicazione degli standard ospedalieri dovrebbe portare ad altri risparmi come già era stato preventivato nell’Intesa del 5 agosto 2014. Infatti, l’obiettivo era di azzerare i ricoveri con oneri a carico del Ssn nelle strutture con meno di 40 letti accreditati per acuti poiché si prediligono strutture con maggiori posti letto. Ciò è dovuto alla gestione migliore dei posti-letto, poiché strutture maggiori hanno migliori risparmi di scala e sono concentrate, mentre gli ospedali piccoli disperdono risorse umane, materiali e finanziarie che oggi stanno divenendo assai rare.
Tuttavia, sarebbero concesse delle deroghe per le monospecialistiche. In ogni caso, la tendenza del Governo non si arresta nel considerare i costi sanitari il maggiore pericolo per al tenuta dei conti. Tuttavia, l’assenza di una politica di prevenzione realmente efficace per la salute dei cittadini di fronte all’avanzare delle patologie croniche, cardiologiche e oncologiche sul territorio rischia di rendere vana ogni azione di risparmio.
Francesco Sanfilippo