“Repetita iuvant” dicevano i Latini e, anche se l’argomento è stato già pubblicato nel passato, mi sembra utile rivedere le nostre opinioni, non avendo la pretesa di insegnare alcunché, ma con l’unico obiettivo di trasmettere un messaggio informativo al lettore. C’è un termine inglese che ho imparato durante i miei stage negli USA, che è education, da non fraintendere con la buona educazione bensì con “informazione”. Nella terapia dermatologica topica si distinguono una terapia etiologica o eziologica (volta ad identificare l’agente responsabile) ed una terapia empirica ancora oggi utilizzata con criterio “ex iuvantibus”. Una corretta terapia necessita della identificazione dell’agente etiologico e questa eventualità non sempre è realizzabile a causa di numerosi fattori (terapia in corso, impossibilità ad eseguire una biopsia o un esame colturale ecc.). Nel secondo caso, sulla scorta dell’esperienza e della valutazione clinica, si procede alla prescrizione di medicamenti ad azione topica (locale) sotto forma di soluzioni, pomate, unguenti, creme, emulsioni e tipi di latte. Sia questi ultimi (emulsioni fluide) sia le creme (emulsioni dense) si detergono con facilità con la sola acqua, non ungono e permettono di veicolare i principi attivi sia idrosolubili che liposolubili. Le emulsioni (composti di acqua e olio in diversa concentrazione dei vari elementi) hanno un effetto “rinfrescante” molto gradito dal paziente, particolarmente nelle forme sub-acute. Infine, nelle forme croniche si usano unguenti o pomate cioè preparazioni a base di grassi o idrocarburi nelle quali sono incorporati gli agenti farmacologici attivi. Gli unguenti sono emollienti o impermeabilizzanti e hanno un’ottima penetrazione, anche se talvolta sono responsabili di un’indesiderata macerazione della cute. L’eccipiente comunemente adoperato è costituito dalla vaselina (miscela semisolida di idrocarburi) e dalla lanolina (o grasso di lana). Oltre ai principi attivi ed ai veicoli, oggi vengono utilizzati i cosiddetti acceleranti, sostanze queste in grado di aumentare la permeabilità cutanea. Ricordiamo, inoltre, che anche particolari metodi di applicazione (per esempio, la medicazione occlusiva ottenuta con la copertura della parte medicata con pomata o unguento) interferiscono notevolmente sulla penetrazione del preparato. Infine dobbiamo ricordare che nel preparato topico vengono inclusi i cosiddetti “preservanti” allo scopo di evitare contaminazione batterica (i parabenici sono quelli più utilizzati). I principi attivi batterici correntemente usati nella terapia topica richiederebbero (ma non sempre è possibile per ragioni pratiche) l’identificazione del batterio incriminato. Fra questi preservanti, ricordiamo per citare i più popolari, la neomicina (purtroppo responsabile di frequenti reazioni allergiche), la bacitracina che mostra un ampio spettro di attività verso i Gram-positivi e i Gram-negativi. Nella pratica quotidiana è utile la prescrizione di agenti antibatterici non antibiotici (fenoli, aldeidi, fucsina, violetto di genziana ecc.), evitando cosi possibili reazioni allergiche e con una spesa 10 volte inferiore. La terapia antimicotica topica si avvale di numerosi farmaci talvolta associati ad un trattamento sistemico. Annoveriamo i derivati imidazolici (miconazolo, econazolo ecc.) molto efficaci e potenti nel trattamento della maggior parte delle infezioni da funghi.
I topici a base di cortisone (molto attivi e potenti) oggi sono adoperati in maniera indiscriminata (nella modalità d’uso” fai da te”) e venduti come prodotti da banco, creando problemi diagnostici, mascherando e cronicizzando varie affezioni. Il mio personale suggerimento è quello di rivolgersi sempre allo specialista dermatologo o al medico di famiglia, quando il primo è difficile da reperire in prima istanza. In questo breve escursus incompleto e lacunoso il cui obbiettivo è di informare il pubblico, sono stati appena accennati gli aspetti più importanti delle basi della terapia topica in dermatologia. Si può concludere, in generale, che “gli antichi preparati galenici” sempre buoni, sono spesso altrettanto efficaci e presentano un minor numero di effetti collaterali che non le moderne acquisizioni terapeutiche. In questo senso, a Firenze esiste un vero gioiello che è la Farmacia dell’Ospedale di Santa Maria Nuova che vanta una tradizione secolare in questo campo.
Dott. Ennio Sacco Medico-Chirurgo