Nessuno si permetterebbe mai di contestare quanto bene faccia al corpo ed alla mente l’esercizio fisico di pedalare in bicicletta anche per poco tempo al giorno. Si bruciano i grassi, si abbassa la glicemia, si tonificano quasi tutti i muscoli del corpo, sopratutto gli addominali, si sviluppa la forza agli arti inferiori, si agevola la digestione ed il transito addominale. Poi, si attiva la circolazione sanguigna in generale ed il microcircolo in particolare, si autogestisce meglio la funzionalità respiratoria e la conseguente capacità d’ossigenazione. Infine si migliora pure l’umore, la capacità ideativa, la conoscenza dei limiti delle proprie prestazioni e l’osservazione-scoperta del mondo che ci circonda. Tutto si muove più lentamente spostandosi in bicicletta piuttosto che con altro mezzo di locomozione, unica eccezione è andare a piedi con le proprie gambe. Se tutto questo è positivo, dobbiamo però, per completezza di pensiero, riflettere anche su alcuni aspetti negativi derivanti dal cattivo uso di questo mezzo di locomozione. Quale mezzo a due ruote, la bicicletta ha una stabilità indubbiamente precaria, con la conseguenza che la perdita dell’equilibrio produce cadute che con meccaniche diverse possono provocare dalle semplici escoriazioni ai gravi traumi cranici. Per conoscenza, è bene accennare più dettagliatamente ad alcune lesioni comuni nei traumi da caduta da bicicletta. Le ferite lacero-contuse, soprattutto agli arti superiori ed inferiori, richiedono spesso la sutura dei tessuti interessati con conseguenti esiti cicatriziali. Gli ematomi muscolari provocano lesioni di fibre muscolari e dei vasi sanguigni con relativo dolore e momentanea impotenza funzionale da limitazione contrattile muscolare. Le lesioni agli organi genitali ed addominali sono provocate nella caduta dall’impatto violento contro il manubrio della bicicletta. Le lesioni scrotali, le deflorazioni nelle bambine, gli interventi chirurgici per lesioni alla milza o al fegato sono state a volte argomento di articoli riguardante la cronaca traumatologica stradale da caduta da bicicletta. Le fratture e le lussazioni a carico di arti superiori ed inferiori (polso, gomito, ginocchio ed in particolare rotula) o di spalla (frattura della clavicola o lussazione dell’articolazione acromion-clavicolare) richiedono a volte interventi e lunghe immobilizzazioni. Infine, sono da non trascurare i traumi cranici, (per impatto del capo contro ostacoli quali marciapiedi, asfalto, recinzioni, pali etc..), con lesioni che vanno dalle semplici ferite superficiali al capo agli ematomi intracranici. Tutta questa traumatologia, cui spesso non riflettiamo, ha varie cause specie nelle nostre città meridionali, ove non esistono razionali e ben fatti percorsi ciclabili e ove si usa poco il caschetto protettivo. Inoltre, l’andare in bici è vissuto, spesso, come licenza di far ciò che si vuole come andare contro-senso in strade a senso unico, o aver precedenza su tutti auto o pedoni o pedalare paralleli parlucchiando al centro strada.
Tali comportamenti non sono sanzionati, perché non è ancora prevista una targa identificativa per eventuali sanzioni disciplinari o un’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni.
Dott. Giardina Gaetano
Medico Chirurgo
Pedalare in bicicletta è solo salute per il corpo?
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