Leggendo i libri di medicina e dizionari medici per pura curiosità, scivolò tra le mie mani un dizionario medico datato 1967. Ho scoperto che sul nostro compagno diabete se ne sono dette tante, per meglio dire, hanno detto tante cose. Hanno affilato parole e hanno scolpito significati e termini che sono arrivati fino ai nostri giorni e che albergano nelle nostre memorie per merito dei nostri cari diabetologi. Nel ‘67’ il nostro compagno diabete veniva chiamato “diabete zuccherino”, forse negli anni sessanta era un compagno più buono? Più dolce? La risposta la troverete solamente parlando con un veterano con diabete e non è certo su un dizionario medico che si limita ovviamente ad una descrizione. Ho spiegazioni per le nostre guide con i colletti bianchi, cioè i nostri diabetologi compagni di viaggio della nostra vita. Quello che mi ha stupito, è come da ieri ad oggi, 1967-2015, le indicazioni sull’”igiene generale” non siano poi cosi cambiate radicalmente. Certo, “ieri” non avevano un alpinista con diabete che aveva scalato gli ottomila metri del Monte Bianco, né un istruttore con diabete di Nordic Walking che ha percorso 36 km in montagna e neppure uomini capaci di fare triathlon! Proprio per questo, oggi quelle indicazioni sarebbero un po’ per tutti noi “fuori moda” anche se voglio qui riportarvi quello che ho letto. Queste indicavano di “alzarsi e coricarsi presto, di evitare le emozioni, le fatiche intellettuali senza cadere nell’eccesso opposto. L’individuo doveva essere occupato per non pensare alla sua malattia. Occorreva frizionare il corpo al mattino con un guanto di crine, la sera con una flanella imbibita di acqua di colonia. Era necessario andare frequentemente nei bagni e fare delle docce fredde e calde per periodi di 15 giorni, seguiti poi da riposo queste pratiche così da attivare l’irrorazione della pelle. Occorreva fare quotidianamente un esercizio sufficiente all’aria aperta, ma senza esagerazione, poiché il diabetico si affatica facilmente e il raffredamento gli nuoce. Gli esercizi da preferirsi erano i giochi all’aria aperta, la caccia, la bicicletta ad andatura moderata, il giardinaggio ecc..” (1967 dizionario medico Larousse). Di queste vecchie indicazioni e di queste parole affilate, hanno lasciato scolpito qualcosa che ancora oggi è un’efficace e veritiera soluzione per il miglioramento della nostra condizione da diversamente glicemici. L’importanza dell’attività fisica all’aria aperta, infatti, indica il giardinaggio, la bicicletta, i giochi di cortile che variano da una semplice partita a calcio tra amici al più classico dei giochi, “il nascondino”. Credo che, ieri come oggi, il messaggio unico sia di muoversi in maniera corretta e combattere l’inattività e la sedentarietà, perché attività fisica rimane uno dei pilastri fondamentali per vivere bene la nostra condizione da diversamente glicemici.
È davvero bello conoscere e capire quanta strada sia stata fatta fino ai nostri giorni, grazie alla tecnologia, dalla rete ai social network che oggi ricoprono un ruolo importante, alle associazioni che organizzano eventi e campi per ragazzi. Perciò, oggi, la parola “diabete” non ha cambiato il suo significato che deriva dal greco “passare attraverso”, ma sta a noi decidere come vogliamo passare il resto dei nostri giorni ed è attraversare il lungo cammino per giungere alla sorgente della salute, buona vita a tutti.
Iulio Damiano
Istruttore di
nordic walking 2pb – A.N.I.
(Assoc. Nordic fitness Italiana)