Frequente, è il ricorso di pazienti dal medico preoccupati di essere affetti da neoplasie maligne cutanee. Spesso sono persone vicine parenti o amici che richiamano l’attenzione su una lesione cutanea che è divenuta sporgente o che ha cambiato aspetto o colore. Il riscontro di un’escrescenza può anche essere casuale in occasione di una visita medica, soprattutto se essa si trova sul dorso od in altre zone cutanee non facilmente visibili. In genere, essendo la cute un organo facilmente accessibile si può ottenere chirurgicamente un campione per fare diagnosi istologica. La conferma della natura benigna o maligna della lesione accresce la fiducia del paziente nei riguardi del medico e certo rappresenta una migliore e più scientifica alternativa al comune incoraggiamento “non si preoccupi” detto dal sanitario interpellato. Il medico non specialista chirurgo o dermatologo dovrebbe comunque avere una pur semplice ma generale conoscenza delle escrescenze cutanee più frequenti che compaiono nelle varie età per sapere quando richiedere subito una biopsia della zona incriminata. In genere, nella pratica clinica giornaliera una biopsia cutanea è indicata se il medico sospetta la presenza di una neoplasia maligna, se il paziente teme che ci sia una neoplasia maligna e se il medico non può esprimersi con certezza sulla base della sola osservazione o dei singoli dati clinici. Inoltre, quest’esame è richiesto se la lesione ha cambiato di colore e di dimensioni, se la formazione ha sanguinato o se la lesione è divenuta pruriginosa o dolente. In tutti i casi è sempre preferibile una biopsia per escissione con margini ristretti intorno all’intera neoplasia. Quando la lesione è molto estesa, prima di procedere a un intervento chirurgico più impegnativo, è conveniente formulare una diagnosi sicura basandosi su un campione bioptico. Il tempo diagnostico del campione, in tale scelta, seppur costituisca un lieve ritardo, può però evitare un trattamento chirurgico a volte inutile e mutilante. L’invio all’anatomopatologo di un campione con quantità sufficiente di tessuto e di grasso sottocutaneo, in modo da potersi determinare anche la profondità dell’invasione, è essenziale, in particolare in caso di sospette neoplasie maligne. L’etichettatura di ogni campione deve essere accurata, indicando con precisione la sede del prelievo e la diversificazione dei vari campioni (se i prelievi sono multipli) in singoli contenitori. Sono tutte precauzioni idonee per una sicura identificazione e localizzazione di qualsiasi alterazione cellulare maligna. Infine, è da sapere che, se si rimuovono lesioni potenzialmente maligne, l’asportazione con bisturi è preferibile ad altre metodiche per ottenere conferma istologica di un’adeguata escissione dei margini tumorali. In ogni caso, le altre metodiche sono l’elettrocauterizzazione (asportazione e distruzione chirurgica di tessuto attraverso corrente elettrica) o la criochirurgia (asportazione e distruzione di tessuto attraverso l’applicazione locale di freddo intenso).
Dott. Gaetano Giardina
Dirigente Emerito Chirurgo
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