I danni modesti delle cellule della corteccia cerebrale producono uno stato d’incoscienza che dovrebbe essere, per definizione, transitorio, differenziandosi dal più grave stato comatoso. I segni che rilevano lo stato d’incoscienza sono la difficoltà a comprendere le domande più semplici, l’incertezza o l’impossibilità a rispondere a semplici domande (giorno, indirizzo di casa, data di nascita) la difficoltà o l’impossibilità ad eseguire manovre banali (es. toccarsi la punta del naso). Nel più grave stato comatoso la situazione cerebrale è più compromessa ed il paziente non avvertirà i rumori, non sarà in grado di rispondere o eseguire alcun ordine e, se toccato, non avrà alcuna reazione. Nel soccorrere tali pazienti è importantissima per la sopravvivenza la qualità e la conoscenza dell’aiuto che potrà e dovrà offrire il soccorritore evitando errate manovre. Il traumatizzato dovrà sempre essere posto in una posizione che gli consenta di respirare liberamente e che permetta alla saliva, all’eventuale vomito o al sangue che può raccogliersi in bocca di uscire all’esterno senza essere aspirato nei polmoni. Tale posizione, (detta posizione di sicurezza) va attuata, voltando il traumatizzato sul fianco (destro o sinistro) e ponendo gli arti (braccio e gamba), che non poggiano sul terreno, in posizione di flessione. In tal modo il ginocchio dell’arto che viene flesso poggia a terra ancorando il bacino, mentre l’arto superiore dello stesso lato anch’esso flesso ancorerà le spalle. Si impedirà, così, che il paziente possa cadere prono (cioè piegato all’ingiù). Per far quanto suddetto il soccorritore, postosi al lato del paziente, afferra con una mano gli indumenti che coprono la spalla e con l’altra, passando al di sotto del ginocchio più vicino, si appoggia su quello del lato opposto. Quindi, con movimento continuo ruota il corpo del traumatizzato fino a farlo poggiare su un fianco. La testa deve essere estesa per migliorare il passaggio dell’aria lungo le vie aeree superiori e la bocca dovrà stare aperta e rivolta verso terra per favorire il deflusso del vomito o del sangue evitando così che questi elementi ostruiscano le vie aeree. La posizione di sicurezza, in conclusione, permette alla persona in stato di incoscienza di evitare la morte per soffocamento ed al soccorritore di abbandonare il paziente per un periodo breve ma sufficiente per cercare aiuto per il ricovero urgente in ospedale. Lo stato d’incoscienza ed il coma trovano la loro origine in un insulto che interessa le cellule cerebrali. Perché ciò avvenga è necessario che un qualsiasi trauma (pugno; colpo concentrato in un punto cranico per caduta o altro; etc.) raggiunga la scatola cranica con trasmissione dell’insulto al cervello, in particolare alle cellule più superficiali della corteccia, responsabili della vita di relazione. Nella vita di ogni giorno il cervello è protetto da una sottile falda di liquido ( detto cefalo-rachidiano) che entro certi limiti ammortizza e protegge la massa cerebrale dagli urti. Tuttavia se tale protezione è neutralizzata da una eccessiva violenza del trauma, dall’ingresso nella scatola cranica di corpi estranei (proiettili) o da frattura del tavolato osseo cranico con penetrazione profonda di schegge ossee, il danno sarà tanto maggiore quanto più tessuto cerebrale verrà leso.
Infine, anche senza la frattura cranica, la violenza di un urto trasmesso al tessuto cerebrale può danneggiare indirettamente quest’ultimo. In questo caso, può ledersi la sottile membrana ricca di vasi sanguigni che avvolge il cervello (meninge), provocando una emorragia che, insinuandosi fra la rigida scatola cranica ed il cervello, sviluppa una compressione cerebrale con necessità, a volte di svuotamento chirurgico.
È, in realtà, difficile stabilire come evolverà un trauma cranico. È utile, comunque, sapere che la perdita di coscienza diviene significativa e grave quando perdura nel tempo perché indice di effettiva lesione cerebrale. Una perdita di coscienza che si ripete dopo un intervallo di lucidità è un segno infausto perché presumibilmente legata ad edema o emorragia compressiva cerebrale. Inoltre, il vomito, dopo un trauma cranico, è indice d’insulto dei centri neurovegetativi e l’asimmetria delle pupille, facilmente costatabile ad occhio nudo, è un sicuro segno di compressione cerebrale, che si manifesta inizialmente con una paralisi di uno dei nervi ottici.
Il soccorritore, se si verificano nel traumatizzato i suddetti fenomeni, deve subito contattare i servizi d’emergenza (118 o altro) dopo aver messo in posizione di sicurezza il paziente. In questo caso, deve evitare sempre di tamponare eventuali secrezioni (sangue o altro) che fuoriescono dal naso o dalle orecchie (per disinserzione della membrana timpanica), in seguito a presumibile frattura cranica
Dott. Giardina Gaetano
Medico Chirurgo d’Urgenza
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