postura

L’educazione posturale, una colonna portante dell’attività motoria


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L’affermazione di Ippocrate “Se potessimo dare ad ogni individuo la giusta quantità di nutrimento e di esercizio fisico, né troppo né poco, avremmo trovato la giusta strada per la salute”, fatta più di 2000 anni fa, è, tuttora, di grandissima attualità. Muoversi e praticare attività motoria moderata e regolare, oggi, sono necessari, per non dire indispensabili, perché sono la soluzione più efficace per la lotta alle malattie legate alla sedentarietà. Queste sono il sovrappeso, l’ipertensione, le malattie cardiocircolatorie, il diabete di tipo 2, l’osteoporosi e le alterazioni del sistema muscolo-scheletrico. Dagli studi condotti emerge, inoltre, che l’attività motoria, se praticata regolarmente, ha effetti benefici anche sulle capacità cognitive, sulla depressione e sulle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
È stato dimostrato che la sedentarietà nei paesi industrializzati ha raggiunto proporzioni preoccupanti. Essa rappresenta uno dei problemi più gravi per la salute della popolazione, ed è in ordine d’importanza, il quarto fattore di rischio della mortalità precoce. È giusto, quindi che i media parlino moltissimo dei benefici dell’attività fisica a fini salutistici.
Spesso, tuttavia, il tema è affrontato in modo superficiale per non dire distorto, trascurando la giusta informazione affinché l’attività non diventi pericolosa o addirittura dannosa.
La gente si affida al fai da te, all’amico esperto, alla palestra più vicina o più economica o semplicemente alla moda, senza chiedersi il perché, il come, e il quanto dell’attività fisica. Gli aspetti più efficaci dell’attività motoria a fini salutistici sono l’aspetto metabolico e l’aspetto posturale. Mentre sono universalmente riconosciuti i vantaggi metabolici indotti da una regolare attività aerobica, l’attività posturale, invece, è presa in considerazione solo quando si hanno problemi importanti al sistema muscolo scheletrico o alla postura in genere.
In realtà l’educazione posturale è la colonna portante di qualunque attività motoria sia essa salutistica, ludica o sportiva.
Tuttavia, sappiamo esattamente cosa s’intende per educazione posturale? È l’intervento educativo, l’azione formativa che abitua a comprendere e a gestire la propria corporeità in maniera funzionale ed efficiente. È un modo di fare ginnastica in cui l’approccio educativo valorizza le procedure proprie del processo cognitivo (comprensione, analisi, riflessione), che mette in primo piano l’interesse sul “come si fa”.
L’obiettivo più importante è di riorganizzare l’assetto del corpo nelle diverse posture di base, sopratutto nella postura eretta e nel cammino.
L’uomo in piedi deve adattarsi al peso, rimanere entro la base di appoggio per non cadere, programmare i suoi gesti per muoversi, per prendere, per dare e per creare. Si sa tutti che stare in piedi immobili, in stazione eretta, richiede un importante controllo del sistema tonico posturale e si sa anche che è un sistema che si autoregola e si auto adatta. Ogni scompenso prolungato nel tempo determina un nuovo modello di equilibrio distonico che influenza negativamente la qualità della postura, altera inconsapevolmente lo schema corporeo, e abbassa il livello di benessere. Che lo schema corporeo con il tempo si modifica, si altera, è una realtà, poiché è sufficiente guardarsi attorno e osservare la gente come sta in piedi, come cammina, come si muove. Questo schema corporeo (cioè la consapevolezza dell’io corporeo, la capacità di riconoscere l’ubicazione del nostro corpo nello spazio e nel tempo, e la sua delimitazione periferica rispetto all’ambiente) si comincia a strutturare nell’uomo fin dalla nascita con l’uso vivo del proprio corpo nell’ambiente esterno.
Il bambino, interagendo con la forza di gravità, conquista, nei primi due anni di vita, il controllo posturale di tutto il corpo in piedi (la postura eretta), e un vasto repertorio di movimenti (il proprio bagaglio motorio). Questo bagaglio costituisce la sua alfabetizzazione motoria, la sua ragnatela su cui costruire le più complesse attività funzionali.
La finalità dell’educazione posturale è, dunque, di favorire il ripristino globale di questo schema corporeo di base secondo un modello il più vicino possibile al modello ideale. Tale modello implica che le parti del corpo, testa-collo-torace-bacino sono bilanciati l’uno sull’altro, gli arti inferiori sono ben radicati a terra, gli arti superiori liberi per la prensione e la manipolazione. Lontano, però, da qualunque forma di platonismo somatico, il modello ideale è quello che ci consente di stare eretti senza sforzo, e senza stato di conflitto con il campo gravitazionale della terra. Questo modello ci permette e di usare il nostro corpo senza comprimere e danneggiare le ossa e le articolazioni, lasciando i muscoli della dinamica liberi per il movimento.
La postura eretta è l’indicatore di qualità dello stato di salute di ogni individuo. L’uomo non è una macchina, né un computer per cui qualunque intervento che determina un cambiamento della sua postura mediante l’adozione di specifici ausili (byte, plantare propriocettivo, correzione visiva ecc.), deve essere vissuto e non subito dal soggetto.
Questi deve essere messo in condizioni di rielaborare il suo schema corporeo confrontando sensazioni, posizioni, nuove strategie posturali con le vecchie, attraverso un processo di apprendimento.
Qualunque sia il metodo e la tecnica usati, un training di educazione posturale deve contenere alcuni elementi indispensabili.
Questi sono una presa di coscienza del corpo e dei suoi meccanismi motori, una ricapitolazione dello sviluppo primario, l’addestramento alla stabilizzazione statica e dinamica del tronco, la consapevolezza di ciò che si fa e come si fa, e la trasferibilità del gesto appreso nelle attività quotidiane.

Lidia mazzola
Chinesiologo UNC
a norma tecnica UNI11475

di Lidia Mazzola - Chinesiologo UNC

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