Oramai, da circa un anno, abbiamo iniziato una campagna di informazione al cittadino sull’uso diffuso di olio raffinati, di grassi idrogenati e al comunemente usato olio di palma, che sotto gli occhi di tutti viene adoperato perché economico. A farne maggiore uso, sono soprattutto le aziende di prodotti alimentari attive nella ristorazione, perché la ritengono una soluzione economica da sposare imprescindibilmente. Tuttavia, parliamo di prevenzione, di stili di vita e alimentari corretti, di prodotti sani a Km 0, donne che tengono alla linea per la ormai prossima prova costume, mamme che stressano i figli nel mangiare sedano e carote a merenda, per poi permettersi in libertà la buona frittura di patatine o di verdure in un olio che di salutare non ha nulla. Faccio mio un detto latino, dove mi riconosco molto, “Gutta cavant lapideuom” (la goccia continua fa il solco) e in merito a questo argomento vi riporto un’ennesima evidenza. I biscotti di una nota azienda riempiono le dispense delle nostre case da generazioni. Bambine e bambini sono cresciuti mangiandoli felici fin dal sesto mese di vita. Così i loro genitori hanno comprato questo prodotto per anni, sempre convinti che fosse la scelta migliore, la più sana e la più salutare. Ignoravano però, la presenza di un ingrediente dannoso, l’olio di palma, un pericolo per l’alta concentrazione di grassi che inserisce nel sangue. Oggi, circolano molte più informazioni che in passato e non possiamo più permettere che quest’olio pericoloso sia ignorato. Una mamma indignata, che vorrebbe che i suoi figli crescessero mangiando alimenti sani e controllati, ha fatto partire una petizione per chiedere ad una azienda italiana di fare un passo in dietro nell’utilizzo dell’olio di palma nei biscotti più noti per lo svezzamento del bambini. Questi biscotti hanno una lunghissima tradizione e tuttora, nelle dispense dei supermercati, trovo con difficoltà altre opzioni. Infatti, non solo non esistono molti altri biscotti specifici per la prima infanzia, ma nessuna delle alternative sul mercato è priva di olio di palma. Perché non realizzare almeno un prodotto che ne faccia a meno? Perché non usare solo l’olio d’oliva, l’ingrediente base della dieta mediterranea, che tutto il mondo ci invidia? La petizione lanciata in rete sta avendo ottimi successi, e noi la sosteniamo pienamente, essendo stati tra le poche testate giornalistiche di informazione socio sanitarie a denunciare l’abuso dell’utilizzo di questo olio. Le aziende interessate prenderanno atto di quest’accorata richiesta? Tuttavia, gli si chiede di produrre almeno una linea di biscotti che non contengano olio di palma, un ingrediente dannoso, facilmente sostituibile con l’olio d’oliva.
I nostri bambini hanno diritto a un’alternativa, e soprattutto di poterli alimentare con prodotti sani e salutari e non con prodotti che per restare sul mercato sempre più competitivo preferiscono inficiare la loro qualità per avere un prezzo abbordabile.
Dott. Girolamo Calsabianca
Segretario Nazionale Anio
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