Le carni, in particolare quelle del pesce, contengono diversi elementi che possono risultare nocivi per l’uomo, ma che possono essere nascosti con vari trucchi. Uno di questi è l’acqua ossigenata che è usata in modo illecito per rendere fresche e bianche le carni, in particolare quella delle seppie, dei calamari e dei totani. Si può trattare di pesce vecchio, passato, venduto per fresco con l’uso di acqua ossigenata. Cambia l’aspetto, ma il pesce può essere inquinato da istamina. In realtà, il pesce contiene un aminoacido, l’istidina, che si trasforma in istamina che, però, non è un’allergia alimentare. Chi ha un microbiota intestinale, alterato da una cattiva alimentazione con presenza di batteri aggressivi, può avere nel suo intestino la trasformazione di un aminoacido presente negli alimenti proteici, Istidina, in Istamina per opera di questi batteri.
Le persone, in particolare donne, che soffrono d’intolleranza alimentare all’istamina, possono avere anche condizioni alterate nel loro intestino con presenza di Candida albicans (candidosi). Avere un intestino con un microbiota compromesso e mangiare alimenti contenenti già istamina, sono condizioni in grado di scatenare un’improvvisa ritenzione idrica, con comparsa di forte emicrania. A questa si sommano un brusco aumento di peso corporeo superiore anche ad un kg in poche ore, una riduzione della diuresi giornaliera, variazioni di pressione arteriosa ed altri sintomi.
Superata la fase acuta d’intolleranza alimentare all’istamina, l’organismo elimina l’eccesso di acqua, ritornando al peso di prima. A chi ha intolleranza alimentare all’istamina con i sintomi riferiti, può controllare il valore degli eosinofili, che contengono l’enzima istaminasi in grado di degradare l’istamina. Valori elevati vanno correlati con l’istamina. L’istamina, infatti, è una molecola che si può mangiarla già formata, poiché è presente negli alimenti. Si può produrla nel nostro intestino per l’azione dei batteri del microbiota.
Alcuni alimenti contengono l’istamina come lo sgombro la sardina, il tonno, il salmone, affumicato o conservato in scatola o sottovuoto, il formaggio tipo Emmental o Parmigiano, o gli insaccati. Altri alimenti che la contengono, sono i crauti, gli spinaci, le melanzane, il pomodoro, l’aceto di vino rosso, il vino bianco, la birra fermentata, il caffè e il cacao.
L’istamina presente nell’alimento tende a rimanere inalterata nell’alimento, perché è resistente al calore, tanto che per una completa inattivazione è necessario un trattamento dell’alimento per 90 minuti sopra a 100 °C.
Esistono, poi, degli alimenti in grado di aumentare il rilascio di istamina come la papaya, le fragole, gli agrumi, i crostacei, la liquirizia, le spezie, l’ananas, l’avocado, gli arachidi, l’albume d’uovo, la frutta secca e i conservanti alimentari come i benzoati (acido benzoico e suoi sali). Altri acceleranti sono il mirtillo rosso, i solfiti, i nitrati e i nitriti, il glutammato monopodico.
Per contrastarne gli effetti, invece, occorre Iniziare un’alimentazione con l’esclusione, oltre agli alimenti già citati, il camembert, il parmigiano, il pecorino, il gruyère, il fegato, la carne di maiale, il pollo, la trota, l’aringa, il dado da brodo, la soia, il lievito da cucina, i vini rossi e bianchi, la birra e gli spumanti.
Poi, è necessario iniziare una dieta di riposo intestinale per ristabilire un sano microbiota nell’intestino.
Redazione