Di recente, ai Cantieri culturali alla Zisa, si è tenuto il convegno internazionale, “Io Sono persona”, dove è stata approvata, su proposta del sindaco Leoluca Orlando, la “Mobilità umana internazionale – Carta di Palermo 2015”. Questa carta mira all’abolizione del permesso di soggiorno e per l’approvazione delle modifiche radicali alla legge sulla cittadinanza, in modo che vada verso un allargamento dei diritti degli esseri umani. Il sindaco Orlando ha dichiarato: “Questo è un giorno storico per la nostra città. Il nostro è un atto per la storia. E’ tempo, quindi, che almeno l’Unione europea promuova l’abolizione del permesso di soggiorno sollecitando la Comunità mondiale al riconoscimento della mobilità di tutti gli esseri umani come un diritto, non soltanto al suo interno. Il nodo centrale è, pertanto, il passaggio dalla migrazione come sofferenza, alla mobilità come diritto umano. Le attuali previsioni internazionali – continua Orlando – garantiscono, ipocritamente, il diritto di emigrare, ma non garantiscono un corrispondente diritto all’ingresso, con uno specifico dovere di accoglienza da parte degli Stati. Anche se il permesso di soggiorno è previsto dalla legge, questo non significa che sia una buona cosa: anche la schiavitù e la pena di morte erano previste dalle leggi. Occorre, quindi, riconoscere il diritto alla mobilità, sia per quanto riguarda la possibilità di lasciare il proprio Paese, sia per quella di essere accolto. Inoltre bisogna accelerare l’iter per il rilascio della cittadinanza alle persone che nascono sul nostro territorio, occorrono tempi più rapidi. E’ singolare il fatto che noi, in due anni, abbiamo concesso più di mille cittadinanze e che, coloro che ci hanno preceduto, ne abbiano concesse appena una decina. Non occorre scomodare né dichiarazioni universali, né interventi di altri Paesi per procedere ad una riforma radicale della legge sulla cittadinanza, sempre rinviata da decenni, dal Parlamento italiano. Occorre – prosegue il sindaco di Palermo – riconoscere la piena equiparazione, a fini dell’accesso a tutti i servizi e anche di elettorato attivo e passivo, a cominciare dalle elezioni amministrative locali, di persone cittadini italiani e persone residenti stabilmente in Italia. Occorre ridurre i tempi e le pastoie burocratiche che ostacolano il riconoscimento della cittadinanza italiana, rimettendo alla discrezionalità più totale e sensibilità delle amministrazioni locali ridurre i tempi e la penosità delle procedure”. Orlando ha aggiunto che la “Carta di Palermo 2015” “sarà oggetto di un’apposita seduta della Consulta delle Culture. Poi, il testo sarà inoltrato al Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, a Papa Francesco, al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ai presidenti di Senato e Camera, all’Organizzazione delle Nazioni unite, a tutte le Agenzie internazionali, al presidente del Parlamento europeo e a quello della Commissione europea e, tramite l’Anci nazionale, a tutti i sindaci italiani e all’Ars, sperando di aprire un dibattito su questo argomento che porti all’avvio di una petizione europea che ponga sul tavolo della Comunità internazionale le questioni sulle quali abbiamo discusso in questi giorni che non sono più procrastinabili”. L’assessore alla Partecipazione del comune, Giusto Catania, ha sottolineato: “Da Palermo oggi parte un messaggio al mondo, perché i diritti umani sono uguali per tutte e tutti e il diritto alla libera circolazione di donne e uomini deve essere riconosciuto come inalienabile. La storia di Palermo, da oggi, prende un altro corso. Da oggi comincia un’altra importante mobilitazione per costruire l’egemonia politica e culturale per l’abolizione del permesso di soggiorno”. Secondo Adham Darawsha, presidente della Consulta delle Culture “Non e vero che ci sarebbe un’invasione se abbattessimo le frontiere e abolissimo il permesso di soggiorno. Quando la mobilia diventa un diritto elimina una grande fetta di disumanità e sofferenza presente nella nostra società. Quando si creano dei cittadini di serie a e serie b si acuiscono le tensioni sociali dei cittadini e si creano dei vuoti di civiltà. Finché non avremo tutti gli stessi diritti, non vivremo in una società che possa definirsi civile. Quando ci accetta che qualcuno sia una persone migliore, con più diritti, rispetto ad un’altra, si accetta l’inciviltà”. Dopo la conclusione dei lavori si è svolta una preghiera interreligiosa e, successivamente, è andato in scena il concerto “Tutti i colori del mondo”, del coro delle voci bianche del Teatro Massimo, coro arcobaleno, diretto dal maestro Salvatore Punturo, pianista Giuseppe Ricotta e con la partecipazione di Badara Seck.
Redazione
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