infermiere

Il personale ospedaliero, una risorsa da impiegare con oculatezza

Con l’avvento dell’“aziendalizzazione” la Sanità si è ritrovata ad assumere in sé dei concetti e dei criteri di valutazione tipici delle aziende. Per tale motivo oggi le Aziende Sanitarie, con sempre meno risorse, stanno ponendo la lente d’ingrandimento su tutte quelle potenzialità che possiedono, per migliorare e per far fronte alle sempre più crescenti richieste di cure da parte dell’utenza. Oggi la più grande risorsa delle aziende sanitarie sono i propri “dipendenti”; essi sono il più cospicuo “capitale” di cui dispongono. Ecco che quindi la formazione, l’addestramento e soprattutto la valutazione del personale sono letti in modo totalmente diverso. La valutazione del personale è intesa come crescita e valorizzazione continua del collaboratore, il quale viene ad essere motivato ed impiegato secondo le sue effettive capacità contribuendo in tal modo alla crescita dell’Azienda Sanitaria. “Razionalizzare” il lavoro e le attività dei propri dipendenti consente alle aziende sanitarie di evitare inutili dispendi di energie o di impiegare impropriamente delle risorse che potrebbero essere utilizzate in modo più efficace/efficiente in altri settori. Per tali motivi, la gestione del personale in ambito sanitario oggi sempre di più richiede particolari competenze, tecniche e preparazione. La Gestione delle Risorse Umane è un processo molto articolato e complesso che riguarda l’acquisizione delle risorse umane in azienda e la loro gestione. Se risulta facile la gestione di un dipendente che ha la possibilità di esprimere la propria professionalità al 100%, diverso risulta il gestire un dipendente con limitazioni. Questi professionisti sanitari sono colleghi che si ritrovano a dover usufruire di “permessi” per curare se stessi o familiari, professionisti che in prima persona sperimentano la necessità di chiedere assistenza e cure, persone che per motivi di salute non riescono più a svolgere la propria professione al 100%. Essi rappresentano ancora una “risorsa” che se gestita bene, riesce a far recuperare all’azienda produttività, prestigio e migliori rapporti con il cittadino. La ridistribuzione del personale con limitazione funzionale deve essere fatta valutando molti parametri, per valorizzare ciò che il professionista può ancora dare in termini di esperienza alle esigenze dell’azienda. Quindi, chi gestisce il personale deve anche avere doti di negoziazione per fare in modo da far collimare tutti questi aspetti. È chiaro come sia importante la valorizzazione del professionista, ma anche il soddisfacimento delle esigenze organizzative. Se il lavoratore prende coscienza della propria professionalità, del proprio ruolo ancora da riscoprire ed ancora da sperimentare, migliorerà anche la qualità del servizio. C’è posto per il personale con limitazioni funzionali, lo si ritrova allo sportello con l’utenza, e chi meglio di un operatore sanitario che ha necessità di cure può dare sostegno e rafforzare il rapporto con l’utenza stessa?
Lo si ritrova all’accettazione dei campioni biologici in un laboratorio, chi meglio di un professionista sanitario può manipolare i campioni biologici e capirne l’effettiva importanza e tutto ciò che ne deriva? Lo si ritrova all’interno di un reparto, dove applica con dedizione tutti quei protocolli amministrativi, con l’occhio vigile di chi conosce le procedure poiché le ha sperimentate in prima persona. Quanti suggerimenti possono dare per migliorare, semplificare il lavoro!
Una grande risorsa ancora da scoprire e da valorizzare, in un’ottica di risparmio e di aumento della Qualità del Servizio Sanitario.

Teresa Bonaccorso
Tecnico di lab. Biomedico Ospedale “Sirai” – ASL 7 Carbonia

di Redazione

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