La prima colazione è fondamentale nella nostra dieta per recuperare le forze che impiegheremo durante la giornata. Senza la prima colazione, si crea un vuoto alimentare che ci rende più difficile affrontare gli impegni giornalieri e ci causa più fame, provocando eccessi. L’indagine dell’Osservatorio Aidepi/Doxa ‘Io Comincio bene’, rivela in un dossier aneddoti e curiosità di quest’abitudine. Quest’indagine mette in luce i cambiamenti di ogni decennio, dove ciascuno è segnato ‘piccole rivoluzioni’ in campo alimentare, che, in alcuni casi, hanno migliorato le nostre abitudini. La fretta, che contraddistingue la nostra vita contemporanea, persiste nell’essere la vera nemica della prima colazione degli anni Duemila, poiché, secondo lo studio, ben 7 milioni di italiani saltano il primo pasto della giornata. Tuttavia, altri 35 milioni di italiani fanno colazione quotidianamente a casa propria, concedendo il giusto tempo a questo momento (più di un quarto d’ora). In preferenza, la prima colazione è fatta possibilmente in compagnia di amici o familiari, facendo attenzione ai prodotti salutistici che sono consumati dal 44% degli italiani. Questi ultimi accompagnano sempre il caffè con altri prodotti e si concedono il più spesso possibile anche un po’ di frutta fresca. Inoltre, secondo lo studio Doxa, questo primo pasto è un vero e proprio rito che riunisce ogni giorno una famiglia su 3 al completo, nonostante i ritmi frenetici cui ci sottoponiamo. In più, questo speciale rito, consente ai figli e ai loro genitori di mangiare gli stessi prodotti 8 volte su 10. “La nostra cultura, in fatto di gastronomia, è molto sensibile ai sapori della memoria. Ancora oggi – afferma il prof. Marino Niola, dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli – ci aiuta e ci tranquillizza il fatto di ritrovare sulla tavola della prima colazione i sapori della tradizione. Una volta il pane era un elemento fondamentale della colazione, lo è stato storicamente per secoli. Oggi è affiancato da prodotti da forno – fette biscottate, biscotti, cornetti, pancarré – che, come emerge anche dagli ultimi studi sociologici fatti in materia, mantengono un’importanza decisiva nel primo pasto della giornata”. Oggi, gli italiani consumano al primo posto i biscotti, scelti da 6 italiani su 10, seguiti da pane e/o fette biscottate, con o senza marmellata, miele e creme spalmabili alla nocciola o al cacao. A seguire, i tre gruppi di alimenti ottengono tra il 7% e l’9% dei consensi, cereali/muesli, le merendine/brioches/ cornetti confezionati e yogurt. Tra le bevande, fiorisce l’uso del tè nel 14%, accanto al latte per il 35%, al caffè per il 33% e al caffelatte/cappuccino per il 28%. Questo contesto alimentare, però, non esiste da sempre, ma è il frutto idi una rivoluzione alimentare che si è sviluppata negli ultimi 80 anni e che si è accresciuta dagli anni 50 in poi. Prima di quel decennio, la prima colazione era molto squilibrata verso i carboidrati e i grassi poiché il menu di allora era composto da pane raffermo, un residuo di polenta e quel che restava della zuppa o della pastasciutta. A questi, si potevano aggiungere un tocchetto di aringa, una fettina di salame, un pezzetto di formaggio, mentre solo i più fortunati gustavano i biscotti artigianali. “Nella pseudo colazione degli anni ‘50 l’apporto di nutrienti era in genere piuttosto sbilanciato verso un eccesso di grassi oltre che di carboidrati, ma l’elevato dispendio energetico dell’epoca non dava ricadute sulla salute”, afferma la biologa nutrizionista Valeria del Balzo dell’Università La Sapienza di Roma. La prima rivoluzione della colazione è stata favorita dalle guerre mondiali, durante le quali ai soldati erano distribuiti latte, caffè e gallette e cioccolato. Questi ingredienti, divenuti compagni inseparabili di colazione, saranno portate dai reduci a casa, favorendo la diffusione di questi prodotti nelle famiglie e nella società. Un’altra rivoluzione avviene durante gli anni ’60, quando il boom economico porta la diffusione di prodotti prima di nicchia o solo regionali, quali i croissant, i biscotti, il burro, le fette biscottate, i cereali, le creme spalmabili, la marmellata, il miele, la frutta, lo yogurt, i fiocchi, le merendine. Il caffè assurge a simbolo di questo fenomeno poiché diviene la bevanda più presente nella tavola degli italiani a colazione rispetto agli anni ‘50 quand’era era considerato un bene di lusso da offrire agli ospiti. I biscotti, la cui preparazione artigianale li rendeva prodotti di lusso e locali, diventano standardizzati e superano le differenze regionali, trasformandosi in prodotti universali. Negli anni ‘60 nascono i primi prodotti da forno confezionati e nel 1964 nasce la più celebre crema spalmabile alla nocciola. È significativa, in questo senso, la storia della marmellata che, prima era prodotta solamente in casa, ora si diffonde confezionata insieme a vari prodotti solubili da mettere nel latte o nell’acqua, come l’orzo, il caffè e, soprattutto per i per i bambini, il cacao. Negli anni 70’, compaiono le fette biscottate che diventano di uso sempre più comune in affiancamento al pane, mentre, in questo decennio, i biscotti si affermano come protagonista della prima colazione, insieme alle merendine e ai croissant confezionati. Anche lo yogurt compare negli anni ‘70, all’inizio come prodotto di nicchia. Negli anni 80’, invece, i cornflakes trovano posto nella nostra colazione, poi arrivano prodotti salutistici realizzati con fibre, crusca, avena, e muesli. In questi anni, i consumi di prodotti dolci aumentano del 36% e la pubblicità inizia a svolgere un ruolo chiave, divenendo un potente strumento di diffusione dei prodotti stessi. Quelli da colazione della nostra industria alimentare, in più, sono esportati con successo, insieme al modello di colazione all’italiana. Negli anni 90’, avviene un’ulteriore rivoluzione, poiché si diffonde una maggiore attenzione alla salute del corpo e le industrie si adeguano, immettendo sul mercato prodotti più dietetici. Si diffondono prodotti integrali, dai biscotti con basso contenuto di grasso, alle fette biscottate integrali e al pane nero. Aumenta il consumo del miele e diminuisce quello del burro, mentre si preferisce l’uso di latte scremato. Così, le basi dell’attuale colazione sono poste e il suo successo continua nonostante la crisi.
Francesco Sanfilippo
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