Ieri si usava per curare piagati, ulcerosi e ferite difficili acqua, sapone e tanta rassegnata pazienza, ma oggi tali rimedi sono a dir poco inaccettabili, per non dire dannosi, sia per le complicanze cui si può andare incontro sia per la lunghezza dei tempi di guarigione in pazienti doloranti, bloccati ed inabili al lavoro. Esistono, infatti, metodiche avanzate che accorciano visibilmente i tempi di guarigione con notevole riduzione dei costi. Facendo un po’ i conti, le statistiche, derivanti dai risultati dei centri di costo, indicano che il costo medio del trattamento per un paziente con ferita difficile è di circa 1000 euro. Il trattamento standard per un’ulcera al piede in un diabetico può avere un costo a paziente guarito di circa 18.000 euro ed oltre. Infine, i costi di materiali ed apparecchiature, se usati, abbatteranno la spesa di circa il 50% in circa cinque anni. Tenendo dunque presente il sacrosanto principio che una vita senza piaghe può solo essere il risultato di una cosciente interazione fra chi ne è a rischio o affetto e chi deve sapientemente curare, i dati sono estremamente allarmanti. Oltre due milioni di italiani ( escludendo coloro che non ricorrendo alle cure dei centri pubblici o privati sono non classificabili) annualmente necessitano di assistenza medica per presenza di ulcere cutanee. Il 50% va incontro a complicanze invalidanti; il costo medio delle terapie e di circa 300/euro al mese, crescente con le dimensione e con lo stato di gravità della lesione. Nel 75 % dei casi il paziente non può affrontare i costi delle attuali necessarie terapie generali e locali bioattive. Ad un’incidenza di spesa annua,solo ospedaliera, di circa un miliardo dobbiamo aggiungere i costi indiretti di circa 460 mila giornate lavorative perse dai pazienti e dai loro familiari. Non è chiaramente calcolato il costo globale di tali patologie, comprendente anche l’attività ambulatoriale territoriale. Scarsamente sostenibile dalla maggior parte degli utenti (spesso dimessi precocemente con difficoltà deambulatorie e logistiche), il costo domiciliare privato delle cure ad integrazione del sovraccarico e spesso burocraticamente farraginoso servizio di assistenza domiciliare per la maggior parte infermieristica più che medica. A tutt’oggi, è deficitaria ed insufficiente la continuità assistenziale fra strutture ospedaliere e territorio con chiari ed automatici percorsi assistenziali integrati. Più adeguati livelli organizzativi, infatti, comporterebbero maggiore equità nelle cure, maggiore accessibilità ai trattamenti, minore ritardo nelle diagnosi e nelle cure, ed una minore incidenza dei costi diretti per complicanze e indiretti per perdita di capacità produttiva da parte del paziente e del familiare che l’assiste.
Ultima nota di riflessione statistica è che il costo medio per paziente trattato con presidi d’avanguardia è di circa 1.500 euro per quadrimestre contro i 1.900 euro circa dei trattamenti tradizionali. I trattamenti moderni, in conclusione, hanno sì un maggior costo unitario rispetto ai tradizionali, ma richiedono minor quantità di materiale impiegato, minor tempo dedicato alla cura per diminuzione delle complicanze locali e per riduzione dei tempi di guarigione di circa un terzo. Con questi dati di settore relativamente recenti, si lascia a tutti i lettori ma soprattutto a politici ed amministratori le conseguenti deduzioni circa il chiaro vantaggio economico e sociosanitario che percorsi sanitari per patologia sempre più analizzati e valutati da esperti possono apportare.
Dott. Gaetano Giardina
Medico Chirurgo
È conveniente curare oggi i pazienti piagati con i moderni ausili?
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