Quest’anno, l’influenza è stata particolarmente impegnativa e non sorprende che le strutture ospedaliere siano state prese d’assalto, provocando difficoltà. Tuttavia, non mancano le raccomandazioni ad un uso moderato degli antibiotici il cui eccessivo uso favorisce la resistenza dei batteri. L’influenza sta, comunque, raggiungendo il picco ed i casi accrescono in tutta Italia soprattutto tra i più piccoli. Non a caso, il numero dei bambini colpiti solo nell’ultima settimana è aumentato poiché l’incidenza tra 0 e 4 anni è balzata a 22,95 casi per mille assistiti contro i 10,47 della settimana precedente, mentre tra i 5 e 14 anni è arrivata a 13,15 contro il 6,69 della settimana prima. Tra il 12 e 18 gennaio, infatti, ci sono stati 519 mila casi, per un totale dall’inizio della sorveglianza di circa 1,9 milioni d’italiani colpiti. Finora, ci sono state alcune decine di casi gravi registrati, e per oltre una quarantina di pazienti è stata necessaria l’assistenza respiratoria. Finora, i maggiori decessi si sono verificati in Veneto con 13 morti, per le persone decedute per le complicazioni provocate dall’influenza dall’inizio dell’epidemia. Le regioni più colpite sono state, al momento, Marche, Campania, la provincia autonoma di Trento e l’Emilia Romagna. Secondo l’Iss, il livello d’incidenza in questa stagione è lievemente superiore a quello delle precedenti stagioni. Quest’aumento sta provocando il progressivo intasamento dei Pronto soccorso in varie città, mentre mancano i posti letto nei reparti. A Roma sono intervenute in aiuto le strutture sanitarie private che hanno messo a disposizione 400 posti letto, poiché in molti reparti ospedalieri mancano i posti letto. A questo proposito, la Regione Lazio ha preso posizione tramite i suoi organi stampa, affermando: “La comunicazione dell’Aiop, l’associazione delle case di cura private, di mettere a disposizione nelle loro strutture 400 posti letto è estremamente positiva. Questa disponibilità contribuirà sicuramente a rendere più fluida le gestione dei pazienti in attesa di ricovero o trasferimento”. La situazione a Roma, comunque, sta migliorando per cui si sono registrati 745 accessi distribuiti nei 20 ospedali sede di punti per l’emergenza contro i 1.227 di lunedì scorso. In attesa del picco, previsto per metà febbraio, l’invito è comunque quello di vaccinarsi e il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Luca Pani, ha avvisato: ‘’Non è troppo tardi ed è importante farlo’. Il livello di attenzione resta comunque alto, e l’invito ribadito oggi da Pani è appunto quello di vaccinarsi. Quest’anno sembra che contro l’influenza stagionale si sia vaccinato il 20-30% in meno di italiani. Tuttavia non è tardi e consiglio di vaccinarsi soprattutto ai soggetti appartenenti a categorie a rischio’’. In particolare, questo consiglio sembra valere per le gestanti, le cui condizioni sono sempre assai delicate. Infatti, secondo alcune stime, si sono immunizzate poche gestanti e questo anche a causa del cosiddetto ‘effetto Fluad’, legato ai timori suscitati dal ritiro di questo vaccino, inizialmente collegato ad alcuni decessi sospetti e poi discolpato. Tuttavia, molte donne, evidentemente ripensandoci, starebbero chiedendo informazioni ai propri ginecologi poiché sono preoccupate per gli effetti del virus sul feto. Il Lazio sembrerebbe guidare questa diffidenza, dove meno del 20% delle gestanti dichiara di essere vaccinata, e l’Emilia Romagna, da dove giungono notizie di circa l’80% di gestanti sono protette dal vaccino. In genere però, si rileva un numero di vaccinate mediamente del 40/50%, perciò molte gestanti, quest’anno più dei passati, vadano incontro all’epidemia influenzale. Il segretario generale del Collegio italiano di medicina materno-fetale (Sidip), il ginecologo Claudio Giorlandino, ha dichiarato: ‘’L’influenza, e particolarmente i suoi sintomi respiratori, come anche l’aumento consistente della temperatura, non vanno sottovalutati, ma le gestanti devono sapere che non vi sono controindicazioni al trattamento dei sintomi sia con antivirali sia con opportuni antinfiammatori e, soprattutto, al bisogno, non vi sono controindicazioni all’uso degli antibiotici che il medico prescriverà’’. Se l’influenza colpisce gestanti nel primo trimestre di gravidanza, non si deve entrare in ansia. I virus influenzali non sono in genere virus che determinano malformazioni al feto. Benché esistano evidenze che il virus possa attraversare la placenta, ben pochi casi sono mai stati dimostrati e anche la dimostrazione che il virus influenzale possa indurre aborto è estremamente difficile.
È però importante impedire che la temperatura salga oltre i 39 gradi e si mantenga a lungo così elevata. Gli antiinfluenzali possono essere usati dietro prescrizione medica. Se l’influenza colpisce gestanti nel secondo trimestre di gravidanza, valgono gli stessi principi. Nel terzo trimestre di gravidanza, invece, possono essere maggiori per la possibilità di disturbi respiratori e le terapie per evitarli sono necessarie”.
Francesco Sanfilippo
Il picco dell’influenza accellera
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