Automonitoraggio è l’autocontrollo della glicemia realizzata dal paziente con diabete. Si fa una piccola puntura del polpastrello del dito con un ago molto sottile montato su uno strumento che in maniera automatica, a scatto, permette di ottenere una goccia di sangue utile a misurare la glicemia. Nel display, dopo pochi secondi, appare il valore del tasso glicemico. Ogni giorno il paziente con diabete, sia esso di tipo 1 giovanile (con carenza assoluta di insulina) sia di tipo 2, deve affrontare una sfida, mantenere sotto controllo la glicemia.
Nell’arco della giornata secondo le indicazione che darà il medico, controllerà la glicemia sia prima dei pasti che due ore dopo i pasti o in occasione di malessere.
Operare l’autocontrollo glicemico con costanza e attenzione permetterà di gestire nel migliore dei modi la malattia diabetica. Il paziente, all’atto della diagnosi di diabete mellito, deve ricevere tutte quelle informazioni che svilupperanno in lui la capacità di riconoscere le situazioni che, nel corso della giornata, possano influenzare i livelli della glicemia. È necessario portare con sé un kit formato da un glucometro, da strisce reattive e da aghi pungidito con apposito strumento a scatto, ricordandosi di misurare la glicemia.
Il digiuno, i pasti, l’attività fisica, gli episodi febbrili, ma anche le semplici emozioni (tensioni, stress, felicità) determinano un’alterazione del metabolismo che nella persona che non ha il diabete è corretta automaticamente. Nella persona con diabete, quest’automatismo manca poiché la secrezione dell’insulina è assente o insufficiente.
La responsabilità del paziente e il controllo della glicemia permettono di sapere come si sta comportando il suo organismo con quella terapia e quello stile di vita. Il pensiero di dovere controllare la glicemia può sembrare un peso e un fastidio soprattutto all’inizio, ma, in realtà, è un modo di affrontare la convivenza con il te secondo un metodo che semplifica la vita. Essere consapevoli del proprio stato glicemico da’ modo di affrontare serenamente la propria esistenza. Infatti, acquisire delle abitudini con utili automatismi alleggerisce il peso psicologico di gestire una patologia cronica come il diabete mellito.
L’autocontrollo della glicemia fornisce “in tempo reale”, in ogni momento, la glicemia nel sangue capillare e completa gli esami periodici effettuati dal laboratorio di analisi.
Questi dati, riferiti al medico, valutano il compenso del diabete, se è ottimale o se richiede delle correzioni. Inoltre, in caso di malessere, informano il paziente se è in ipoglicemia. La tecnologia ha dato un grande contributo all’automonitoraggio, poiché i moderni strumenti sono talmente piccoli da potere essere portati in tasca e consentono un facile uso con pochi comandi e semplici istruzioni. La maggior parte degli strumenti punta, oggi, a fornire tutta una serie di funzioni. Il glucometro funziona come un piccolo computer che memorizza un gran numero di glicemie, elabora con un apposito software le glicemie sotto forma di grafico, segnalando valori di ipo o iperglicemia. Inoltre interagisce con tablet e smartphone.
Il paziente con diabete può inserire informazioni aggiuntive, distinguendo se la glicemia è stata controllata a digiuno o dopo il pasto, oppure in corso di malattie intercorrenti o di attività sportive.
Tutte le informazioni derivanti da un automonitoraggio frequente e costante consentiranno, poi, di eseguire il controllo glicemico saltuariamente solo a conferma del buon andamento della glicemia. Alla fine del percorso, la persona con diabete godrà di un benessere stabile, allontanando il rischio delle complicanze.
Dott. Vincenzo Schirò
Diabetologo
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